Il futuro del “Pirellino”? Nella mani di Beppe Sala e Pierfrancesco Maran. Manfredi Catella? Ha due risultati su tre in schedina che gli vanno bene. Può contare su un “sì” deciso della politica ma anche sull’inerzia di Palazzo Marino e vincere lo stesso. Saranno il sindaco di Milano, l’assessore all’Urbanistica e i loro tecnici a dover decidere cosa fare del faraonico progetto di “Mister Porta Nuova” disegnato da Elizabeth Diller e Stefano Boeri sugli ex uffici tecnici del Comune di Milano, venduti a Coima nel 2019.
Le legge lombarda sulla rigenerazione urbana, che regalava volumetrie fino al 25% a chi recupera edifici dismessi e che in primavera ha fatto litigare Palazzo Lombardia e Palazzo Marino con tanto di carte bollate e avvocati, ora è stata modificata. Senza aspettare l’intervento della Corte Costituzionale a cui i giudici del Tar Lombardia si sono rivolti dopo le eccezione sollevate dagli avvocati del Comune di Milano.
Rigenerazione urbana, ecco cosa dice la nuova legge
Da cinque anni a un anno. Queste le nuove tempistiche nella legge varata dalla giunta di Attilio Fontana il 15 giugno su spinta propulsiva dell’assessore leghista al Territorio, Pietro Foroni. Se nella prima versione un palazzo doveva essere “dismesso” o “abbandonato” da almeno cinque anni per poter godere dei benefici, ora questa quota è stata abbassata ad un anno. Ma riguarda solo quegli immobili che presentano i requisiti al momento dell’approvazione della legge. Potenzialmente adesso sono molti di più i palazzi di Milano che rientrano nella definizione. Che da norma parla di edifici che causano “criticità per uno o più dei seguenti aspetti: salute, sicurezza idraulica, problemi strutturali che ne pregiudicano la sicurezza, inquinamento, degrado ambientale, urbanistico-edilizio e sociale”.
Le proprietà devono presentare documentazione e perizie asseverate per certificare lo stato di degrado. Che permette di beneficiare di volumetrie aggiuntive dal 10 fino a un massimo del 25%. Coima e Manfredi Catella hanno già depositato agli uffici il loro “dossier” in relazione alla legge poi bloccata dai giudici amministrativi. Rimane da capire se vada aggiornato, presentato da zero o sia ritenuto valido.
Ad ogni modo, se il Comune non si esprime rispetto alla validità/veridicità di quei documenti vale il silenzio-assenso e viene riconosciuto in automatico l’esito positivo della procedura con un bonus volumetrico del 20%. Palazzo Marino ha però tempo fino al 31 dicembre 2021 per individuare alcuni ambiti della città dove non si applicano parti della nuova legge, come forma di tutela paesaggistica.
Pirellino, le posizione politiche della maggioranza
Presentando il progetto Manfredi Catella era stato chiaro: andremo avanti, con o senza il Comune.
Tradotto: o si concedono le volumetrie aggiuntive oppure l’ultimo tassello di Porta Nuova potrà contare sui due grattacieli – uno residenziale e uno a destinazione uffici – ma non sul “ponte-serra” che li collega. Lo spazio “donato” alla città di Milano, aveva detto l’immobiliarista.
Pirelli 39, cosa deciderà il “verde” Beppe Sala?
Per Beppe Sala si trattava di “un progetto interessante”. Di diverso avviso il suo assessore all’Urbanistica. Pierfrancesco Maran ha ritenuto un errore regalare volumetrie su edifici che per anni sono stati abbandonati a loro stessi. Nel caso dell’ex Pirellino, peraltro, dall’amministrazione pubblica. Anche se rimane più di un dubbio sul fatto che l’edificio potesse rientrare nella definizione.
C’è da capire se e come la partita entrerà nella campagna elettorale verso le comunali di Milano di ottobre 2021. Giuseppe Sala si è iscritto al partito dei Verdi, intercettando nell’opinione pubblica il nuovo sentiment ambientalista. E per quanto il progetto su Pirelli 39 possa contare su tecniche costruttive di ultima generazione non è facile far digerire a un certo tipo di elettorato due grattacieli. Gli ennesimi in città.
La variabile Pierfrancesco Maran per il nuovo Pirelli 39
Pierfrancesco Maran è il volto forte del Partito democratico a Milano: 5mila preferenze nel 2016 può bissare con risultati molto più performanti nel 2021. Ma ora potrebbe anche dire sì. La sua opposizione non era tanto sul singolo progetto del Pirellino quanto alla norma regionale che forniva regalie a chi ha lasciato abbandonati e in stato di degrado edifici nel corso del tempo. Su tutti? L’Enpam. La cassa professionale dei medici – il più ricco ente previdenziale dei professionisti in Italia – con in pancia un ricco patrimonio critico che di recente ha venduto a una cordata di investitori capeggiata da Hines, tra i primari operatori immobiliari in città dove già sono entrati nei progetti di MilanoSesto, Porta Vittoria, l’ex Trotto, Reinventing Cities a Bovisa e gli studentati della Bocconi. Maran ha già strappato una vittoria: ha costretto Regione a trattare, la legge è diventata più “morbida” e lascia ai Comuni un margine di discrezionalità più ampio sulla gestione del proprio territorio, al contrario del testo precedente che calava dall’alto obblighi inderogabili. Potrebbe decidere di non voler infierire. E sarebbe un happy ending, con tutti felici e contenti.