“Nordio lavora alla riforma da settembre, mica la morte di Berlusconi era programmata?”. Sono toni visibilmente adirati quelli con cui Filippo Facci, storica firma di Libero, risponde a True-News.it a proposito delle polemiche del centro sinistra dopo il varo della riforma della giustizia in consiglio dei ministri.
Una manovra che prevede, tra i punti cardine, la cancellazione del reato di abuso d’ufficio, lo stop alla pubblicazione di quegli stralci di intercettazioni che non siano utilizzati nel corso del dibattimento o non siano compresi nei provvedimenti del giudice, il divieto di inappellabilità da parte dei pm verso le sentenze di assoluzione nei casi di reati lievi.
Facci: “Le posizioni di certa sinistra sono puerili”
Facci attacca quella “parte di sinistra, dal Fatto ad Anm” legata ai magistrati. “Sono puerili le loro posizioni. Ci sono esponenti che sappiamo già cosa diranno ancora prima che parlino”. Alcuni hanno parlato di una riforma approvata addirittura come vendetta per Berlusconi, coinvolto in numerose inchieste. “E’ caduto l’ultimo alibi con la sua morte. La giustizia va riformata per il Paese”, aggiunge Facci.
Facci: “Sono trent’anni che la magistratura ha stravolto un codice che era già garantista”
Sono trent’anni che la magistratura ha stravolto un codice che era già garantista. A sinistra vogliono che la magistratura sia superiore alla politica, un potere che in Italia è inamovibile, indipendente dalla realtà”. Parole dure che, però, trasudano di passione per il garantismo. Continua Facci: “Ho combattuto queste battaglie da quando avevo trent’anni ed ero radicale. Ho difficoltà psicologiche a vincere una battaglia già vinta che ha benefici sul piano economico, sulle persone, sulla qualità delle carceri”.
Intercettazioni, “I giornalisti continueranno a strafottersene per il “diritto a fare gossip”
E naturalmente l’autore del libro La guerra dei trent’anni. 1992-2022. Le inchieste la rivoluzione mancata e il passato che non passa (Marsilio, 2022),
individua in “Mani Pulite” l’esordio della superiorità della magistratura. Da giornalista, poi, esprime parziale soddisfazione per la misura sulle intercettazioni perchè la vorrebbe “più radicale”. Aggiunge a True-News.it: “Il limite che vedo nelle intercettazioni è sempre quello: che sia l’avviso di garanzia, la decisione nel gip, se si raccomanda alla stampa che compaiano solo alcune persone, nessuino rispetta il limite. C’è una sorta di giurisprudenza creativa per cui ogni nome entra. Per cui non puoi solo raccomandare che una cosa non si possa fare, bisogna punire chi infrange la regola. I giornalisti continueranno a strafottersene per il “diritto a fare gossip”. Per me solo dopo il rinvio a giudizio, dovrebbero uscire le intercettazioni che, essendo fonti di prova, riguardino colpevoli acclarati”.
E un esempio arriva dall’assoluzione di Berlusconi sul caso Ruby: “Pensiamo a tutta la quantità di merda venuta fuori con le Olgettine. E poi? Assoluzioni, neanche una riga. Ragazze che hanno interrotto una carriera, qualunque essa sia, per colpa della magistratura”.