(Adnkronos) – Via libera del Senato al decreto Ponte, il dl n. 35, recante disposizioni urgenti per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria. A favore del testo, approvato già alla Camera lo scorso 13 maggio, sono stati 103, contrari 49, tre gli astenuti. Il via libera è arrivato tra gli applausi della maggioranza, con i leghisti che hanno abbracciato il ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini, presente in Aula, visibilmente soddisfatto.
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti pensa a un concorso di idee per la scelta del nome ufficiale e definitivo. Il Mit spiega che il Ponte sullo Stretto di Messina è stato ribattezzato ‘il ponte degli italiani’.
Nel suo intervento il leader della Lega ha ribadito che per il ponte l’apertura del cantiere avverrà “l’anno prossimo”. Salvini ha poi escluso rischi di infiltrazioni mafiose (“io mi fido della magistratura”), aggiungendo che il “Comitato tecnico-scientifico sarà composto dai più grandi esperti internazionali”, coinvolti per realizzare “la più grande opera pubblica al mondo, il ponte a campata unica più grande del mondo” che “sarà l’orgoglio dell’Italia nel mondo”.
Poi, dopo il sì definitivo, ha commentato: “Non è il Ponte di Messina, è il ponte degli italiani”. Il via libera al decreto legge ”è una giornata storica, attesa da più di 50 anni” che ”darà 100.000 posti di lavoro e farà risparmiare ai siciliani 6 miliardi di euro l’anno”.
Il ponte ”per la Sicilia e la Calabria è un risarcimento danni dopo 50 anni di promesse mai mantenute e serve a tutta Italia”, che ”unisce tutto il Paese, che mi rende orgoglioso di essere stato umile operaio di questa giornata fondamentale, che è figlia di un lavoro di squadra”. Il prossimo passo sarà la nomina dei componenti del cda della società Stretto di Messina e poi tutti i passi, dalla manovra di bilancio del prossimo inverno, dove ci saranno i primi stanziamenti necessari ad avviare i lavori entro l’estate del 2024, ha aggiunto il vicepremier.
Il Ponte sullo Stretto ”è il più studiato al mondo, più verificato al mondo, più indagato al mondo, più approfondito e più atteso al mondo. Una struttura unica e avveniristica come questa può e deve compiersi”, ha detto in conferenza stampa Salvini. ”Un’infrastruttura green, moderna, sicura, unica nel suo genere, però visitabile – ha sottolineato – è qualcosa che chiederò di aggiungere al progetto su cui chi di dovere, non i politici ma gli ingegneri migliori al mondo, stanno lavorando”.
Il Ponte sullo Stretto di Messina ”è un’opera che tutto il mondo verrà a studiare e visitare. Perché oltre ai benefici economici, sociali, ambientali di questa opera ci sarà anche un indotto turistico. Pensiamo a quanti italiani vanno a visitare ponti in altre città del mondo, spendendo anche in un bel po’ di soldi”, ha aggiunto il ministro per le Infrastrutture.
La sfida sul Ponte di Messina vede la politica chiamare in causa il genio italiano e il Rinascimento. Da una parte Salvini, che chiede aiuto a Michelangelo, Raffaello e Leonardo, dall’altra la senatrice Barbara Floridia, del M5S, che replica a tono, affermando che se a quei tempi ci fosse stata la Lega non avremmo proprio avuto il Rinascimento. Per Salvini, principale sponsor al governo dell’opera, “è il tempo di osare”. “L’Italia è la patria del Rinascimento – dice nel suo intervento in Senato – Se Michelangelo, Raffaello o Leonardo da Vinci non avessero osato, se fossero dovuti passare attraverso la commissione di studio costi-benefici, non avremmo quello che fortunatamente hanno fatto”, aggiunge mentre l’Aula non fa mancare qualche ironia, che si sente distinta dai banchi dell’opposizione.
Poi l’affondo del Capitano: “Bisogna osare. Se ci fossero stati all’epoca i 5 Stelle, noi milanesi le chiuse sui Navigli di Leonardo da Vinci non le avremmo mai viste, per intenderci, ci sarebbe il comitato anti Leonardo: ‘questo è un matto, vuole fare le chiuse sui Navigli, fermatelo, è denaro speso male'”. Parole che non vanno giù alla pentastellata presidente della Vigilanza Rai. “Lei – dice la messinese Floridia puntando Salvini – prima ha detto che se nel Rinascimento ci fosse stato il Movimento 5 Stelle oggi noi non avremmo le chiuse sui Navigli. Se nello stesso periodo ci fosse stata la Lega, non avremmo proprio avuto il Rinascimento”, scandisce applaudita dai senatori del suo gruppo.
“Mi conceda poi un consiglio non richiesto – conclude – i grandi geni del passato, come Michelangelo e Leonardo, non sono soltanto geni del fare, sono geni dell’essere. Se fossi in lei, non oserei il paragone”.