Perché leggere questo articolo: L’Ue è in campo per l’Ucraina. 41 miliardi di euro di risorse arrivano direttamente dal bilancio Ue e da nuovi fondi comuni per programmi di sostegno a Kiev. Mai Bruxelles ha speso così tanto per un Paese membro. Cerchiamo di capire come sono allocati questi fondi
L’Unione Europea, dal 24 febbraio 2022, si è impegnata molto per aiutare l’Ucraina. L’attacco della Federazione Russa ha prodotto un’ampia risposta comunitaria, che si somma a quella dei singoli Stati.
62 miliardi di euro: il valore dell’assistenza europea a Kiev
Tra aiuti militari, garanzie finanziarie, prestiti e aiuti a fondo perduto l’assistenza europea arriva a 62 miliardi euro circa. Questi i dati del think tank tedesco Ifw di Kiel. Di questi, una quindicina sono legati agli aiuti militari deliberati dai Paesi membri e poco meno di sei miliardi alle spese a fondo perduto dei Paesi per gestire l’attività di Ong e aiuti umanitari.
Restano circa 41 miliardi di euro spesi direttamente dalla Commissione Europea e dagli altri enti comunitari. Il cui bilancio settennale 2021-2027 ha subito modifiche e scostamenti in altri casi non garantiti per Paesi interni all’Unione Europea. Non si può paragonare una crisi finanziaria a una guerra, sia ben chiaro. Ma l’elasticità dimostrata dall’Ue per trovare fondi per Kiev non ha avuto paragoni, ad esempio, tra il 2010 e il 2012 per alleviare le sofferenze della Grecia distrutta dall’austerità. Per garantire un minimo respiro alla quale sarebbe servita una frazione di queste spese oggi deliberate con profusione.
Molto si è detto degli aiuti. Meno di una domanda fondamentale: come verranno finanziati e a che condizioni? Capirlo aiuta a dare l’idea di come la guerra in Ucraina abbia cambiato gli stessi processi decisionali dell’Ue. Ivi comprese le regole interne alla comunità dei Ventisette.
L’Assistenza Macrofinanziaria, “regina” degli aiuti all’Ucraina
Lo strumento principale con cui l’Ue sta aiutando l’Ucraina è quello dell’Assistenza Macrofinanziaria (Mfa). L’Mfa è uno strumento finanziario che prevede la possibilità per l’Ue di garantire assistenza in termini di aiuti a fondo perduto o prestiti agevolati ai Paesi attenzionati dalla Politica europea di vicinato (Enp).
L’Enp, nel bilancio settennale 2021-2027, ha un budget di 79,5 miliardi di euro destinati a quei Paesi strategici per la loro vicinanza all’Ue. Essi sono in tutto dieci. Per la precisione Albania, Bosnia-Erzegovina, Georgia, Giordania, Kosovo, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Tunisia e, ovviamente, Ucraina.
Quasi 30 miliardi per Kiev dall’Mfa
Dall’Mfa arriva la stragrande maggioranza dei fondi europei all’Ucraina. Che in quattordici mesi hanno praticamente monopolizzato le disponibilità del bilancio comunitario. Per la precisione 18 miliardi di euro di prestiti e 11,2 miliardi di aiuto a fondo perduto. 29,2 miliardi di euro tratti dal bilancio Ue, oltre un terzo dei fondi Enp in un contesto in cui ai Paesi di riferimento della politica, nonostante le crisi in Bosnia, Kosovo e Tunisia, andavano soltanto le briciole. L’Ue ha impegnato fondi importanti del bilancio pagato dai Paesi membri per aiutare l’Ucraina a rispondere all’offensiva russa.
L’Ucraina ha ricevuto a marzo 1,2 miliardi di euro concordati nel febbraio precedente, prima dell’invasione da parte di Mosca, sotto forma di prestiti a tasso d’interesse nullo e senza condizionalità. E l’invasione ha amplificato l’aiuto. Dopo una prima erogazione a fondo perduto di 1 miliardo di euro sulla scia dell’invasione russa, Bruxelles nel 2022 ha erogato 9 miliardi di euro di aiuti presi dal bilancio Enp con lo strumento Mfa. Tutti questi fondi hanno avuto l’obiettivo di coprire le carenze di bilancio del governo di Volodymyr Zelensky, finanziare i servizi essenziali e permettere i pagamenti dei servizi pubblici. Dopo una prima fase di sostegno incondizionato, per prevenire abusi nella gestione dei fondi, Bruxelles è passata ai prestiti con condizionalità.
Il maxi prestito all’Ucraina di ottobre (con condizionalità)
A ottobre nel quadro dell’Amf l’Ue ha deliberato di stanziare 18 miliardi di euro per Kiev. Questo vuol dire che sarà garantita una media di 1,5 miliardi di euro al mese all’Ucraina sotto forma di prestiti a bassissimo tasso d’interesse spalmati su un periodo di restituzioni di trentacinque anni. Ciò contribuirà a coprire una parte significativa delle spese statali dell’Ucraina per il 2023, che le autorità ucraine e il Fondo monetario internazionale stimano tra i 3 e i 4 miliardi di euro al mese.
