Perché leggere questo articolo? E’ ufficiale: Carlo Ancelotti sarà il prossimo Commissario Tecnico del Brasile. Nel 2024 saranno nove gli italiani ad allenare una nazionale straniera. Nella storia sono stati molti di più. Con pochi titoli, ma una serie di avventure esotiche.
Ora è ufficiale: Ancelotti andrà ad allenare il “Real Madrid delle Nazionali”. L’allenatore che ha vinto più Champions League dal 2024 sarà il CT della nazionale che ha vinto più mondiali, il Brasile. Mentre rimangono aperte le ipotesi sull’anno di transizione della Casa Blanca – il Real manderà via Carletto o gli rinnoverà il contratto permettendogli il doppio incarico club-nazionale? – è tempo di suggestioni e ricordi. Prima di Ancelotti sono tanti gli allenatori italiani che hanno tentato l’avventura da Commissario Tecnico in una nazionale straniera. Anche se i titoli sono pochi, anzi uno solo, in più di trenta esperienze.
I sei allenatori italiani al momento sulle panchine estere
Ancelotti non è il primo allenatore italiano a sedersi sulla panchina di una nazionale estera quest’anno. Prima di lui, il Belgio ha annunciato di aver scelto Domenico Tedesco come CT. Diventano così sei i commissari tecnici italiani all’estero. Oltre ad Ancelotti e Tedesco c’è anche Marco Rossi, dal 2018 allenatore dell’Ungheria, con cui sta ottenendo risultati sorprendenti, arrivando a sfiorare le finali di Nations League con la nazionale magiara.
Ma al momento c’è un po’ di Italia anche su panchine estremamente esotiche. Ha fatto invidia a molti la scelta dell’ex centrocampista dell’Inter, Francesco Moriero, di accettare la chiamata della panchina delle Maldive. Di tutt’altro genere è la scelta di Stefano Cusin, che ha scelto di diventare l’allenatore della neonata nazionale del Sud Sudan. Senza andare così lontano, Michele Marcolin da inizio anno è l’allenatore di Malta. A poca distanza dal nostro paese, c’è anche Francesco Calzona, ex vice di Maurizio Sarri che ha accettato la chiamata della Slovacchia.
Allenatori italiani all’estero? Grandi avventure ma un solo trofeo
Quella degli allenatori italiani sulle panchine delle nazionali straniere è una saga lunghissima. Vanta più di trenta esperienze con grandi storie, ma solo un trofeo vinto. L’unico CT italiano a vincere un trofeo con le nazionali è Alberto Zaccheroni, che vinse nel 2011 la Coppa d’Asia col Giappone. Zac è considerato un autentico eroe nel Sol Levante, al punto da venir ricevuto dall’imperatore Akihito.
Non altrettanto bene andò a Fabio Capello con la nazionale inglese. Il secondo allenatore in assoluto della storia dei Tre Leoni a non essere inglese, dopo Sven-Goran Eriksson, venne eliminato dalla Germania al mondiale sudafricano del 2010 con uno dei più famosi “gol fantasma” della storia del calcio. Don Fabio partecipò ancora a un mondiale, guidando la Russia in Brasile nel 2014. A quel mondiale non si qualificò per colpa di un altro clamoroso errore arbitrale l’Irlanda di Giovanni Trapattoni. Una colpo di mano di Thierry Henry avviò l’azione del gol che eliminò ai playoff l’Eire guidata dall’ex allenatore di Inter, Juve e degli azzurri.
Le “colonie” italiane nel mondo
Ci sono nazioni che subiscono più di altre il fascino della scuola degli allenatori italiani. Una di queste è certamente l’Albania, che negli anni ha avuto tre CT italiani: Giuseppe Dossena, Eddy Reja, Gianni De Biase e Christina Panucci. Gli allenatori made in Italy sono andati forte anche in Cina, dove la nazionale è stata allenata da Marcello Lippi e Fabio Cannavaro. Alcuni degli allenatori già menzionati sono stati degli autentici globetrotter. E’ il caso di Giuseppe Dossena, che ha allenato anche Ghana e Paraguay. Gli indimenticati Franco Scoglio (allenatore di Tunisia e Libia) e Cesare Maldini che ha guidato la nazionale del Paraguay. Zaccheroni è stato anche allenatore degli Emirati Arabi. A completare la saga degli allenatori italiani all’estero ci sono stati anche: Eugenio Bersellini (Libia), Renato Cesarini (Argentina), Roberto Bordin (Moldavia), Devis Mangia (Malta), Giuseppe Giannini (Libano), Marco Tardelli (Egitto) e Claudio Ranieri (Grecia). Una lunga storia, iniziata nel 1964 con Alfredo Foni, campione del mondo da giocatore con gli azzurri nel 1938, che è l’unico italiano alla guida della Svizzera.