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Elisabetta Franchi e i sette detective per scoprire il tradimento

Elisabetta Franchi e i sette detective per scoprire il tradimento

Nella vicenda del divorzio della “signora della moda italiana” Elisabetta Franchi ha destato sorpresa un dettaglio: si è avvalsa di ben sette detective per scoprire i tradimenti del marito. L’investigatrice privata Klara Murnau a true-news.it: “Ecco perchè non è un fatto così insolito”. Le nuove frontiere della professione. L’intervista

Elisabetta Franchi divorzia. L’ha annunciato a mezzo stampa fornendo anche la motivazione che l’ha portata alla scelta in questione: tradimenti imperdonabili. Supportata da sette investigatori privati la “signora della moda italiana” è venuta a conoscenza di tutte le scappatelle dell’ormai ex marito. Ma servono davvero sette professionisti per un caso del genere? Abbiamo chiesto a Klara Murnau, investigatrice privata esperta di raccontarci qualcosa in più sul fantomatico mondo delle “spie a pagamento”.

Nel caso di Elisabetta Franchi, si parla di sette investigatori privati coinvolti. È normale che un cliente scelga di ingaggiare così tanti professionisti? Quali possono essere i motivi di una scelta del genere?

Quando si parla di tradimenti, specialmente in casi che coinvolgono figure pubbliche di rilievo come quella di Elisabetta Franchi, la situazione può essere particolarmente delicata. L’idea di ingaggiare sette detectives può sembrare insolita a prima vista, ma ci sono diverse ragioni per cui una persona in una posizione così esposta potrebbe adottare un approccio simile. È probabile che non si tratti di sette diverse agenzie, come suggerito dal singolo report menzionato, ma piuttosto di più operatori coordinati sotto la stessa gestione. In queste circostanze l’obiettivo non è solo raccogliere prove di un tradimento, ma anche di proteggere l’immagine pubblica, gestire aspetti patrimoniali di un certo rilievo e tutelare la privacy personale e familiare. Questo richiede una strategia d’indagine sinergica, che spazia dalla raccolta prove foto/video, alla gestione dei media, fino alla preparazione legale adatta per un contesto così complesso. Quando si è sotto i riflettori, ogni dettaglio conta, e disporre di un gruppo multidisciplinare di esperti può essere cruciale per gestire in modo efficace una crisi intricata.

Qual è il ruolo principale dell’investigatore privato in casi di infedeltà coniugale? Si tratta solo di raccolta di prove o ci sono altri aspetti psicologici o emotivi da gestire?

Il ruolo del detective, soprattutto in casi di infedeltà, va ben oltre la mera raccolta di prove. Se da un lato l’obiettivo principale è fornire informazioni concrete e verificabili, dall’altro spesso assume anche un ruolo di supporto emotivo. Quando inizio un’indagine di questo tipo e riesco a instaurare una connessione empatica con il cliente, dico sempre che, per tutta la durata del mandato, sarò come una fidata confidente, pronta ad affrontare e risolvere insieme la situazione. Questo approccio è fondamentale, perché la scoperta di un tradimento è un’esperienza profondamente dolorosa, che mette in discussione l’autostima e il senso di valore personale dell’individuo, rendendolo particolarmente vulnerabile. Per questo motivo, l’investigatore deve agire con estrema sensibilità e discrezione, offrendo non solo fatti, ma anche un supporto umano nella gestione emotiva del caso. La capacità di essere sostegno umano e professionale al tempo stesso è ciò che distingue un buon detective. Un altro aspetto cruciale è la validità legale delle prove raccolte. Lavorare con agenzie qualificate garantisce che il materiale probatorio possa essere utilizzato in procedimenti giudiziari, come cause di separazione o divorzio. Ciò rende il lavoro particolarmente delicato, poiché le prove devono essere ottenute nel pieno rispetto della legge, assicurando al cliente una documentazione solida e ammissibile in tribunale. Infine, l’aspetto psicologico del caso: sapere quando e come condividere le informazioni raccolte è fondamentale per evitare di infliggere ulteriori traumi. Non dobbiamo essere solo raccoglitori di fatti, ma professionisti capaci di muoversi abilmente tra l’aspetto tecnico dell’indagine e le fragili dinamiche emotive che emergono in queste situazioni.

Quali sono le tecniche più efficaci per scoprire un tradimento? C’è un’evoluzione nel modo in cui le indagini vengono condotte grazie alla tecnologia?

