Ancora una proroga per il payback: la scadenza passa dal 31 luglio 2023 al 30 ottobre. È quanto previsto da una misura inserita nel Dl Caldo approvato ieri dal Consiglio dei Ministri.
La relazione tecnica: “La disposizione non è suscettibile di determinare nuovi maggiori oneri per la finanza pubblica”
“Trattandosi di proroga infrannuale del termine di versamento degli importi dovuti a titolo di pay-back dalle imprese fornitrici di dispositivi medici al SSN, la disposizione non è suscettibile di determinare nuovi maggiori oneri per la finanza pubblica”, si legge nella relazione tecnica della misura.
Boggetti (Confindustria Dispositivi Medici): “Significa che il Governo ha capito che il payback porterebbe gravi ripercussioni a tutto il sistema salute”
”Apprezziamo molto che il Governo abbia inserito nel decreto cosiddetto emergenza caldo, approvato ieri in Consiglio dei ministri, il rinvio del versamento del Payabck nelle forniture di dispositivi medici”. Così Massimiliano Boggetti, presidente di Confindustria dispositivi medici, commenta il posticipo della scadenza del Payback. Proprio ieri, afferma Boggetti, Confindustria Dm “aveva inviato una lettera al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, chiedendo un provvedimento urgente che facesse guadagnare tempo per trovare una soluzione condivisa. Questo è un buon segnale di dialogo e di apertura nei confronti dell’industria del settore. Significa che il Governo ha capito che il PAYBACK porterebbe gravi ripercussioni a tutto il sistema salute”.
Boggetti: “Adesso dobbiamo lavorare insieme per trovare soluzioni di governance del settore che superino questa norma ingiusta”
“Adesso dobbiamo lavorare insieme per trovare soluzioni di governance del settore che superino questa norma ingiusta – sottolinea – perché questo clima di perdurante incertezza sta logorando le imprese e sta portando a scelte forzate di riduzione dei posti di lavoro e di carenza di prodotti di qualità negli ospedali. Il fallimento di aziende e il disinvestimento nel nostro Paese di quelle che operano su scala globale porterà a migliaia di licenziamenti, a una riduzione drastica al sostegno della formazione e a un ulteriore taglio agli investimenti in ricerca e sviluppo. Ci sarà insomma un effetto negativo a cascata – avverte – di forte impatto sociale ed economico”. Ma non solo. “La situazione coinvolgerà in modo sempre più diretto l’offerta di salute e la possibilità per i cittadini di effettuare le prestazioni sanitarie previste dai Lea. Le conseguenze ricadranno soprattutto sulle classi sociali più deboli, che non possono trovare risposte di salute altro che nel nostro Ssn. Per questo ora, oltre alla proroga, bisogna lavorare a soluzioni compatibili con le esigenze e la sopravvivenza stessa del Servizio sanitario nazionale – rimarca Boggetti – capaci di eliminare norme inique che invece ne ostacolano lo sviluppo, perché questo è un modo per sostenere l’Italia e i suoi cittadini”.