A gennaio era stato il turno dei uno dei simboli della stampa locale. Con la storica testata “Il Trentino”, fondata nel 1945 e per un certo periodo anche controllata dal Gruppo L’Espresso, che ha chiuso per sempre i battenti. “Gli sforzi non sono bastati, il responso dei nostri bilanci è stato implacabile e abbiamo dovuto gettare la spugna“, aveva detto ai dipendenti in quell’occasione, il patron del gruppo editoriale Athesia, Michl Ebner.
Business Insider Italia, l’annuncio della chiusura
Ora arriva il momento di Business Insider Italia. “Dal primo giugno cliccando sui link ancora esistenti di Business Insider Italia – scrive il 14 giugno sul proprio sito Prima Comunicazione – si viene reindirizzati alla URL statunitense”. Una pessima notizia per l’informazione economica italiana. Secondo quanto riportano Prima Comunicazione e Il Post, i pochi redattori interni verranno ricollocati in altre testate del Gruppo GEDI, che lo pubblicava grazie a un accordo con il grande editore tedesco Axel Springer. Mentre ad essere tagliati definitivamente saranno i collaboratori esterni e i freelance.
Editoria, una crisi economica più violenta del previsto
Certo, pensare che il problema di GEDI fosse la testata online di informazione economico-finanziaria, significa sottovalutare la portata di cosa sta accadendo nel panorama editoriale della penisola. Il primo anno di gestione Elkann? Meno 71 milioni di euro di entrate con un taglio secco del 10% sul volume d’affari. Che botta.
Se la pandemia ha dato per qualche mese l’illusione di un “ritorno dei lettori” all’ovile, con la gente chiusa in casa a cercare compulsivamente informazioni su contagi, zone rosse, decreti sostegni, non bastano certo i lockdown a rendere sostenibili i modelli di Business.
Editoria, anche RCS non ride
Poi ci sono gli inciampi veri e propri: se GEDI piange, RCS non ride. Per altri motivi. Sul percorso di “risanamento” in atto da anni del gruppo da parte di Urbano Cairo (a colpi di riorganizzazioni, tagli, collaboratori che vengono avvisati in maniera unilaterale delle nuove “tariffe”, ma pur sempre mettendo in sicurezza i conti) si è abbattuta la spada di Damocle del “lodo Blackstone” per la sede del Corriere della Sera in via Solferino a Milano. Comprata dal fondo americano alla vecchia proprietà nel 2013 e poi ri-affittata al Corriere, la vicenda rischia di essere un durissimo colpo in grado far sanguinare l’unico editore puro d’Italia.
L’algoritmo di Blasting news per misurare i pagamenti
Altro capitolo: i pagamenti. In primavera qualcuno si è “accorto” che a Blasting News gli articoli venivano pagati secondo un criterio di successo (presunto) raccolto tra i lettori, misurato da un algoritmo interno riservato. Secondo il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, Alessandro Galimberti, la testata registrata in Tribunale a Milano e con la sede legale in Svizzera a Lugano riconosceva un “compenso legato ai soli click”. Un fatto “contrario ai principi dell’ordinamento giuridico, a quelli della deontologia professionale e anche della dignità del lavoro e, prima ancora, della dignità umana”.