Le tecniche investigative possono variare all’infinito a seconda della specificità del caso, ma quelle più efficaci rimangono la sorveglianza attiva e statica, l’impiego di investigatori sotto copertura e, quando possibile, il monitoraggio dei movimenti tramite sistemi di geolocalizzazione. Tradizionalmente, l’osservazione diretta e la raccolta di testimonianze sono strumenti fondamentali, ma oggi la tecnologia ha ampliato enormemente le possibilità di indagine. Ad esempio, l’analisi delle attività sui social media (OSINT) può rivelarsi un’arma potente, poiché molti tradimenti vengono scoperti attraverso interazioni online. Tuttavia, è cruciale ricordare che tutte queste tecniche devono essere applicate nel pieno rispetto delle leggi locali e della protezione della privacy, garantendo che l’indagine sia condotta in modo legale ed etico. Sembra noioso rispetto a quello che propone Netflix vero? Ecco diciamo che le serie tv hanno fatto un gran danno nella percezione del mestiere e le sue possibilità “paranormali”.

Ci sono limiti legali o etici che un investigatore privato deve rispettare durante le indagini su un possibile tradimento? Quali sono i rischi per il cliente o per l’investigatore stesso?

Sì, ci sono limiti legali ed etici ben chiari che un investigatore privato deve rispettare durante le indagini su un possibile tradimento. Il rispetto della privacy e la protezione dei dati personali, tutelati da normative come il GDPR in Europa, sono fondamentali. Violare la privacy accedendo illegalmente a dispositivi elettronici, intercettando conversazioni o entrando in spazi privati senza autorizzazione è un reato. Le indagini devono sempre essere svolte con un mandato, che offre garanzie sia per il cliente che per l’agenzia, proteggendo entrambe le parti da situazioni illecite (soprattutto nel caso di richieste ambigue o illegali da parte del cliente). I rischi emergono solo quando mancano professionalità, onestà e correttezza da entrambe le parti. Se questi principi sono rispettati, ogni cosa è gestibile. Dopotutto, si tratta di indagini su tradimenti, un tema senz’altro delicato ma che rappresenta una routine nella vita professionale di un detective.

Quanto il coinvolgimento emotivo dei clienti influisce sul modo in cui si svolgono le indagini? Come gestite le aspettative di una persona che potrebbe trovarsi in una situazione delicata e dolorosa?

L’impatto è enorme. Può letteralmente stravolgere un’indagine. Prendiamo le aspettative, per esempio: una persona che vive in una situazione di instabilità da tempo, quando finalmente decide di rivolgersi a un detective, spesso arriva al punto di riversare tutta l’ansia accumulata cercando risposte immediate e definitive, come se si aspettasse la soluzione in tempo reale. Per questo, è fondamentale impostare fin da subito una comunicazione chiara e trasparente. Spieghiamo quali sono i limiti delle indagini, cosa possiamo realisticamente ottenere e quanto tempo ci vorrà per raccogliere informazioni solide. E, sì, bisogna anche prepararli all’idea che le prove potrebbero non confermare i loro sospetti. C’è poi l’altro lato della medaglia: ansia e rabbia repressa. In certi casi, i clienti, involontariamente o meno, fanno trapelare il fatto che ci sia un investigatore coinvolto, avvisando di fatto il sospetto e mandando a monte l’intera operazione. E a quel punto, possiamo solo salutare con un bel “bye bye” la possibilità di raccogliere prove chiare! Dunque se mi state leggendo: “Vi prego, ve lo chiedo come favore personale, state tranquilli, datemi retta, aiutatemi ad aiutarvi!”

Dopo che un investigatore ha consegnato le prove, qual è il suo ruolo?

Sarebbe facile dire: e’ fatta, ciao, au revoir! Almeno per quanto riguarda Europol, l’agenzia in cui sono il Capo Detective, il nostro approccio è diverso. Accompagniamo il cliente fino all’eventuale causa legale, offrendo supporto continuo anche agli avvocati. Questo impegno mi ha permesso di collaborare con eccellenti professionisti in tutto il mondo e, spesso, di instaurare simpatie e amicizie con le persone che ho asssistito. Alcuni di loro, anche a distanza di anni, mi raccontano come la loro vita sia migliorata dopo aver chiuso quella relazione disfunzionale che ci aveva portati a incontrarci.

Rispetto al passato che certi elementi non esistevano, Social media e tecnologia rendono il lavoro più semplice o più complesso?

