Francesco Rotondi, Professore, Giuslavorista e Membro esperto del CNEL, tra i protagonisti della 20esima edizione di Direzione Nord il cui filo conduttore è stato “Mete raggiungibili, obiettivi sostenibili”. L’evento si è svolto lunedì 26 giugno, presso laFondazione Stelline in Corso Magenta 61 a Milano ed è stato organizzato da Fondazione Stelline insieme a Inrete e all’Associazione ITALIASTATODIDIRITTO con il contributo di Regione Lombardia e il patrocinio del Comune di Milano.
“Il lavoro – Le leve del futuro: welfare, innovazione e formazione”
Rotondi ha partecipato al panel “Il lavoro – Le leve del futuro: welfare, innovazione e formazione” con Simona Tironi Assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro Regione Lombardia; Marco Osnato, Presidente Commissione VI Finanze, Camera dei Deputati; Alessia Cappello Assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro Comune di Milano; Francesco Buzzella Presidente Confindustria Lombardia.
Mercato del lavoro e società civile
Il professore ha parlato delle leve per il cambiamento del mercato del lavoro: “Alle realtà che interagendo tra loro muovevano il mondo, ovvero istituzioni, industria ed università, si è oggi aggiunta la società civile. Tutto ciò che viene teorizzato o immaginato in un determinato contesto, se non viene calato e fatto proprio dalla società civile difficilmente trova esecuzione. Quali leve? Sono già note di fatto: welfare, formazione, tecnologia ed innovazione“.
Rotondi: “La società civile ha risposto a esigenze che spettavano alla politica”
“La società civile, intesa come privato, ha risposto ad esigenze che dovevano essere poste a fondamento dell’azione politica – ha aggiunto Rotondi parlando di inflazione e salari -. Abbiamo una società civile pronta e disponibile, ma manca un processo strutturale di cambiamento che dia progettualità. L’assenza di direzione è tema fondamentale di questo Paese, si agisce per provvedimenti straordinari come il cuneo fiscale. Il tema della produzione e della produttività è ciò che distingue l’Italia e gli altri Paesi. E si collega al tema salariale. L’analisi non può essere sull’imprenditore italiano cattivo, ma dovrebbe concentrarsi su tassazione, carico fiscale, previdenzialità, mancanza di aumento di produttività. Tutti elementi che incidono e che devono indurre ragionamenti”