1.085 milioni per limitare l’impatto dei 2,2 miliardi di payback. E’ solo una delle misure previste dal Decreto Bollette, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29 maggio 2023 il testo del Decreto Bollette convertito in legge la scorsa settimana dopo l’approvazione al Senato.
Payback: le aziende possono richiedere finanziamenti assistiti dalla garanzia del Fondo già costituito presso il Mediocredito Centrale Spa
Tante le misure che riguardano la sanità. A partire dall’annosa e problematica misura del payback sui dispositivi medici. Ecco cosa prevede il testo all’articolo 8:
“Si istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, un fondo da ripartire tra le regioni e le province autonome, quale contributo statale al ripiano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici relativo agli anni da 2015 a 2018 (comma 1), e dispone sul relativo riparto e sull’utilizzo delle quote derivanti dallo stesso (comma 2).
Prevede, inoltre, che le aziende fornitrici di dispositivi medici, qualora non abbiano attivato un contenzioso o rinuncino allo stesso, possano versare a ciascuna regione e provincia autonoma, entro il 30 giugno 2023, in luogo della quota intera, una somma pari al 48 per cento di quanto dovuto a titolo di contributo al ripiano (comma 3). In sede referente questa parte del testo è stata modificata allo scopo di chiarire a quale specifico contenzioso occorra rinunciare per l’accesso al beneficio in questione, nonché al fine di indicare gli effetti giuridici del versamento della quota ridotta e i connessi adempimenti delle regioni e delle province autonome. L’articolo dispone, altresì, in ordine alle modalità di compilazione della fattura elettronica riguardante i dispositivi medici e alle modalità di verifica della corretta compilazione (comma 4 e comma 5).
Infine (comma 6), prevede che, ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di ripiano, si possano richiedere finanziamenti assistiti dalla garanzia del Fondo già costituito presso il Mediocredito Centrale Spa (Fondo finalizzato ad assicurare una parziale assicurazione ai crediti concessi dagli istituti di credito a favore delle piccole e medie imprese).
Payback, le aziende possono portare in detrazione l’IVA determinata scorporando la medesima dall’ammontare dei versamenti effettuati
Si parla del payback anche nell’articolo 9. Che si focalizza sull’Iva.
Il testo: “L’articolo prevede che, in relazione ai versamenti effettuati dalle aziende produttrici di dispositivi medici alle regioni, le aziende possono portare in detrazione l’IVA determinata scorporando la medesima dall’ammontare dei versamenti effettuati (comma 1).
Il computo dell’IVA sarà effettuato dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano e si baserà sulle fatture emesse dalle aziende nei confronti del Servizio sanitario nazionale (comma 1-bis), mentre le aziende stesse potranno richiedere a regioni e province autonome riferimenti e copie delle fatture in questione (comma 1- ter). Gli importi del costo del bene e del costo del servizio, entrambi riportati nelle fatture elettroniche, saranno indicati separatamente (comma 1-quater). Il diritto alla detrazione sorge nel momento in cui sono effettuati i versamenti e i relativi costi sono deducibili nel periodo d’imposta nel quale sono effettuati i medesimi versamenti (comma 2). Il comma 3 disciplina le modalità di esercizio del diritto alla detrazione dell’imposta”.
Payback, Garavaglia (Lega): “Il payback va definitavemente superato”
Il senatore Garavaglia ha dichiarato che il payback sui dispositivi medici va definitivamente superato. Il meccanismo del payback, ha spiegato, 2fu introdotto anni fa dai Governi di sinistra pensando di fare cassa, ma non si è mai riusciti a farlo partire e adesso sta dimostrando di non funzionare. Innanzitutto, ha affermato, è profondamente iniquo, tant’è che nel decreto-legge è stato previsto più di un miliardo per aiutare le Regioni che non sono riuscite ad applicare questo strumento. Ha ricordato che l’obiettivo del payback è porre un freno al consumo dei dispositivi medici, prevedendo un tetto, sforato il quale pagano le Regioni e i produttori”.
“Il Ministero della salute, a suo avviso, dovrebbe fare di più, aiutando maggiormente le Regioni a fare programmazione negli acquisti. La soluzione quindi sta nella programmazione e non nel fatto di mettere un tetto economico, che non funziona per come è il mercato dei dispositivi medici, che è profondamente diverso da quello dei farmaci, essendo composto da più di 40.000 referenze, più di 40.000 prodotti, spesso con una componente di servizio difficilmente quantificabile. Inoltre, ha aggiunto, il mercato nel settore dei dispositivi medici è molto più concorrenziale rispetto a quello del settore farmaceutico, per cui il prezzo è già tirato proprio perché c’è la concorrenza. Si tratta, quindi, non di una questione di prezzo, ma di come capire questa componente di servizio e anche come si utilizzano i dispositivi. Imo mercato”.
Dl Bollette, misure per le reinternalizzazioni dei servizi sanitari
L’articolo 10, invece, riguarda disposizioni in materia di appalto, di reinternalizzazione dei servizi sanitari e di equità retributiva a parità di prestazioni lavorative, nonché di avvio di procedure selettive comprensive della valorizzazione dell’attività lavorativa già svolta.
