Perché leggere questo articolo? Base Popolare è il nuovo “centrino”, questa volta associativo, in arrivo in Italia. Lo animano Quagliariello, Mauro e altri big. L’obiettivo è creare un laboratorio di idee
Si chiamerà Base Popolare l’ennesimo “centrino” italiano che sarà presentato, sotto forma di associazione, il prossimo 19 luglio, alla Camera. Il centro, come i Balcani, inizia dove chi si sta al suo interno decide di porre i confini. E in questo caso il “centrino” sarà spostato verso la destra.
Chi ci sarà in Base Popolare
Tra i promotori anche l’ex segretario dell’Udc Marco Follini, vicepresidente del governo Berlusconi II tra il 2004 e il 2005, ma non sarà solo.
Ci sono Mario Mauro e Gaetano Quagliariello, che nel governo Letta in quota Popolo delle Libertà erano rispettivamente titolari della Difesa e delle Riforme Istituzionali. Ci sarà Giuseppe De Mita, figlio del defunto ex premier Ciriaco e vicepresidente della Regione Campania ai tempi di Stefano Caldoro tra il 2010 e il 2013.
Non mancherà Lorenzo Dellai, già sindaco di Trento e presidente della provincia autonoma del Trentino e deputato di Scelta Civica. Eccezion fatta per quest’ultimo, tutti hanno alle spalle trascorsi politici di vicinanza al mondo conservatore. E ad accomunare queste figure è una chiara ispirazione di popolarismo cattolico.
Il richiamo senza tempo della Dc
Il fascino senza tempo della Democrazia Cristiana non ha dunque solo il volto imperturbabile e sereno di Pierferdinando Casini, fresco di festeggiamenti per i quarant’anni consecutivi tra Camera e Senato. Continua a rinnovarsi nelle nuove e spesso coraggiose esperienze dei centri, “centrini” e centristi di ieri e di oggi che declinano il popolarismo in base alle stagioni politiche di riferimento. E rinnovano il richiamo all’europeismo degasperiano, al moderatismo, al liberalismo economico, al primato della politica mano a mano che tra partiti e associazioni vecchi nomi della politica cercano nuove case.
Base Popolare nasce come aggregatore culturale e associativo. Come polo di federazione interpartitiche tra i mille rivoli del centro che mai si è consolidato dopo la fine dell’esperienza bipolare. In cui i centristi uno spazio, bene o male, lo avevano: con l’Udc, in casa centrodestra. O con l’Udeur di Clemente Mastella. A cui nell’esperienza Base Popolare sembra rifacersi, anche se ad oggi l’obiettivo appare metapolitico.
Il “centrino” e i suoi rivoli: tra partiti e associazioni
Negli anni l’eredità popolare ha preso le vie di fondazioni come la Alcide De Gasperi o la Magna Carta, di cui Quagliarello è stato presidente. Ma anche di partiti e formazioni spesso residuali ma dal forte afflato identitario. Di recente la piccola formazione di Mauro, Popolari per l’Italia, ha sostenuto il centrodestra di Francesco Roberti in Molise, eleggendo pure un consigliere, Vincenzo Niro.
Mauro stesso, assieme a Dellai e De Mita junior, è da febbraio membro del comitato di idee “POP – Popolari in Rete” a cui aderiscono Giuseppe Gargani, già senatore democristiano e europarlamentare berlusconiano, l’ex Ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni, fresco di uscita dal Pd, e l’economista Stefano Zamagni.
Quagliariello, di affiliazioni centriste, ne ha addirittura tre: quella a Identità e Azione, il suo partito personale; quella a Cambiamo! di Giovanni Toti; e, infine, quella del soggetto federatore Italia al Centro, alleato nella lista Noi Moderati al centrodestra. E fuori da questo perimetro fioriscono le Dc di nuovo stampo.
L’ex presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro ha fondato una sua Democrazia Cristiana; aveva in precedenza il marchio Dc il partito Verde è Popolare di Gianfranco Rotondi, eletto in quota Fratelli d’Italia in Parlamento; e di recente, a Torre del Greco, l’avvocato Antonio Cirillo ha creato una sua Democrazia Cristiana, a cui ha aderito l’ex Ministro della Difesa Elisabetta Trenta.
Un “centrino” che cerca di unificare
Questo è il milieu su cui Base Popolare può lavorare. Cercando di capire se sarà possibile ricostruire unità nella complessità e nella frammentazione. O se ci saranno tanti centrini quanti saranno i centristi.
L’associazione centrista che ammicca a destra è figlia di uno spirito del tempo che porta i moderati a cercare nel vuoto della proposta politica odierna un’alternativa nella ricomposizione di un equilibrio perduto. Perché la Dc fu perno, prima ancora che centro, del sistema italiano. Ma certamente in prospettiva i progetti politici con cui questi movimenti possono saldarsi non mancano.
Base Popolare, cantiere d’idee con vista Europee?
Dalle mire di Matteo Renzi per un centro più liberale e non ostile alla destra rispetto a quello di Carlo Calenda all’incognita sulla diaspora di Forza Italia possibile dopo la morte di Berlusconi, in fin dei conti, se non ora quando tentare di capire se il popolarismo ha ancora strada? Tutte le formazioni centriste, centrine e ammiccanti al centro rischiano la magra figura di non eleggere un solo eurodeputato nel 2024. Base Popolare può nascere e avere un ruolo come cantiere di idee per soggetti aggregatori che cerchino fattori di unità prima ancora che di divisione in un campo da tempo disperso. I nomi ci sono: ci saranno, queste volte, le idee oltre il brand? Il tentativo è da monitorare. Ma è un caso di studio il fatto che il “grande centro” affascini sempre. Anche oltre la prova dei fatti che lo vede, ad oggi, occupato elettoralmente da partiti come Fdi e Pd, il popolarismo ha un richiamo notevole. “Moriremo democristiani”? Difficile a dirsi. Ma con il richiamo della Balena Bianca…mai dire mai.