Perché può interessarti questo articolo? Nei prossimi giorni Antonio Tajani diventerà ufficialmente il leader di Forza Italia, seppure solo per pochi mesi. Ma lui si muove già da padrone assoluto. E i malumori tra gli azzurri aumentano, facendo crescere anche il pericolo di esodo.
È durata giusto un mese la tregua per il lutto in Forza Italia. A trenta giorni dalla morte del fondatore, Silvio Berlusconi, è immediatamente ripartita la guerriglia interna e l’effetto-commozione per la scomparsa del leader è evaporato nei sondaggi. Tanto che qualcuno prevede l’avvio di quell’esodo verso altri partiti che era stato pronosticato dopo la perdita di una figura carismatica come quella del Cavaliere.
Tajani i fedelissimi in Forza Italia
L’intervista del leader in pectore, Antonio Tajani, ha segnato un cambio di passo nella narrazione azzurra. Ha parlato da numero uno effettivo, riferendosi talvolta a se stesso come “un leader politico”. Benché sabato sarà solo nominato come reggente dal consiglio nazionale. In quella sede “non ci sarà alcuno scontro”, garantiscono più parti, “perché è troppo presto per affrontare una battaglia politica”. Una pax dettata dalla necessità, insomma. Al netto dei formalismi è stata gettata la maschera rispetto alla presunta armonia interna. L’ala più vicina alla capogruppo al Senato, Licia Ronzulli, è disposta a dare battaglia, affiancata dall’ex presidente dei deputati, Alessandro Cattaneo, forse già dal congresso che è stato annunciato dalla prossima primavera.
“Se davvero Tajani volesse una gestione collegiale avrebbe davvero coinvolto tutti, azzerando le tensioni dei mesi scorsi”, spiega una fonte interna. E invece? “Si è rinchiuso sempre di più con i pochi fedelissimi, respingendo qualsiasi tentativo di confronto. Perché l’unico ad avere una corrente organizzata è proprio il ministro degli Esteri, non gli altri come invece sostiene. Così è difficile andare avanti come se nulla fosse”, raccontano ancora. Insomma, la minoranza interna di Forza Italia non ha accettato di buon grado l’approccio di Tajani, nella versione di erede politico di Berlusconi. Sullo sfondo resta la figura di Marta Fascina, ultima compagna dell’ex leader, che sembra aver già perso il potere acquisito. Un quadro complicato.
Meloni contro l’esodo da Forza Italia
“Nelle prossime settimane c’è chi deciderà di andare via, vedrete, anticipando pure la scadenza delle Europee”, prevede un parlamentare di Forza Italia, decisamente pessimista sulla direzione che prenderà il partito. “La scadenza elettorale è molto lontana, giugno 2024 equivale a un’era geologica in questa fase politica”, è il pezzo del ragionamento che circola in Transatlantico su Fi. Una conferma di come le cose evolvano rapidamente è stata la rapida cancellazione del dolore per la morte di Berlusconi. Ci sono delle dichiarazioni di circostanza, agitando l’ex premier come un santino. Di fatto, però, il suo partito sta già andando oltre.
Il problema delle partenze dagli azzurri, secondo quanto viene raccontato a True-news, si verificherà prima di tutto sul livello territoriale, che rappresenta il termometro dello stato di salute di un partito. Da lì, alla spicciolata, potrebbe prendere forma la migrazione verso gli altri partiti di destra. Fratelli d’Italia esercita una maggiore forza attrattiva, grazie al peso elettorale può garantire un seggio, che sia quello alle Europee o in qualche consiglio comunale.
Solo che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha impartito l’ordine di non fare scouting e anzi di cercare di convincere i forzisti a non lasciare il partito. Teme che lo smottamento possa avere conseguenze sulla tenuta stessa del suo governo. Meglio provare a conservare gli equilibri il più a lungo possibile o comunque almeno fino alle famigerate Europee, che sembrano sempre più sovraccaricate dalle aspettative.
Chi invece pensa di fare campagna acquisti tra i forzisti
Diverso il discorso per la Lega di Matteo Salvini: l’arrivo di qualche ex berlusconiano in cerca di un nuovo tetto politico potrebbe dare una spinta di immagine al suo partito. Il vicepremier potrebbe rivendicare di essere al comando di una forza tuttora vitale, capace di intercettare profili provenienti da Forza Italia. Solo che c’è un problema: Salvini non vuole apparire l’avvoltoio che gira intorno alle spoglie azzurre. Una questione che non si pone per Matteo Renzi: il suo scopo politico è quello di rendere Italia viva un approdo per gli orfani del Cavaliere. “Vedrete che farà una grande campagna garantista e contro le tasse nelle prossime settimane”. Un assist per chi vuole lasciare una Forza Italia senza più la sua forza propulsiva.