(Adnkronos) – Per il ministro della Salute Orazio Schillaci è “importante iniziare a già nelle scuole” a insegnare le diete tradizionali salutari, quindi “la dieta mediterranea italiana”. Lo ha ripetuto più volte e l’esortazione trova sponda nella classe dei pediatri tricolore. Si dice “d’accordo” per esempio Gian Vincenzo Zuccotti, preside della Facoltà di Medicina dell’università Statale di Milano e direttore Pediatria e Pronto soccorso pediatrico dell’Asst Fatebenefratelli Sacco, ospedale dei bimbi Vittore Buzzi, secondo cui però “le basi di una corretta alimentazione vanno gettate ancora prima”, fin dal pancione, agendo dunque sulla mamma in attesa, spiega all’Adnkronos Salute.
“Mi auguro – commenta – che si possa implementare questa azione” di educazione alimentare “fin dalle prime epoche della vita. Noi abbiamo sempre sostenuto l’importanza dei primi mille giorni di vita. Occorre quindi cominciare già a educare la mamma su quanto sia importante una corretta alimentazione durante la gravidanza, e il controllo del peso. Poi le va spiegato come questa corretta alimentazione debba proseguire con molta attenzione nei primi due anni di vita del bimbo, perché è in questo arco temporale che si mettono appunto le basi e si definiscono un po’ le traiettorie di crescita. E’ veramente importante, soprattutto se consideriamo che nel nostro Paese abbiamo ormai sempre il 30% circa di bambini che sono sovrappeso o obesi”.
E’ “un problema significativo – osserva il pediatra – Alcuni casi si risolvono, molte volte invece si trascinano e quindi questi bambini diventeranno adulti sovrappeso o obesi con tutto ciò che comporta in termini di rischio cardiovascolare e malattie croniche”. Ma sono così diffuse le abitudini alimentari scorrette? “Più di quanto si pensi”, avverte Zuccotti.
“Qualche anno fa abbiano condotto uno studio, chiamato ‘Nutrintake’, nell’ambito del quale abbiamo indagato le abitudini alimentari dei bambini dai 6 ai 36 mesi a Milano e a Catania e ci siamo resi conto che effettivamente gran parte mangiavano male, sia in una città che nell’altra, con abitudini alimentari differenti, ma comunque con un eccesso di calorie o di proteine, di grassi saturi, di zuccheri semplici, poche fibre, poco ferro”.
Dopo tre anni, ripercorre Zuccotti, “siamo andati a ripetere nelle stesse città la stessa indagine e purtroppo abbiamo visto che il dato si era consolidato, nonostante fosse stata spiegata dalle dietiste l’importanza di correggere le abitudini alimentari”. Per l’esperto è dunque “necessario un grosso sforzo, che va fatto già durante la gravidanza e deve proseguire sicuramente nei primi anni di vita. La scuola è importante, però arriva dopo e molte volte ci sono già delle situazioni consolidate. Quando io parlo dei primi mille giorni di vita, ovviamente c’è dentro anche l’allattamento al seno”, aggiunge l’esperto ricordando l’importanza di questa prima forma di nutrizione ‘naturale’ dei bebè.