(Adnkronos) – Come ipotizzato da gran parte degli analisti, la Federal Reserve va avanti sulla strada dei rialzi dei tassi ma – alla luce dell’andamento dell’inflazione e dei rischi di recessione – limita il nuovo ritocco a 25 punti, portando il range del tasso federale di riferimento dal 4,75-5% al 5-5,25%. Il Fomc, il comitato di politica federale della banca centrale Usa, segnala “una crescita modesta del’attività economica nel primo trimestre” mentre “la crescita dei posti di lavoro è stata robusta e il tasso di disoccupazione è rimasto basso”. Tuttavia – si spiega – “l’inflazione rimane elevata”, un “rischio al quale il Comitato rimane molto attento”.
La Fed riconosce come sia “probabile che condizioni di credito più restrittive per famiglie e imprese pesino sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione” anche se – spiega – “la portata di questi effetti rimane incerta”.
La Fed indica ora la possibilità di un rallentamento o addirittura di uno stop: infatti nella dichiarazione conclusiva del Fomc, si segnala come “il Comitato sarebbe disposto a modificare opportunamente l’orientamento della politica monetaria qualora emergano rischi che potrebbero ostacolare il conseguimento degli obiettivi” prefissati. Parole che sembrano indicare una preoccupazione sui rischi di recessione legati alla contrazione del credito, provocata dai rialzi (con il ritocco odierno si tocca il massimo degli ultimi 16 anni): nelle prossime decisioni – si sottolinea – si “terrà conto di un’ampia gamma di informazioni, compresi i dati sulle condizioni del mercato del lavoro, le pressioni inflazionistiche e le aspettative di inflazione, nonché gli sviluppi finanziari e internazionali”.
La Fed conferma comunque la continua riduzione del bilancio con il calo delle partecipazioni in titoli del Tesoro e titoli di debito di agenzie e titoli garantiti da ipoteca di agenzie.