L’avvento dei social media e delle tecnologie digitali ha trasformato profondamente il “mestiere”, rendendolo sia più semplice che più complesso a seconda delle circostanze. Da un lato, ha reso l’accesso alle informazioni molto più rapido e ampio. I social offrono una finestra costante sulla vita delle persone, spesso rivelando indizi preziosi attraverso post, commenti, foto o geolocalizzazioni. In molti casi, le interazioni online possono confermare sospetti o fornire dettagli che sarebbero difficili da ottenere con le tecniche tradizionali. D’altro canto, la tecnologia oggi ha reso il lavoro più complesso perché richiede una competenza tecnica avanzata per gestire software di monitoraggio, analizzare i dati in modo accurato e, allo stesso tempo, rispettare le leggi sulla privacy, che sono diventate più stringenti con la crescita del digitale. Inoltre, il sovraccarico di informazioni (di cui tante fuorvianti e poco valide) che derivano dai social media può essere difficile da filtrare e interpretare, rendendo necessario un approccio strategico e professionale per distinguere ciò che è rilevante da ciò che non lo è. Senza dimenticare che proprio grazie – e a causa – di questo, qualunque utente medio si sente Sherlock, creando spesso casini senza precedenti tra account fake e malagestione delle opinioni o analizzando goffamente dati che vengono scambiati per prove, ma che in realtà sono frutto di errori di interpretazione.

Se una persona sospetta di un tradimento, cosa dovrebbe fare prima di decidere di rivolgersi a un investigatore privato? Ci sono segnali che possono confermare o smentire un sospetto anche senza indagini?

Razionalizzare, per quanto difficile, è il primo passo essenziale. Ognuno ha i propri tempi, ma è fondamentale iniziare da lì. Nella maggior parte dei casi, se qualcuno sente un malessere nella relazione e sospetta un tradimento, probabilmente qualcosa che non va c’è. Le persone raramente immaginano certe cose senza motivo. Ma bisogna davvero volersi liberare dal dubbio, e non tutti lo sono. Proprio ieri ho fatto consulenza ad una giovane donna che, nonostante fosse stata tradita e quasi abbandonata dal marito, non riusciva ad affrontare la realtà. Quando cercava spiegazioni, lui l’aveva accusata di essere “pazza” e di inventarsi tutto. Dalle sue parole era evidente che il loro matrimonio stava toccando il fondo a causa di un tradimento o di una relazione parallela, ma lei non voleva agire, sperando che la rabbia si placasse e che il problema si risolvesse da solo. Mi ha ripetuto più volte che non avrebbe voluto contattare un avvocato, anche se avesse avuto prove concrete. E quando mi ha detto che lui l’aveva persino aggredita, le ho suggerito che, prima ancora di rivolgersi a un legale o a un investigatore, forse sarebbe stato necessario fare una denuncia. È scoppiata in lacrime, dicendo che non voleva divorziare, perché “tutti tradiscono”. Situazioni così non sono mai semplici. Per liberarsi dall’ansia e dal dolore di una relazione disfunzionale, è necessario essere pronti. Verità e Libertà sono strettamente collegate, ma richiedono coraggio. Quanto ai segnali di un tradimento, ce ne sono moltissimi, ma ridurli a una lista, come si fa spesso nelle riviste femminili, non rende giustizia alla complessità delle relazioni. Ogni caso è unico, così come ogni relazione. Generalizzare i segnali può essere fuorviante e non tener conto delle sfumature specifiche di ogni rapporto.

Come immagina il futuro delle investigazioni private, soprattutto in casi di infedeltà? La tecnologia sarà sempre più invasiva o ci sarà una maggiore regolamentazione?

Il futuro delle investigazioni private, non solo nei casi di infedeltà, sarà inevitabilmente influenzato dall’evoluzione tecnologica e da regolamentazioni sempre più rigorose sulla privacy. Da un lato, la tecnologia continuerà a offrire strumenti sempre più avanzati, come l’intelligenza artificiale, il riconoscimento facciale e l’analisi dei big data, che permetteranno agli investigatori di raccogliere e analizzare informazioni in modo più veloce e preciso. Questi strumenti potrebbero facilitare l’individuazione di comportamenti sospetti o movimenti anomali in tempi ridotti. Ovviamente, con l’aumento del potenziale tecnologico, è altrettanto probabile che le normative sulla privacy diventino sempre più stringenti. I governi e le istituzioni dovranno bilanciare l’efficacia delle indagini con la tutela dei diritti individuali, assicurandosi che l’uso di queste tecnologie non sia eccessivamente invasivo. Già oggi, molte giurisdizioni impongono che le prove siano raccolte nel pieno rispetto delle leggi sulla privacy, e possiamo aspettarci che in futuro questa attenzione cresca ulteriormente per prevenire abusi. In questo contesto, gli investigatori privati non solo dovranno restare aggiornati sulle nuove tecnologie, ma anche avere una solida conoscenza delle normative sulla protezione dei dati e della privacy. È probabile che emergerà una crescente specializzazione nel settore, con investigatori esperti sia in ambito tecnologico che legale, per affrontare con sicurezza un panorama sempre più complesso. Insomma, sarà un bel casino. Ma non mi preoccupo tanto per noi, quanto per le generazioni future, l’impatto sulla vita, per come la conosciamo oggi, sarà radicale.