Perché leggere questo articolo? Le polemiche sulla cena dei renziani Francesco Bonifazi, Maria Elena Boschi e Luciano Nobili al Twiga con la ministra Daniela Santanché sono solo le ultime di una lunga serie di discussioni accese sulle vacanze dei politici. Da Beppe Grillo a Matteo Salvini. Da Giuseppe Conte a Massimo D’Alema. Quasi tutti sono finiti in prima pagina per colpa delle ferie.
Francesco Bonifazi, Maria Elena Boschi e Luciano Nobili a cena al Twiga con Daniela Santanché. Ed è subito polemica politica da ombrellone. Tanto che l’episodio sta accelerando la separazione dei gruppi parlamentari di Azione e Italia Viva. Con Carlo Calenda che ha preso le distanze dai renziani “attovagliati” al Twiga e Matteo Renzi che ha difeso la sfera privata dei tre esponenti del suo partito.
I renziani al Twiga e la lite con Calenda
Prima c’era stata la gaffe dello stesso Calenda, che nel lido radical chic di Capalbio aveva scambiato delle alghe per plastica. E ancora precedentemente, gli insulti social alla premier Giorgia Meloni per un costume giudicato troppo “audace”, sfoggiato dalla presidente del Consiglio a Santa Marinella, località balneare del litorale laziale.
Ma la polemica sulle vacanze dei politici è più puntuale dell’arrivo delle ferie agostane. Ogni volta ce n’è una. E i giornali e le home page dei siti si ravvivano, nei periodi in cui scarseggiano le notizie più squisitamente politiche. Non bisogna tornare alla prima Repubblica o alla “vita smeralda” di Silvio Berlusconi in Sardegna per rintracciare polemiche estive e natalizie sulle vacanze dei politici.
Beppe Grillo in vacanza da Briatore, Salvini al Papeete
Tanto per fermarci ai tempi più recenti, possiamo ricordare le critiche che si è attirato Beppe Grillo. Facile sparare sul fondatore dei Cinque Stelle, il moralizzatore della “casta”, fautore di una politica dallo spirito francescano. E allora come dimenticare le accuse di ipocrisia lanciate contro Grillo, “reo” di aver festeggiato il capodanno del 2017 in un resort di lusso di Flavio Briatore a Malindi, in Kenya. Nell’estate dello stesso anno Grillo era finito nel mirino del finanziere Davide Serra, che lo aveva fotografato a bordo di uno yacht in un’area protetta della Costa Smeralda.
Negli ultimi anni, però, le vacanze che più hanno fatto discutere sono state quelle di Matteo Salvini al Papeete di Milano Marittima, in Romagna. Quest’anno il ministro e leader leghista non si è fatto vedere nel famoso stabilimento balneare ed a cavallo di Ferragosto preferirà la montagna di Pinzolo, in Trentino. Ma nel 2019 hanno fatto scalpore i suoi balli scatenati accompagnati dal mojito mentre propiziava la caduta del governo gialloverde con il M5s di Luigi Di Maio e Giuseppe Conte. Nello stesso anno, da ministro dell’Interno, era finito nella bufera per i giri del figlio a bordo della moto d’acqua della Polizia.
Vacanze pentastellate: Di Maio in yacht e Conte a Cortina
A completare il quadro dei pentastellati ci sono le peripezie di Conte e Di Maio. L’ex ministro degli Esteri, ad agosto 2021, quando era titolare della Farnesina, era stato beccato nello stabilimento Togo Bay di Porto Cesareo in Salento, proprio mentre i talebani occupavano la capitale dell’Afghanistan Kabul. Sempre Di Maio, nel 2018, si è dovuto beccare le critiche di chi lo accusava di ipocrisia perché in vacanza a Capri su uno yacht in compagnia di un gruppetto di altri parlamentari del M5s. E arriviamo a Conte, attaccato lo scorso capodanno per il soggiorno di lusso nell’albergo a cinque stelle Grand Hotel Savoia di Cortina.
Le vacanze in pandemia
Poi le polemiche dell’estate del 2020, in piena pandemia da Covid. Titoli e accuse contro Giorgio Gori, sindaco della Bergamo martoriata dal virus, “colpevole” di essere volato a Formentera con la compagna giornalista Cristina Parodi dopo aver invitato a trascorrere le ferie in Italia. Nello stesso anno protagonisti ancora i renziani Boschi e Nobili, pizzicati in barca a Ischia. Per giunta senza mascherina e distanziamento. La barca, croce e delizia dei progressisti. Dai tempi delle bordate contro l’ex comunista Massimo D’Alema, massacrato negli anni per la sua passione non proprio proletaria per le barche a vela di lusso.