(Adnkronos) – Lo scrittore nazionalista russo Zachar Prilepin, rimasto ferito ad entrambe le gambe nell’esplosione della sua auto, è stato operato con successo e messo in coma farmacologico per un migliore e più rapido recupero. Ad annunciarlo è stato il governatore della regione di Nizhny Novgorod Gleb Nikitin sul suo canale Telegram.
Nell’attentato l’autista di Prilepin è morto. L’ordigno improvvisato piazzato sotto il cofano dell’auto di Zachar Prilepin conteneva circa due chili di esplosivo, riferisce la Tass, citando l’esito delle indagini preliminari sull’attentato. Sui social girano le immagini del cratere profondo 1,5 mt causato dall’esplosione.
L’ARRESTO – Per l’attentato è stato arrestato un uomo, che ha confessato di aver agito su ordine dei servizi segreti ucraini. Lo ha dichiarato ai media il servizio stampa del comitato investigativo russo. “Il sospetto è stato arrestato. Ha confessato di aver agito su istruzione dei servizi segreti ucraini”, si legge nel comunicato stampa. L’uomo avrebbe dichiarato di aver attivato la bomba a distanza. “Ha piazzato un ordigno esplosivo sulla strada dell’auto di Zachar Prilepin e l’ha attivato a distanza. Dopodiché è fuggito, ma è stato arrestato dalle forze dell’ordine mentre usciva dai boschi vicino a un’altra località”.
È stato avviato un procedimento penale ai sensi dell’articolo 205 del codice penale (atto terroristico). Funzionari delle forze dell’ordine hanno detto alla Tass che dietro l’attacco potrebbe esserci stato un gruppo di sabotaggio. Intanto, le forze dell’ordine sono impegnate nella ricerca di eventuali complici.
LA RIVENDICAZIONE – L’attentato contro Prilepin è stato rivendicato dal gruppo Atesh, movimento di partigiani della Crimea che riunisce ucraini, tatari e russi. Lo scrive la Novaya Gazeta, citando un post su Telegram dello stesso gruppo nato nel settembre dello scorso anno.
MOSCA: WASHINGTON E KIEV PRINCIPALI RESPONSABILI – In una dichiarazione il ministero degli Esteri russo afferma che Washington e Kiev sono i principali responsabili dell’attacco. “La responsabilità di questo e di altri atti terroristici non è solo delle autorità ucraine, ma dei loro protettori occidentali, in primo luogo gli Stati Uniti, che dal colpo di Stato del febbraio 2014 hanno scrupolosamente alimentato il Progetto nazista anti-russo in Ucraina”, vi si legge. “La mancata condanna da parte di Washington di un altro di una serie di attacchi terroristici contro un giornalista e personaggio pubblico russo è un atto di auto-denuncia da parte delle autorità statunitensi. Il silenzio delle organizzazioni internazionali interessate è inammissibile”.