Perché questo articolo potrebbe interessarti? L’Italia è indirettamente finita al centro di un controverso e curioso episodio social, con ogni probabilità collegabile alla guerra dell’informazione in corso tra Cina e Taiwan.
Centinaia di cittadini cinesi, partiti dalla Cina e approdati in Europa dopo l’allentamento delle restrizioni anti Covid, risulterebbero invisibili. Sarebbero ufficialmente entrati nei Paesi europei, ma grazie ad uno stratagemma burocratico è come se non lo avessero mai fatto. Per alcuni di loro si tratterebbe di un ritorno nelle stesse nazioni nelle quali abitavano e lavoravano da anni. Per altri potrebbe essere la prima volta.
La nebbia è ancora fitta e c’è molta incertezza. Ma la notizia è rimbalzata sui social network cinesi dove in poche ore è diventata virale. I riflettori, in particolare, sono puntati sulla vicenda di 400 presunti cinesi che sarebbero arrivati come turisti da Wenzhou in Italia, per poi restare illegalmente sul territorio italiano.
Che cosa sta succedendo? Sul tavolo ci sono svariate ipotesi. Si va dalla fake news ad un nodo burocratico sfruttato dai diretti interessati al fine di tornare o arrivare in Europa. Nel primo caso per riavviare le attività lavorative sospese durante la pandemia. Nel secondo per costruire una nuova vita. Prende forma, però, un’altra pista. Quella della guerra dell’informazione tra Taiwan e la Cina.
La storia dei cinesi “scomparsi” in Italia
Da quanto emerso, il fenomeno andrebbe avanti da settimane. Precisamente da quando Pechino avrebbe iniziato ad allentare la sua Zero Covid Policy, riaprendo i confini nazionali e consentendo ai viaggiatori di entrare ed uscire senza limitazioni di sorta. L’Italia risulterebbe uno dei Paesi più interessati, tanto da esser stata espressamente citata in una vicenda specifica.
Il dossier è stato riportato anche dall’agenzia tawanese Cna. Altri media taiwanesi hanno focalizzato l’attenzione su due post comparsi sui social. Nel primo, sintetizzato da Newtalk, si legge che l’ambasciata italiana a Pechino avrebbe smesso di accettare i visti turistici per i viaggi di gruppo dei cinesi in partenza dalla Cina. E tutto questo perché 400 turisti cinesi sarebbero arrivati in Italia per restarci illegalmente.
Persone che hanno familiarità con la situazione sostengono che alcuni di quei cinesi avrebbero preso in prestito visti turistici di gruppo per arrivare in Italia e con l’obiettivo di restarci. Altri lo avrebbero fatto per ovviare alcune pratiche burocratiche, e per loro si tratterebbe di un ritorno.
Un secondo post spiega invece che i capi di diverse agenzie cinesi di viaggio online avrebbero ricevuto un avviso interno, secondo cui l’ambasciata italiana avrebbe smesso di accettare visti per tour di gruppo. Al momento, come sottolineano i messaggi di alcuni netizens, la vendita dei prodotti con destinazione l’Italia sarebbe sospesa. Gli stessi utenti hanno inoltre ricordato che la domanda di visto di gruppo dalla Cina all’Italia era stata riaperta solo da due mesi.
L’ombra della guerra dell’informazione
Questi sono i fatti nudi e crudi. Eppure, in seguito ad un lavoro di fact checking, si notano enormi zone d’ombra. Intanto, come ha evidenziato Yahoo, il Consolato italiano a Shanghai ha dichiarato che il rilascio dei visti turistici di gruppo è stato sospeso dal 2020 a causa della politica epidemica della Cina, e che non è ancora ripreso.
Non c’è traccia, quindi, della sospensione evocata dai post sopra citati. Come se non bastasse, le agenzie di viaggio cinesi autorizzate stanno ancora richiedendo la registrazione e l’approvazione per far ripartire i tour organizzati. Queste sono di per sé due prove abbastanza evidenti da smontare la versione dei “400 cinesi di Wenzhou spariti in Italia” e di altre vicende simili.
È pur vero che questo stratagemma, ossia partire verso l’Europa con un visto turistico, per poi volatilizzarsi e creare in loco una nuova vita nell’ombra, era una tattica adottata molti decenni fa dagli immigrati cinesi. La sensazione, considerando il momento in cui è stata immessa la voce sui social, è che si tratti di un classico esempio di propaganda volta a destabilizzare l’opinione pubblica.
In questi giorni, infatti, è caldissimo il tema del Memorandum of Understanding relativo alla Nuova Via della Seta tra Italia e Cina. Roma potrebbe non rinnovarlo provocando una possibile reazione cinese, concretizzabile anche mediante l’attivazione della leva turistica da parte del Dragone. Detto altrimenti, con il passo indietro del governo italiano sull’accordo sopra citato, Pechino cercherebbe di far convogliare i suoi turisti altrove. Con importanti conseguenze economiche per il settore turistico italiano.
La voce dei turisti cinesi scomparsi in Italia, per altro rilanciata da numerosi canali Youtube vicini alle istanze taiwanesi, ma ignorata in Occidente, non fa altro che accreditare l’ipotesi di una guerra dell’informazione. Un tentativo, a quanto pare, non andato a buon fine.