Perché leggere questo articolo? Tra gli uomini più vicini alla segretaria del Pd Elly Schlein cresce il timore di non riuscire a piazzare molti fedelissimi della nuova leader nel prossimo Parlamento Europeo. Infatti scalpitano i riformisti, ma anche i franceschiniani e la sinistra dem. Così Schlein rischia di finire commissariata dalle correnti.
Anche se il Pd alle elezioni europee dovesse ottenere un buon risultato, in grado di mettere al sicuro la leadership di Elly Schlein, la segretaria rischia comunque di non riuscire a piazzare nessun fedelissimo nel prossimo Europarlamento. “Non ha candidati capaci di prendere molti voti e corre il rischio di limitarsi a dirigere il traffico tra le correnti”, spiega a True-News.it un deputato dem di fede riformista, che non ha sostenuto Schlein all’ultimo congresso.
“La Schlein non ha candidati competitivi”
I vertici del Partito Democratico, perciò, sfogliano la margherita dei nomi papabili per conquistare un seggio a Bruxelles e Strasburgo. Solo che il “tortello magico” degli uomini più vicini a Schlein sconta la mancanza di pretendenti competitivi con i rappresentanti delle altre aree del Pd, comprese quelle che hanno appoggiato l’attuale leader, ma che però si muovono in autonomia rispetto al gruppo ristretto degli schleiniani.
Insomma, i “cacicchi” scalpitano e alla Schlein mancano i cosiddetti “mister preferenze” che hanno la potenzialità di tirare la lista del Pd nei cinque collegi previsti per le prossime elezioni europee. L’unica soluzione per la segretaria sembra il ricorso a una serie di candidature esterne al Nazareno. Nomi noti in grado di calamitare l’attenzione mediatica. Ed è tornata a circolare, negli ultimi giorni, l’ipotesi delle cinque capolista donne. La stessa idea lanciata dall’ “odiato” Matteo Renzi alle fortunate europee del 2014.
In pole Annunziata, Strada e Boldrini
Ma chi sono le donne della società civile a cui pensa Schlein? Gira di nuovo il nome della giornalista Lucia Annunziata, in uscita dalla Rai, molto gradita dalla segretaria come possibile capolista nel circolo del Sud Italia, uno dei più complicati per il Pd. Al Nord Ovest un’altra carta da estrarre dal mazzo degli esterni alla politica potrebbe essere Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency Gino, attuale responsabile comunicazione della Onlus italiana ResQ People Saving People, in prima linea nei salvataggi dei migranti nel Mar Mediterraneo.
Ma non basta. Schlein potrebbe essere costretta a spedire a Bruxelles alcuni attuali eletti vicini a lei, che siedono nelle Aule del Parlamento italiano. Si parla di Laura Boldrini, della fedelissima Chiara Gribaudo e anche della sua “donna macchina” Marta Bonafoni. Un percorso obbligato, per non lasciare il monopolio ai riformisti, ma anche agli stessi franceschiniani e alla sinistra dem di impronta più tradizionale e meno movimentista rispetto al gruppo più vicino a Schlein.
Le ambizioni dei riformisti del Pd
Fremono, in particolare, i riformisti. Sono decisi a strappare una candidatura in posizione di primo piano i sindaci al secondo mandato Dario Nardella, di Firenze, e Antonio Decaro di Bari. Ma in Puglia scalpita soprattutto il governatore Michele Emiliano. E non è esclusa, al Nord Est, la corsa dell’avversario congressuale di Schlein, il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Ci vuole riprovare anche l’attuale vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, ultimamente molto vicina al riformista Lorenzo Guerini. Gli equilibri interni della prossima delegazione europea del Pd potrebbero rivelarsi molto sbilanciati a sfavore dell’attuale leadership. Perciò bisogna correre ai ripari.