Caro Cristiano non toccarci la Coca Cola e possibilmente sii meno opportunista.
La battaglia scatenata da Cristiano Ronaldo contro la Coca Cola nell’ultima settimana ha fatto perdere al colosso di Atlanta circa 4 miliardi di dollari di capitalizzazione in Borsa.
Coca Cola nascosta, da cr7 grave danno all’azienda
Un danno sia all’Azienda che a tutti i suoi stakeholders. Pensiamo ai suoi piccoli investitori, ai quasi 62mila dipendenti che tutte le mattine si alzano e per guadagnarsi lo stipendio devono fare qualcosa in più che correre dietro ad un pallone. Alle centinaia di piccole imprese – anche italiane – che sono fornitrici del brand. Ai milioni in pubblicità che ogni anno Coca Cola versa nelle casse di giornali, TV ed eventi sportivi.
La città di Atlanta ha ospitato le Olimpiadi proprio grazie alla bibita gassata e a lei deve gran parte del suo Pil.
Il grazie di Vasco Rossi (e dei bambini) alla Coca Cola
Se non ci fosse stata la Coca Cola Vasco Rossi non le avrebbe mai dedicato una canzone che ha accompagnato intere generazioni. Senza la Coca Cola i compleanni dei bambini sarebbero stati un po’ più tristi. Senza Coca Cola probabilmente anche l’avanzata alleata nella seconda Guerra mondiale sarebbe stata diversa.
La Coca Cola fa parte della nostra storia, della rinascita del nostro Paese, della nostra infanzia, delle nostre famiglie. Perfino durante il lockdown una Coca Cola sulla nostra tavola è stato un simbolo di speranza.
Certo anche il vino e il caffè se bevuti a dismisura diventano dannosi per la salute. Ma allora dobbiamo vietarli?
Cr7, no alla Coca Cola, sì al pollo fritto e al poker online?
Il salutista Ronaldo forse dovrebbe ricordarsi le pubblicità fatte – e ben pagate – al pollo fritto e al poker online.
Caro Cristiano goditi i tuoi soldi davanti a champagne e aragoste. Noi poveri mortali ci accontentiamo di una pizza in compagnia accompagnata da un bel bicchiere di Coca Cola, possibilmente ghiacciata.