In questo mondo, anzi, in questa epoca dominata dal «politically correct» soprattutto quando si parla di donne ecco che nel commentare qualsiasi cosa riguardi il calcio femminile si rischia di finire in fuorigioco. Così, per evitare malumori o ripicche, ci limiteremo a fornirvi dei numeri lasciando a voi analisi e giudizi.
Partiamo facendo un passo indietro, fino ai Mondiali di calcio donne del 2019, con le Azzurre straordinarie nell’arrivare ai quarti di finale. Un risultato insperato che fece scattare un grande amore tra la gente per il calcio in rosa, da allora ai margini e per lo più sconosciuto.
Così ecco articoli, pubblicità, pagine di riviste, interviste e l’accordo con Sky per trasmettere le partite del campionato di Serie A femminile. Che bella estate.
Calcio femminile e ascolti tv: i numeri parlano da soli
Oggi, a quasi due anni da quei momenti forse irripetibili, bisogna fare i conti con la realtà, quella dei numeri, degli ascolti tv.
Nessuno conferma e nessuno al momento parla di cifre ufficiali ma tra gli addetti ai lavori girano le seguenti cifre che sanno tanto, ma tanto di reale:
- media ascolti tv per partita: meno di 50 mila spettatori
- partita più vista: poco più di 150 mila spettatori
Calcio femminile, la débâcle degli ascolti tv
Inutile riportare lo share, siamo allo 0 virgola qualcosa, un po’ come i casi di trombosi tra chi ha ricevuto il vaccino di Astrazeneca. Come inutile riportare commenti da Sky o dalla Lega Calcio che immaginiamo ci racconteranno a fine campionato di un «buon risultato».
50 mila spettatori medi… in un paese di 60 milioni di abitanti e forse 40 milioni di allenatori di calcio e malati del pallone. Con simili numeri nelle tv nazionali i programmi non arrivano alla seconda puntata. Ma qui è diverso. Rispettare le donne è giusto, giustissimo. Come essere onesti nel chiamare le cose con il loro nome: diciamo «crisi» (e siamo gentili).