Perché può interessarti questo articolo? Le regionali in Molise di fine giugno sono l’ultimo atto prima dell’appuntamento delle elezioni Europee del 2024. Centrosinistra e centrodestra dimostrano tutta la fatica di mettere insieme delle proposte di coalizione coese. Ecco il quadro della situazione.
Il piccolo Molise come esempio delle difficoltà dei partiti a firmare alleanze. Il prossimo 25-26 giugno, infatti, si corre per la presidenza della Regione, andando a ruota del voto delle amministrative in calendario già nel prossimo fine settimana, per cui sono previsti i ballottaggi a fine maggio. Si tratta dell’ultimo test intermedio prima delle Europee del 2024. Il quadro conferma che le coalizioni hanno fatto fatica a mettere insieme i pezzi, tra nomi locali e nazionali. A cominciare dall’asse tra il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle.
Regionali Molise: la scelta del candidato di centrosinistra
L’alleanza alla fine ha puntato sull’attuale sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, esponente del M5S. Un punto di caduta che ha premiato i desideri dell’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha voluto dimostrare di poter imporre un nome a Elly Schlein, “smentendo l’idea che sia subalterno al Pd”, fanno sapere fonti interne. Da mesi è un cruccio dell’avvocato di Volturara Appula: dimostrare che non c’è un padrone della coalizione. Una versione ribadita su altri punti politici come la manifestazione, insieme alla Cgil, di sabato scorso a Bologna.
Tutto roseo? Mica tanto. Per arrivare alla convergenza su Gravina è stato bruciato un nome di prestigio, dall’afflato civico, come il giornalista Domenico Iannacone, che avrebbe rappresentato una novità notevole nel panorama locale. Ma con risvolti nazionali. La candidatura era stata avanzata dalle organizzazioni civiche, come Molise Domani, che hanno messo sul tavolo un’opzione che inizialmente sembrava gradita ai partiti della coalizione progressista. Iannacone è un volto televisivo, apprezzato per le inchieste contro il potere.
Pd e M5S: Gravina preferito a Iannacone
Poi c’è stata l’inversione di rotta per puntare sul nome di Gravina. E qui lo scivolone più visibile è stato fatto dal coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle, l’ex deputato Antonio Federico, che aveva escluso un impegno diretto di Gravina: “Oggi è il sindaco del capoluogo di regione, è questa al momento la sua priorità, è nelle sue corde. Indipendentemente dalle nostre regole, dai principi. È un valore per il Movimento non solo in Molise ma in tutta Italia”, aveva scandito appena qualche settimana fa.
La storia è andata in un’altra direzione, forse anche leggendo i sondaggi che vedono Gravina competitivo per la vittoria. E successo in un’elezione regionale dell’alleanza Pd-M5S sarebbe una grande novità. “Finora dove ci siamo presentati abbiamo sempre perso. Se spezziamo questa catena non può che essere positivo”, ricorda una fonte dem. Dunque, questo spiega la disponibilità di Schlein sul via libera alla proposta di Conte. “D’altra parte non è detto che Iannacone non sarebbe stato altrettanto competitivo…”, fa notare chi avrebbe preferito la candidatura del giornalista.
Centrodestra in Molise: stop a Toma
Ma se nel campo progressista non sono mancate incongruenze, non va meglio nel centrodestra. Solo nelle ultime ore ha trovato il nome da schierare, trovando una quadra tra i partiti della maggioranza di governo nazionale. Il prescelto è Francesco Roberti, sindaco di Termoli ed eletto presidente della Provincia di Campobasso, esponente di Forza Italia. Un risultato importante per il partito di Silvio Berlusconi, che può così incassare una possibile conferma al comando della Regione, ovviamente in caso di successo elettorale, dopo il mandato di Donato Toma.
“L’intesa è stata raggiunta dopo un ampio confronto, ringraziando tutti coloro che sono stati al centro di questa vicenda, in primo luogo un ringraziamento al presidente Donato Toma che ha guidato il Molise negli ultimi cinque anni”, recita la nota ufficiale, sottoscritta dalla varie forze della coalizione, descrivendo un contesto armonico che non c’è stato. Proprio Toma, presidente uscente, è stato messo alla porta dopo il completamento di un solo mandato.
L’ipotesi di un bis quasi non è stata considerata. Il segnale di un’amministrazione che non ha convinto gli stessi partiti che lo hanno sostenuto in questi anni. “A Roberti spetta il compito di dare continuità, proponendo innovazione nel modello di governo”, è la versione di fonti di centrodestra che hanno seguito il dossier.
Centrodestra molisano a trazione Lotito
Peraltro, in questo discorso ha giocato un ruolo da protagonista Claudio Lotito, che ormai nel Molise ha stabilito la sua roccaforte elettorale. Alle ultime Politiche il suo seggio è scattato proprio in quel territorio. Non a caso, nella sua attività a Palazzo Madama il presidente della Lazio e senatore di Forza Italia ha spesso cercato di inserire delle misure a favore del Molise, accreditandosi come un interlocutore. Dalla regione più piccola d’Italia, insomma, si prevedono fuochi d’artificio.