A uno a uno crollano i ponti e le funivie, così come la certezza di un Paese ormai fallito. E certo non è colpa della casualità se tredici martiri non torneranno più a casa. Erano partiti la mattina di bónora con gli zainetti carichi di sogni e di speranze per cercare di tornare a vivere la normalità che questa pandemia ha portato via.
L’incidente sulla funivia Stresa-Mottarone
E via verso il Mottarone sulla funivia a picco sul lago Maggiore, uno dei paesaggi più suggestivi d’Italia. Mamme, papà, nonni, bambini morti per l’incuria e il menefreghismo italiota.
Una fotografia del nostro bel Paese ormai ridotto in macerie tra clientelismi e controllati che sono anche controllanti. Il caso del ponte Morandi a Genova non ha insegnato nulla se non che in Italia a nessuno importa di verificare la sicurezza in cui versano le infrastrutture ormai obsolete, ma appena accade la tragedia tutti a cercare il colpevole da lapidare in piazza.
Incidente sulla funivia: di chi è la colpa?
L’unica colpa semmai è nostra: di una politica menefreghista che non mette mano per sistemare e rendere sicure le infrastrutture. Politica e funzionari pubblici, imprenditori e enti preposti al controllo, magistrati e avvocati. Una pletora di incapaci al disservizio del Paese.
Per una settimana parleremo di questa tragedia, per poi dimenticarcela in fretta come accaduto con Genova, Amatrice e Capaci.
Benvenuti in Italia!