Perché leggere questo articolo? I Mondiali di calcio per la nazionale femminile sono iniziati nel migliore dei modi, a livello sportivo. Sul fronte dei diritti televisivi, invece, vedere il mondiale è stato un autentica telenovela. E non solo per gli orari…
L’Italia ha iniziato alla grande il Mondiale. La vittoria all’esordio per 1 a o contro l’Argentina è stata sotto gli occhi di tutti. E’ proprio il caso di dirlo. Il match inaugurale della azzurre, nonostante l’orario proibitivo alle 8 di lunedì mattina, è stato seguito da 861mila spettatori. Rai1 si è aggiudicata uno share del 20,7%, con la partita che è stata la trasmissione più vista della mattina sui canali Rai. Eppure, la trasmissione del mondiale ha conosciuto un’autentica telenovela per i diritti tv, conclusasi solo poco prima dell’inizio della rassegna in Australia e Nuova Zelanda.
I diritti tv e il Rinascimento dal calcio femminile
Il calcio femminile sta conoscendo un autentico Rinascimento – sperando che Renzi e gli sceicchi arabi non ci leggano. Fino al 2019 erano pochissime le persone che in Italia si interessavano al calcio femminile. Nell’estate di quattro anni fa le cose sono cambiate, complice la prima partecipazione delle azzurre a un Mondiale dal 1999, a un anno dalla clamorosa esclusione dei maschi (a loro volta la prima dal 1958) dai Mondiali in Russia del 2018. Nel complesso, il movimento calcistico femminile sta conoscendo un autentico boom a livello globale.
Se n’è accorta la FIFA, che ha deciso di puntare forte sulla vendita dei diritti televisivi dei Mondiali femminili, ritenendo fosse il momento giusto di dividerli da quelli maschili. Fino all’edizione in Francia del 2019, infatti, le emittenti che compravano i diritti di trasmissione dei Mondiali maschili ottenevano anche quelli dell’edizione femminile corrispondente.
La nuova strategia FIFA sui diritti tv
Questo cambio di strategia da parte della FIFA era stato dettato dagli ascolti globali dell’edizione del 2019, che furono eccezionali. I dati ufficiali parlano di 1 miliardo e 12o milioni di spettatori in tutto il mondo. Con un amento del 30% rispetto all’edizione del 2015. La finale tra Stati Uniti e Olanda fu seguita complessivamente da 82,18 milioni di persone. Anche Italia-Brasile della fase a gironi fu seguitissima, con 42,33 milioni di spettatori. Sette milioni dei quali nel nostro Paese.
Eppure, in Europa la vendita dei diritti per l’edizione in corso del mondiale è stata travagliata. Le richieste della FIFA, le offerte al ribasso delle televisioni e gli orari scomodi per gli spettatori europei hanno complicato la vendita. A poche settimane dall’inizio della manifestazione alcuni paesi europei, Italia compresa, non avevano ancora una loro emittente designata. Il presidente FIFA, Gianni Infantino, era arrivato a minacciare che il mondiale non sarebbe stato trasmesso nei cinque maggiori paesi europei. “Gli ascolti dei Mondiali femminili sono il 50-60% di quelli maschili, eppure le offerte delle emittenti sono da 20 a 100 volte inferiori“. Infantino aveva parlato di “uno schiaffo in faccia a tutte le giocatrici”.
La telenovela in Italia e in Europa
A metà maggio i diritti risultavano ancora invenduti in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Italia. Le offerte provenienti dall’Italia erano state descritte come particolarmente basse. Circa l’1% di quanto pagato per i Mondiali maschili invernali in Qatar. A cui l’Italia non ha partecipato, ma per avere l’esclusiva dei quali la Rai aveva pagato circa 160 milioni di euro. Il quotidiano inglese Guardian ha stimato la prima offerta italiana alla FIFA tra i 200 e i 300mila euro. La FIFA si era attivata d’urgenza per evitare un fallimento commerciale. Coinvolgendo nella promozione dell’evento ex calciatori – come Cannavaro e Materazzi – sia i governi dei cinque paesi “frugali” sul fronte dei diritti tv.
Con tanto di comunicato stampa congiunto dei ministeri dello Sport europei: “Prendiamo atto con preoccupazione che finora non sono stati assegnati i diritti televisivi per le partite dei Mondiali femminili nei nostri paesi. Siamo consapevoli dei legittimi interessi e dei vincoli di bilancio, e riconosciamo inoltre gli specifici vincoli organizzativi che possono incidere sul valore di mercato. Tuttavia, siamo convinti che la copertura mediatica della Coppa del Mondo sarà decisiva per migliorare la visibilità globale dello sport femminile nei nostri paesi. A causa dell’elevato potenziale della FIFA Women’s World Cup e delle questioni sportive e sociali in gioco, consideriamo nostra responsabilità mobilitare pienamente tutte le parti interessate, affinché raggiungano rapidamente un accordo”.
La soluzione della telenovela
A giugno, poche settimane prima dell’avvio della rassegna il 20 luglio, i diritti televisivi nei paesi citati sono stati infine assegnati. In Italia li ha acquistati soltanto la Rai. Secondo alcune ricostruzioni, la tv di Stato non avrebbe potuto sottrarsi all’impegno in quanto televisione pubblica. Non si sa ancora quanto siano costati, ma in ogni caso è stato acquistato un pacchetto essenziale che prevede la trasmissione di 15 partite su 64 previste, comprese ovviamente tutte quelle che giocherà l’Italia. A differenza di quattro anni fa, né Sky né altre emittenti private si sono aggiudicate altri pacchetti disponibili.