Il piano di Elon Musk per rivoluzionare Twitter prende sempre più forma. Dopo i lunghi tira e molla per acquistare la piattaforma nell’ottobre 2022 per l’astronomica cifra di 44 miliardi di dollari, ora l’imprenditore sudafricano con cittadinanza canadese naturalizzato statunitense va avanti spedito. Prova ne è la nomina di Linda Yaccarino – già presidente delle vendite pubblicitarie per NBCUniversal – come Ceo di X Corp, la technology company fondata nel 2023 in sostituzione di Twitter, Inc.
Un annuncio accompagnato dalla conferma del futuro che aspetta il social network dei cinguettii. “Lei si concentrerà principalmente sulle operazioni commerciali, mentre io mi concentrerò sul design del prodotto e sulle nuove tecnologie. Non vedo l’ora di lavorare con Linda per trasformare questa piattaforma in X, l’app per tutto”, ha spiegato lo stesso Musk. Quindi, addio alla specificità dei messaggi brevi per far spazio a un maxi social network sul modello della cinese WeChat, che consente di fare shopping, effettuare pagamenti, organizzare spedizioni ed altro.
Elon Musk a caccia di pubblicità per Twitter
Obiettivo principale, innanzitutto: andare a caccia di pubblicità. “La scelta di Yaccarino, da lungo tempo insider dell’industria dei media, potrebbe segnalare un cambiamento nella società in difficoltà e rivelarsi un sollievo per gli inserzionisti, molti dei quali hanno lasciato Twitter dopo che Musk ha preso il controllo”, ha scritto il Washington Post, sottolineando come il team di Yaccarino a Nbc Universal abbia stretto partnership con Apple News, BuzzFeed e Snapchat, tra gli altri.
Oltre al nuovo amministratore delegato e al cambio di nome della società, che cos’altro prevede il piano del magnate, il cui arrivo è stato segnato anche dal licenziamento di 6.500 dipendenti su un organico di 8.000 e dall’annuncio della cancellazione di 1,5 miliardi di account “dormienti”, ovvero inattivi, per lasciare il posto a chi genera interazioni (quindi soldi)?
Chiamate audio e video: Twitter sfida Whatsapp
Il prossimo passo saranno le chiamate audio e video via Twitter, come ha twittato in settimana il proprietario di Tesla e SpaceX. “Ci saranno chat vocali e video dal tuo account su questa piattaforma: potrai parlare con persone in qualsiasi parte del mondo senza dare il tuo numero di telefono”. Una mossa che è un guanto di sfida a Whatsapp (che Musk ha definito non “attendibile”), ma anche a Messenger, Signal e Telegram. La piattaforma inizierà anche a crittografare i messaggi diretti per salvaguardare la privacy, mentre non si sa se avverrà lo stesso per le chiamate.
Twitter Blue: servizi aggiuntivi a pagamento
L’altra grossa novità introdotta in questo primo periodo della ‘gestione Musk’ è Twitter Blue, un abbonamento premium a pagamento. Con 7 euro al mese da web e 11 euro da app iOS o Android, si ha diritto alla famosa “spunta blu”, che prima indicava gli account verificati e ora, in sostanza quelli paganti, con la quale si ha diritto ad accedere a tutta una serie di servizi aggiuntivi. Qualche esempio? Si possono twittare messaggi fino a 4mila caratteri (al posto degli attuali 280) e se ne può modificare il testo fino a 5 volte entro i primi 30 minuti, si possono pubblicare video più lunghi e con risoluzione 1080p, si visualizza la metà degli annunci pubblicitari, si ottiene l’accesso in anteprima a funzioni inedite e si ha diritto a un’immagine del del profilo NFT.
Vip privilegiati, è polemica
Twitter Blue ha subito scatenato le polemiche, tanto che in questi giorni c’è un fuggi fuggi verso il nuovo social Bluesky, l’alternativa decentralizzata a Twitter sostenuta dal co-fondatore del social network, Jack Dorsey, così come nei mesi scorsi, mentre Musk trattava per l’acquisto di Twitter, molti si erano rivolti a Mastodon e Post. Non solo. Ci sarebbe una serie di vip che ha ricevuto il badge blu gratuitamente, per gentile concessione del neo-proprietario, inclusi personaggi come LeBron James e Stephen King, che in passato hanno ripetutamente criticato il social network.
Insomma, tante belle parole di Elon Musk sulla democrazia e sulla libertà di parola, ma alla fine vince chi paga, oppure chi è amico e potente. Per esempio, pare che da quando il magnate di Pretoria ha comprato l’azienda, Twitter abbia soddisfatto oltre l’80% delle richieste di rimozione o modifica di contenuti da parte di governi e tribunali, rispetto al 50% del periodo precedente al suo insediamento.
E se fate domande per avere un po’ di chiarezza, sappiate che l’ufficio stampa risponde così: 💩.
[email protected] now auto responds with 💩
— Elon Musk (@elonmusk) March 19, 2023