(Adnkronos) – Si è conclusa con lo show di Beppe Grillo dal palco di Largo Corrado Ricci la manifestazione #BastaVitePrecarie del Movimento 5 Stelle. “Volete il leader, ma siate i leader di voi stessi. Fate le brigate di cittadinanza, mettete il passamontagna – ha scandito il fondatore del Movimento eccitando la piazza – e di nascosto andate a fare i lavoretti, mettete a posto marciapiedi, aiuole, tombini. Fate il lavoro e scappate. Reagite cazzo!”.
Quindi Grillo ha rilanciato il reddito universale incondizionato. “Se vogliamo parlare di precarietà, di tessuto sociale, di vita, dobbiamo fare qualche pensiero un po’ più ampio che quello su questo governo. A me non dà nessuna soddisfazione parlarne bene o male perché sono distante, d’altra parte sono l’Elevato o no? Cari dormienti, negli anni che vengono dovremo proteggere non il lavoro ma il lavoratore perché ci sarà una pandemia, un virus che circolerà e che farà milioni di disoccupati”, ha avvertito Grillo in riferimento all’intelligenza artificiale. “L’unica forma per contrastare l’intelligenza artificiale che farà centinaia di milioni di disoccupati – ha aggiunto – sarà quella di abbinare un reddito unico universale incondizionato”.
Quindi ha incitato i suoi: “Dovete tornare a fare le battaglie sui territori, raccogliete progetti e mandateli a Conte. Conte – ha scherzato – prima o poi li capirà. Ci vuole il suo tempo ma poi li capirà. Siamo passati da uno che urlava i vaffanculo – ha ricordato riferito a se stesso – a una persona corretta che arriva dall’università, che non è come me, ma è giusto che non sia come me. Io – ha proseguito – non ho mandato più a fanculo nessuno. Sono diventato pace e bene a tutti, andate a fanculo! Ciao a tutti!”, ha concluso Grillo lasciando il palco.
Prima di Grillo il palco era stato proprio di Giuseppe Conte che era tornato sui cavalli di battaglia del Movimento a partire dal salario minimo. “Abbiamo un problema di salari da 30 anni, abbiamo perso potere d’acquisto, abbiamo il problema dei lavoratori che si spaccano la schiena e non portano a casa un salario dignitoso. Dobbiamo porre rimedio con il salario minimo legale, una delle nostre riforme a cui teniamo. È la strada giusta, perseguita anche da Francia, Spagna, Germania. E se lo dice anche il governatore della Banca d’Italia Visco, che il governo ascolti almeno lui, se non vuole ascoltare noi. E in ogni caso siete qui per farvi ascoltare”.
“Il livello dell’occupazione è iniziato a salire ben prima che questo governo si insediasse ed è anche frutto delle nostre misure durante la pandemia quando abbiamo voluto proteggere il tessuto sociale ed economico anziché mandare il paese in malora” ma ora “il lavoro si sta facendo sempre più precario – ha scandito Conte – e il governo ha fatto un errore colossale quando il 1 maggio ha voluto celebrare la festa del lavoro introducendo il decreto precarietà”.
Quindi il leader pentastellato si è rivolto direttamente alla premier. “Meloni, tu stai tornando al jobs Act di Renzi. Meloni! Ma tu sei una patriota? Ma qui stai diventando la brutta copia di Renzi d’Arabia”.
Quanto al reddito di cittadinanza, “la partita non finisce pari e patta solo perché – ha tuonato l’ex premier – il governo si è accorto che, al di là degli slogan e del furore ideologico, sarebbe stato un disastro sociale abolirlo. Quella revisione che hanno fatto metterà sul lastrico i cosiddetti occupabili, categoria astratta. Andare a dire a chi non ha di che mangiare, a chi non trova lavoro, e non ha neppure un corso di formazione, che verranno abbandonati dallo Stato”.
“Questo governo da quando si è insediato – ha attaccato Conte – ha subito cambiato faccia, sono tornati alle trivelle, al carbon fossile e hanno voltato le spalle alla transizione ecologica. Non lo permetteremo”, ha scandito.
L’ex premier è poi tornato sulla sua assenza al funerale di Silvio Berlusconi. “Avete visto cosa è successo in tv? Celebrazioni a reti unificate. In 72 ore Berlusconi è stato citato ogni 4 minuti. Un parossismo celebrativo, un’orgia celebrativa. Tra l’altro mi hanno attaccato perché non sono andato ai funerali: noi non siamo ipocriti!”, ha rivendicato. “Noi sappiamo distinguere tra il cordoglio che si deve ai familiari e la nostra storia, principi e valori – ha chiarito – li sappiamo distinguere dalla parabola politica di Berlusconi. Noi vogliamo rispettare tutti ma non riteniamo che sia stato un campione di virtù politiche. Non bastano opinionisti e commentatori con master in adulazione – ha scandito dal palco – per riscrivere la storia. E nessuno ci può impedire di continuare la nostra parabola politica dove a fondamento della stessa non ci può essere chi ha contribuito al degrado dell’etica pubblica”.