Perché potrebbe interessarti questo articolo? Raffaele Fitto è uno dei ministri più esposti nelle ultime settimane: deve gestire la partita del Pnrr, cruciale per il governo e anche per il suo futuro politico. Tanto che i rumors di Palazzo raccontano per lui un possibile ruolo in Europa…
Dalle fatiche del Piano nazionale di ripresa e resilienza al ruolo dorato nella commissione europea. Un salto di qualità nella carriera, passando da Roma a Bruxelles: il ministro agli affari europei e del Pnrr, Raffaele Fitto, si sta giocando la partita decisiva per ritagliarsi un posto di prestigio nell’Unione europea, lui che proviene da un’esperienza di eurodeputato dove ha saputo intessere un’importante rete di relazioni.
Dal 2019 è stato anche co-presidente del gruppo di Conservatori e dei riformisti europei. Il profilo ideale da spendere in Europa per la destra di Giorgia Meloni. In che modo? Il cammino non è certo agevole e la prospettiva è lunga. Ma Fitto è l’uomo scelto dalla presidente del Consiglio e dal suo fido sottosegretario, Giovambattista Fazzolari, per attuare il Pnrr.
Fitto e il Pnrr
Da settimane il ministro è ossessionato dal dossier, tanto da prestare poca attenzione alle altre questioni che pure attengono al suo Ministero. Nei giorni scorsi, intercettato alla Camera, non ha voluto rispondere alle domande dei cronisti sulla riforma del Mes e delle nuove regole del Patto di stabilità. Due argomenti che dovrebbero essere il pane quotidiano per chi ha la delega agli Affari europei. Invece in Transatlantico si è limitato a rispondere: “Mi basta già il Pnrr”. Un modo per dribblare i giornalisti. E per indicare, in maniera implicita, su quale punto sta effettivamente lavorando.
Secondo i rumors di Palazzo, provenienti da chi conosce bene il percorso del ministro, il progetto prevede il continuo accentramento del Recovery plan, un ridisegno complessivo – come già emerso nelle ultime settimane – sotto l’egida di Palazzo Chigi. Quindi nel segno di Meloni e Giovambattista Fazzolari, con Fitto testa d’ariete, scelto come uomo di fiducia. Perché effettivamente la presidente del Consiglio lo stima. “La strategia dell’esecutivo è quella di fare un Pnrr che possa tenere sotto controllo qualsiasi aspetto possibile” spiega una fonte a True-news. Cosa significa dal punto di vista pratico? “Delegare poco, lo stretto indispensabile, in modo che la centrale con cui trattare per le risorse resti Palazzo Chigi”.
Prospettiva commissario
Il punto di riferimento è quindi proprio Fitto. Una faticaccia, insomma. Ma questo sforzo ha anche una ragion d’essere, che va al di là della partita di governo: l’ex presidente della Regione Puglia accarezza l’ambizione di approdare in Europa, non più come semplice eurodeputato, ma con un compito di maggiore prestigio. Quello di commissario nella futura commissione Ue, che dovrà formarsi nel 2024. Spetterà al governo Meloni, infatti, indicare un nome gradito a Bruxelles. E Fitto risponde precisamente all’identikit dell’esponente di una destra radicale sì, ma capace di dialogare con tutti, anche perché i suoi trascorsi sono stati con Forza Italia, uno dei pilastri del Partito popolare europeo.
Perciò occorre che il ministro in carica giochi al meglio la sfida del Pnrr, perché avrà un ulteriore marchio di garanzia nel curriculum. Non è passato inosservato il fatto che, nonostante le fisiologiche tensioni con le opposizioni, abbia instaurato un dialogo in Parlamento: ai dibattiti sull’ultimo decreto Pnrr è stato sempre presente e dopo pochi giorni ha riferito in Aula per rispondere ai quesiti di deputati e senatori.
Progetto Europa di Meloni
Certo, da qui al salto nell’Unione ci passa più di un anno e una competizione elettorale, quella delle Europee, che avranno un impatto sul sistema di potere di Bruxelles. Ma il disegno politico di Meloni non è così misterioso: punta a rafforzare l’asse con il Ppe, portando la sua destra a essere decisiva per avere una maggioranza di centrodestra anche in Europa. Puntando a cambiare le regole. Insomma, mentre nel Palazzo in Italia ci sono incidenti di piccolo cabotaggio, legati a deputati distratti, la premier pensa in grande. Sia in casa che all’estero.