L’articolo, oggetto di diverse modifiche e integrazioni durante l’esame in sede referente, disciplina gli affidamenti a terzi dei servizi medici ed infermieristici, operati – esclusivamente in caso di necessità e urgenza – dalle aziende e dagli enti del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) per sopperire alla carenza di organico. Sono delineati presupposti, modalità e limiti di tali affidamenti, rinviando per la definizione di linee guida a un successivo decreto del Ministro della salute, da adottarsi previo parere dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Sono previste esenzioni da tale disciplina per alcune specifiche tipologie di contratti. Inoltre, si preclude la ricostituzione del rapporto di lavoro con il Ssn al personale sanitario che interrompa volontariamente il rapporto di lavoro dipendente con una struttura pubblica per prestare la propria attività presso un operatore economico privato che fornisce i servizi medici ed infermieristici alle aziende e gli enti dell’Ssn.
Dl Bollette, articolo 10: sono introdotte delle norme volte alla reinternalizzazione dei servizi sanitari
Sono altresì introdotte delle norme volte alla reinternalizzazione dei servizi sanitari, attraverso procedure selettive per il reclutamento del personale da impiegare per l’assolvimento delle funzioni precedentemente esternalizzate; in tale ambito, si prevede la valorizzazione del personale impiegato in mansioni sanitarie e socio-sanitarie corrispondenti nelle attività dei servizi esternalizzati, che abbia garantito assistenza ai pazienti per almeno sei mesi di servizio e non si sia in precedenza dimesso, in costanza di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con il Ssn, dalle dipendenze dello stesso. Si prevede, infine, la possibilità di visita senza preavviso dei locali degli enti del Servizio sanitario nazionale nonché nelle strutture socio- sanitarie pubbliche, da parte dei membri del Parlamento.
Articolo 10 (Disposizioni in materia di appalto, di reinternalizzazione dei servizi sanitari e di equità retributiva a parità di prestazioni lavorative, nonché di avvio di procedure selettive comprensive della valorizzazione dell’attività lavorativa già svolta)
L’articolo, oggetto di diverse modifiche e integrazioni durante l’esame in sede referente, disciplina gli affidamenti a terzi dei servizi medici ed infermieristici, operati – esclusivamente in caso di necessità e urgenza – dalle aziende e dagli enti del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) per sopperire alla carenza di organico. Sono delineati presupposti, modalità e limiti di tali affidamenti, rinviando per la definizione di linee guida a un successivo decreto del Ministro della salute, da adottarsi previo parere dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Sono previste esenzioni da tale disciplina per alcune specifiche tipologie di contratti. Inoltre, si preclude la ricostituzione del rapporto di lavoro con il Ssn al personale sanitario che interrompa volontariamente il rapporto di lavoro dipendente con una struttura pubblica per prestare la propria attività presso un operatore economico privato che fornisce i servizi medici ed infermieristici alle aziende e gli enti dell’Ssn.
Sono altresì introdotte delle norme volte alla reinternalizzazione dei servizi sanitari, attraverso procedure selettive per il reclutamento del personale da impiegare per l’assolvimento delle funzioni precedentemente esternalizzate; in tale ambito, si prevede la valorizzazione del personale impiegato in mansioni sanitarie e socio-sanitarie corrispondenti nelle attività dei servizi esternalizzati, che abbia garantito assistenza ai pazienti per almeno sei mesi di servizio e non si sia in precedenza dimesso, in costanza di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con il Ssn, dalle dipendenze dello stesso. Si prevede, infine, la possibilità di visita senza preavviso dei locali degli enti del Servizio sanitario nazionale nonché nelle strutture socio- sanitarie pubbliche, da parte dei membri del Parlamento.
Dl Bollette, aumenta la tariffa oraria per le prestazioni aggiuntive
All’articolo 11 è dedicato l’incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive e anticipo dell’indennità nei servizi di emergenze-urgenza. Il testo:
“L’articolo 11 prevede che per l’anno 2023 le aziende e gli enti del Servizio Sanitario nazionale, allo scopo di far fronte alla carenza di personale medico e infermieristico presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri, e di ridurre l’utilizzo delle esternalizzazioni, possono ricorrere alle prestazioni aggiuntive previste dalla contrattazione collettiva nazionale per il personale medico ed infermieristico, consentendo, in deroga alla contrattazione, un aumento della relativa tariffa oraria fino a 100 euro lordi onnicomprensivi, per il personale medico, e a 50 euro lordi onnicomprensivi per il personale infermieristico, al netto degli oneri riflessi a carico dell’amministrazione.
L’aumento dovrà avvenire nel limite degli importi di cui alla tabella B allegata al presente decreto, pari a complessivi 50 milioni di euro per il personale medico e a complessivi 20 milioni di euro per il personale infermieristico per l’anno 2023.
Con una disposizione inserita durante l’esame referente, viene poi prevista l’applicazione delle disposizioni sopra illustrate anche al personale medico e infermieristico operante nei pronto soccorso pediatrici e ginecologici afferenti ai presìdi di emergenza-urgenza e accettazione (DEA) di I e II livello del Servizio sanitario nazionale. Al relativo finanziamento accedono tutte le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, in deroga alle disposizioni legislative che stabiliscono per le autonomie speciali il concorso regionale e provinciale al finanziamento sanitario corrente. Mediante una modifica all’articolo 1, comma 526 della legge di bilancio 202316, viene poi previsto un incremento a decorrere dal 1 giugno e fino al 31 dicembre 2023 delle risorse destinate alla corresponsione dell’indennità di pronto soccorso, pari a 100 milioni di euro complessivi, dei quali 30 destinati alla dirigenza medica e 70 al personale del comparto sanità.
Resta fermo l’incremento a regime di 200 milioni di euro delle citate risorse dal 1 gennaio 2024 già previsto dalla citata disposizione.