Chi salvare nel Movimento cinque stelle dalla regola del doppio mandato? Chi sono i meritevoli che meritano un trattamento di “favore” rispetto ad altri eletti? Quesiti che all’interno del Movimento cinque stelle sono più attuali che mai.
Il leader in pectore Giuseppe Conte infatti, prima che si acuisse lo scontro con il Garante Beppe Grillo, aveva fatto trapelare una proposta di mediazione: bene mantenere la regole del “massimo due mandati e poi a casa”, ma con una certa dose di flessibilità. I più meritevoli infatti, secondo l’ex premier Giuseppe Conte, vanno in qualche modo ripescati per la prossima tornata. Tanto che, a spanne, se ne salveranno un 20%. Ma come decidere chi salvare e chi no?
La risposta è semplice, specie all’interno dei partiti, e andrà in base alla influenza sui territori di deputati, senatori e consiglieri regionali.
Chi sono i grillini più in vista (ma non solo) che puntano alla riconferma
I nomi grillini attualmente più in vista, di cui difficilmente il Movimento potrà privarsi, sono il ministro degli Esteri Luigi di Maio (ancora forte in Campania), il presidente della Camera Roberto Fico (anche lui campano) e la ministra delle politiche giovanili Fabiana Dadone (che ha costruito una buona rete ini Piemonte) e l’ex ministro della giustizia Alfonso Bonafede. Altra piemontese e amica di Chiara Appendino è Laura Castelli, viceministra dell’economia in tre diversi governi, la cui esperienza il Movimento proverà in più modi a preservare. Sempre tra le fila dei parlamentari che scalpitano per ritagliarsi un futuro spazio (con buona probabilità di ottenerlo) ci sono Carlo Sibilia (attualmente al ministero dell’Interno), il senatore lombardo Danilo Toninelli (che sogna di candidarsi presidente della Lombardia, ex ministro delle infrastrutture) e Stefano Buffagni, perno del Movimento del Nord Italia ed ex viceministro del Mise. Mentre Riccardo Fraccaro, ideatore del superbonus 110%, è l’uomo del Movimento nel Nord-Est.
Il caso Giancarlo Cancelleri, plenipotenziario grillino in Sicilia
Un nome grillino di spicco che dovrebbe essere recuperato è il siciliano Giancarlo Cancelleri, viceministro delle infrastrutture. Su di lui però, già in occasione della nomina governativa nel Conte II, erano sorti già diversi malumori. Rieletto per la seconda volta consigliere regionale in Sicilia, sfiorando per poco la vittoria, si dimise dall’assemblea siciliana per migrare al ministero delle infrastrutture. Ma questo ping pong da una poltrona all’altra, considerato un’eccezione ad hoc, non era stata affatto ben vista nel partito ed è rimasta una ferita aperta.
Altri parlamentari che scalpitano per il terzo mandato
A fronte dei nomi più in vista, però, ci sono anche parlamentari meno conosciuti ma molto sostenuti nei territori (e che si potrebbero rivedere in parlamento). Come Mirella Liuzzi, ex sottosegretaria al Mise della Basilicata o il battagliero d’Abruzzo Gianluca Castaldi. E come dimenticarsi delle laziali Carla Ruocco (presidente della commissione banche) e Paola Taverna (vicepresidente del senato)? Due volti che, a loro modo, hanno fatto un pezzo di storia del Movimento. E se vengono rimessi in lista questi volti, come escludere l’attuale reggente bresciano Vito Crimi e la sua compagna Paola Carinelli? Non si può, ovviamente.
Deputati e senatori M5S in bilico
In bilico invece ci sono Giulia Grillo, ex ministra della salute, dissidente grillina a giorni alterni. Ma anche Dalila Nesci, sottosegretario per il Sud. Più volte sul punto di uscire dal Movimento, oggi la calabrese è tra gli esponenti governativi più importanti. Ma la sua diffidenza verso le fasi passate del Movimento non la collocano in pole position per un terzo mandato. Idem Angelo Tofalo e , più vicino ad Alessandro Di Battista e quindi messo da parte. Il ministro ai rapporti con il parlamento Federico D’Incà invece, veneto, per quanto sia in una posizione di prestigio non ha mai sfondato i cuori grillini. Lotta per farcela anche Francesco D’Uva, deputato siciliano molto vicino a Di Maio.
Chi sono i consiglieri regionali da preservare
Non ci sono però solo i parlamentari che bisogna salvare dall’oblio ma anche i consiglieri regionali, molti dei quali già al secondo mandato. Il cosiddetto “mandato zero” per loro non vale: le regole che valgono per deputati e senatori valgono anche per loro. Tanto è vero che, parlando della Regione Lombardia, il bergamasco Dario Violi è già al secondo mandato. Idem Massimo De Rosa che, dopo un primo mandato da parlamentare, è attualmente consigliere regionale. Un percorso simile a quello di Roberta Lombardi, soprannominata “la faraona”, acerrima nemica di Virginia Raggi e assessora di Nicola Zingaretti nella giunta del Lazio. Altro grillino di esperienza, che si è fatto le ossa nel parlamento siciliano, è Gianpiero Trizzino. Buon amico di Giancarlo Cancelleri e dall’anima ambientalista, è uno dei pilasti dei grillini in Sicilia. Tra i volti femminili “regionali” che il Movimento tenterà di salvaguardare (visto che le donne, nella composizione delle liste, scarseggiano sempre) ci sono la Toscana Irene Galletti, la campana Valeria Ciarambino, la pugliese Antonella Laricchia e l’emiliano-romagnola Silvia Piccinini.
Stefano Patuanelli e Lucia Azzolina, i due “big” salvi
Curiosità: l’unico big a poter usufruire del “mandato zero”, che non ha il problema del terzo mandato, è il ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli. La sua fortuna? Aver fatto la sua prima esperienza da consigliere comunale a Trieste, in seguito alla quale è entrato in parlamento. Esperienza che non viene conteggiata come primo mandato. Lucia Azzolina, ex ministra dell’istruzione, è invece al primo mandato.