Roccella è finita in una bufera di polemiche dopo le sue parole contro chi scegli nomi da bambini per i cani. La ministra per le Pari Opportunità e per la Famiglia ha dovuto poi fare un post sui social per chiarire la sua posizione.
Roccella contro i nomi da bambini ai cani
Polemiche e bufera sulle parole della ministra per le Pari Opportunità e per la Famiglia Eugenia Maria Roccella. Durante l’evento Fenix, organizzato all’Eur da Gioventù nazionale, partito giovanile di Fratelli d’Italia, la ministra ha dichiarato tutto il suo disappunto contro i nomi da bambini che vengono dati ai cani. La ministra dopo le sue parole ma soprattutto le critiche ha voluto chiarire suoi suoi social: “Girando per il web, il mio nuovo obiettivo sembrerebbe essere la rivolta contro i nomi umani ai cani e ai gatti. Che fare? Riderci su? Prendiamola come un’occasione per dire cosa penso davvero”. E dunque, prosegue: “Amo i cani e i gatti, ne ho sempre avuti e tuttora a casa mia vivono un cagnolino zoppo salvato dalla strada, che si chiama Spock, e tre gatti dai nomi simil-umani: Donald (perché è rosso col ciuffo come Trump) Oliver, Colette”.
La ministra della Famiglia dichiara: “Case più vive e popolate di persone”
“Io sono animalista, amo moltissimo cani e gatti, però quando mi capita di portare il cane ai giardinetti sento il richiamo con dei nomi ‘Giovanni, Eugenio, Riccardo’. Questo tentativo è sintomo di un desiderio che evidentemente c’è di affettività e famiglia, ma che viene trasferito sugli animali o sui cagnolini”.
“A rischio sono le basi dell’umano, tra cui la famiglia, che è proprio il cuore dell’umano. Durante il Covid sono stati garantiti di più i diritti degli animali che quelli dei bambini”, continua Roccella. “È questa una spia di una situazione che stiamo vivendo, perché quello che manca è una cultura che accompagni questi bisogni, a difesa della vita e dell’umano. La prima cosa che ha fatto questo governo è stato rimettere al centro questo problema, parlando di famiglia e natalità, che erano parole completamente cancellate (…). Le donne che fanno le mamme fanno un lavoro che è il vero lavoro socialmente utile, che serve all’intera comunità. Questo è il punto da mettere a fuoco e per questo serve un coinvolgimento di tutti gli attori in gioco”.
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