Perché questo articolo potrebbe interessarti? Tra i tanti Paesi con i quali l’Italia potrebbe e dovrebbe rafforzare la cooperazione economica troviamo l’India. Ecco i settori più caldi e i dossier sul tavolo
La visita di Giorgia Meloni in India ha creato le premesse per consentire all’Italia di rafforzare i rapporti con Nuova Delhi. Soprattutto in alcuni settori del mercato, ancora di nicchia, ma potenzialmente sfruttabili dalle eccellenze del Made in Italy.
Anche perché il gigante asiatico indiano vuole sfruttare il momento geopolitico favorevole e diventare, finalmente, una potenza globale a tutti gli effetti.
Da questo punto di vista, il governo italiano può offrire alcuni appoggi considerevoli. E basta dare un’occhiata ad un paio di numeri per capire di cosa stiamo parlando.
Come ha sottolineato l’ambasciata indiana a Roma, le principali voci delle importazioni dell’India dall’Italia riguardano, tra le altre voci, macchinari per l’industria tessile, dell’abbigliamento e del cuoio, prodotti di base biologici, parti e accessori per veicoli.
Per non parlare, poi, del settore Food and Wine, una nicchia di mercato ma in continua crescita dopo la pandemia di Covid-19.
La miniera India: un’occasione per l’Italia
Innanzitutto, quando parliamo di India ci riferiamo ad una sorta di continente. Il Paese ospita oltre 1,4 miliardi di abitanti (ha da poco superato la Cina come il più popoloso al mondo) e ha un pil di circa 2.660 miliardi di dollari.
Le stime del Fondo Monetario Internazionale ipotizzano una crescita del suo prodotto interno lordo del +5,9% nel 2023 e del +6,3% nel 2024.
Il commercio bilaterale tra India e Italia ha registrato nel 2022 un valore di 14,88 miliardi di euro. Le esportazioni dall’India verso l’Italia hanno raggiunto i 10,06 miliardi di euro, con un aumento del 60,50% rispetto al precedente anno 2021.
Le importazioni dall’India dall’Italia hanno invece toccato i 4,82 miliardi di euro, registrando un incremento del 24,23% rispetto all’anno 2021.
L’Italia è il quarto partner commerciale dell’India nell’Unione europea, dopo Germania, Belgio e Paesi Bassi. È anche il 17esimo maggiore investitore straniero nel Paese asiatico con un afflusso cumulativo di IDE pari a 3,25 miliardi di dollari nel periodo compreso tra l’aprile 2000 e il dicembre 2022. Numeri che devono e possono essere migliorati.
Agroalimentare e moda: i settori da sfruttare
In generale, le prospettive future per gli investimenti e il commercio con l’India sono incoraggianti. E questo perché Nuova Delhi continua ad essere vista come un’economia emergente nel mondo, tanto in termini di commercio e investimenti, quanto in termini di dimensioni del mercato.
Per quanto riguarda due dei settori più interessanti, l’agroalimentare e il tessile, vale la pena soffermarci su alcuni numeri.
Nel settore alimentare, l’India importa principalmente da Indonesia, Malesia, Argentina, Ucraina e Stati Uniti. Come ha evidenziato l’ICE, il trend di crescita vede aumentare l’acquisto dall’estero di frutta secca e fresca, latticini, piatti pronti, salse e condimenti, prodotti a base di cioccolato.
Per quanto riguarda il mercato del vino, l’Italia si colloca in un’ottima posizione quale secondo fornitore dell’India dopo l’Australia, con valori in crescita da 1,85 milioni di dollari nel 2019 a 1,79 milioni nel 2020, fino ai 2,94 milioni nel 2021, con una quota sul totale mondo del 14.72% ed una crescita 2020/2021 del +64,35%.
Sul fronte moda, l’industria della moda indiana vale circa 70 miliardi di dollari e cresce più del 10% all’anno. Secondo un rapporto pubblicato nel 2021 dalla Confederazione dell’Industria Indiana (CII) e da AT Kearney, le esportazioni tessili dell’India dovrebbero aumentare dell’81%, a 65 miliardi di dollari, entro il 2026, dai 36 miliardi di dollari del 2019. Per riuscire in questo, Delhi potrebbe fare leva sul know how italiano.
Joint venture e investimenti
In ogni caso, l’Italia e l’India sono intenzionate a concretizzare il partenariato strategico stretto in occasione della visita a Nuova Delhi di Meloni.
Come ha spiegato Antonio Tajani lo scorso 13 aprile, in occasione della visita in Italia del ministro del Commercio indiano, Piyush Goyal, l’Italia, seconda potenza manifatturiera nell’Unione europea, lavorerà con il gigante indiano per stringere joint venture e fare investimenti, per esportare e importare know how.
I futuri sviluppi dipenderanno anche dalla conclusione del negoziato per un accordo di libero scambio in corso tra l’India e l’Unione europea. A livello bilaterale, comunque, ci sono ampi margini di miglioramento. “È possibile fare di più in molti settori”, ha ammesso Tajani, citando ad esempio il turismo.
Roma ospiterà la prossima riunione della Commissione mista per la cooperazione economica, nell’ultima settimana di settembre, e pensa anche all’istituzione di gruppi di lavoro congiunti settoriali, soprattutto in aree strategiche.
L’India vuole portare al prossimo livello questa partnership, alla quale attribuisce grande valore. L’Italia dovrà quindi farsi trovare pronta.