La cosa notevole, ha scritto Euractiv, è che pur essendo l’Ucraina in guerra l’erogazione dei fondi sarà sottoposta al vaglio europeo per le condizionalità richieste a Kiev. A cui è stato chiesto di adeguare il suo sistema giudiziario e le sue norme anti-corruzione agli standard europei. Inoltre l’Ucraina dovrà lottare contro il contrabbando, esercizio complesso in tempo di guerra, e sviluppare le capacità istituzionali volte a migliorare la lotta contro il riciclaggio di denaro e il terrorismo finanziario entro il terzo trimestre dell’anno.
Memorandum Ue di assistenza all’Ucraina (Mfa) – Scarica il documento
Il fondo per la pace serve a fare la guerra
29,2 miliardi dal bilancio Ue sui 30,3 indicati dall’Ifw come tratti complessivamente dai fondi già stanziati dall’Ue sono dunque andati ai programmi Mfa. Da dove viene l’ultimo miliardo di euro? Dai fondi per l’assistenza militare all’Ucraina che Bruxelles distribuirà ai Paesi membri che consegnano stock di munizioni a Kiev.
Il Consiglio Europeo ha approvato il 20 marzo e la Commissione vidimato il 13 aprile scorso una misura di assistenza del valore di oltre 1 miliardo di euro nell’ambito dello strumento europeo per la pace (European Peace Facility, Epf). Tale fondo compenserà quei Paesi, a partire dagli Stati baltici e della Polonia, che si sono sguarniti per mandare armi a Kiev.
L’Epf, lo ricordiamo, è nato nel 2021 con l’obiettivo ultimo di prevenire i conflitti, preservare la pace e rafforzare la sicurezza e la stabilità internazionali. Ora finanzierà il riarmo di Kiev compensando i Paesi donatori di armi per le loro politiche di assistenza all’Ucraina.
Gli aiuti extra-budget: il ruolo gli acquisti di armi centralizzati
Al conto mancano una decina di miliardi di spesa extra-budget Ue, secondo i conti dell’Ifm. Si è detto del nuovo intervento Epf tratto direttamente dal bilancio pre-esistente. In questo caso a essere attinti saranno i fondi già stanziati dall’Epf. Questo perché l’erogazione arriverà direttamente ai Paesi membri.
Diverso è il caso dei precedenti interventi dell’Epf dal valore complessivo di 3,5 miliardi di euro. Tali tranche sono state concordate il 28 febbraio, il 23 marzo, il 13 aprile, il 23 maggio, il 21 luglio e il 17 ottobre 2022. I Paesi europei hanno deliberato extra-budget con il proprio contributo per acquistare armi da donare all’Ucraina in forma centralizzata.
Le altre assistenze straordinarie
Gli Stati membri hanno poi deliberato assistenze ulteriori processi di assistenza all’Ucraina sul fronte politico, economico, umanitario aggiungendo risorse extra al budget di Bruxelles. Nella primavera 2022 Bruxelles ha stanziato 668 milioni di euro in assistenza umanitaria per aiutare i civili colpiti dalla guerra in Ucraina. Ciò include 630 milioni di euro per l’Ucraina e 38 milioni di euro per la Moldova. Queste sono le prime erogazioni di un fondo complessivo che può arrivare col contributo degli Stati membri a 1,7 miliardi di euro.
1,8 miliardi di euro sono andati per finanziare progetti di riconnessione dell’Ucraina alla rete elettrica e gasiera dell’Unione Europea e garantire assistenza energetica extra al Paese invaso in caso di crisi. Una scelta lungimirante, visti i recenti casi di blackout e crisi di approvvigionamento nel gelido inverno di guerra.
Restano tre miliardi di euro circa che l’Ue pagherà indirettamente, col contributo degli Stati membri al successivo bilancio e l’impegno dei Paesi membri, per delle misure estemporanee di carattere straordinario. In primo luogo, l’esenzione Iva di molti prodotti ucraini arrivati in Europa, a partire dal grano nei Paesi confinanti, fino al recente stop decretato dalla Polonia. In secondo luogo il programma Eumma di addestramento per 15mila soldati di Kiev. Tali fondi dovrebbero completare i 10 miliardi di assistenza non legata al vecchio bilancio Ue. Per l’Italia, contributrice per poco meno di un quinto del bilancio Ue, questo vuol dire una spesa extra di 1,5-2 miliardi di euro. Il costo della pace e della sicurezza condivisa, bene sempre più desiderato in un’Europa i cui confini sono tornati a infiammarsi. E in cui per un’Ucraina non membro effettivo si sono mobilitate risorse più ingenti, e senza condizionalità stringenti, di quante ne siano mai state messe in campo in passato per alcun Stato membro.