Con l’avvio della fase a trattativa privata il processo di commercializzazione dei diritti tv della Serie A dal 2024 entra nel vivo. I club hanno metabolizzato lo choc della prima tornata, quando nelle buste consegnate ai massimi livelli di via Rosellini sono state indicate cifre enormemente inferiori rispetto al miliardo e 150 milioni che rappresentano l’obiettivo dei club. Quanto? Forse non 600 come detto da Aurelio De Laurentiis, uscita che ha spiazzato anche i colleghi, ma certamente di poco superiori rispetto alla base da cui la Lega è partita. Il vero match, però, inizia solo adesso e non è una novità che sia proprio nella fase a trattativa privata che le carte vengano messe sul tavolo.
Diritti: DAZN, Sky e Mediaset si sono presentate ciascuna con un obiettivo ben definito
DAZN, Sky e Mediaset si sono presentate ciascuna con un obiettivo ben definito e anche con la consapevolezza che oggi il prodotto Serie A vale meno di quanto immaginato dai presidenti delle società. Lo slot per la gara in chiaro del sabato sera, ad esempio, non viene valutato dai vertici di Mediaset 180 milioni di euro ma una cifra nettamente inferiore, pur avendo studiato la Lega un bando che dovrebbe garantire la presenza in quella fascia oraria (sabato sera ore 20,45) del secondo pick per interesse di ogni singola giornata. Tradotto in soldoni, la certezza o quasi di avere sempre una big in campo pescando tra quelle impegnate nella Champions League. Quest’anno saranno Napoli, Lazio, Inter e Milan ma dal 2024 potrebbe rientrare anche la Juventus che dal punto di vista televisivo continua a rappresentare la preda più ambita dai broadcaster.
Anche nel campionato appena concluso la squadra bianconera è quella che ha raccolto l’audience globale maggio
Il motivo è semplice. Anche nel campionato appena concluso la squadra bianconera è quella che ha raccolto l’audience globale maggiore sommando gli ascolti di DAZN e Sky: 49,064 milioni di spettatori totali contro 45,253 dell’Inter e i 45,052 del Milan. Più staccate tutte le altre con divari che diventano imbarazzanti man mano si scende la classifica dell’Auditel. Una tendenza confermata nonostante la stagione disastrosa della squadra di Allegri e le vicissitudini attraversate nei processi sportivi, tanto che il progressivo calo degli ascolti da gennaio in poi (dopo la prima penalizzazione) preoccupa non poco i vertici del calcio italiano.
Il tentativo è provare a vendere meglio i diritti tv all’estero dove la Serie A paga un gap durissimo rispetto alla concorrenza
Tornando al bando, la Lega ha scelto di provare a sfruttare l’effetto Juventus e non solo per rendere maggiormente appetibile la Serie A all’estero. Come? Inserendo una clausola secondo cui un certo numero di pick di prima fascia decise dai broadcaster dovranno essere trasmessi non alle 18 o 20,45 come è stato fin qui ma nello slot domenicale delle 12,30 o in quello del sabato alle 15. Il tentativo è provare a vendere meglio i diritti tv all’estero dove la Serie A paga un gap durissimo rispetto alla concorrenza. Non sola l’inarrivabile Premier League, ma anche la Liga che fatturato tre volte quanto il torneo italiano.
Una mossa apparentemente logica ma che dimostra anche la preoccupazione che circola negli uffici della Lega in via Rosellini a Milano
Una mossa apparentemente logica ma che dimostra anche la preoccupazione che circola negli uffici della Lega in via Rosellini a Milano. Già in passato si cercò di riempire di contenuti interessanti il ‘launch match’ domenicale, arrendendosi poi alla logica delle tv italiane che vogliono il meglio in prima serata e alle proteste dei tifosi. Ora si torna indietro per un nuovo tentativo.