(Adnkronos) – Il trattamento è stato riconosciuto dall’Istituto superiore di sanità come alternativa all’intervento chirurgico
Bergamo,10/08/2023 Il mal di schiena, complici le posture scorrette che si è portati ad assumere per esempio per guardare il telefonino, è sicuramente una delle patologie più diffuse nella società di oggi. Si tratta infatti di una malattia che colpisce persone di tutte le età, ragazzi compresi, e che può ripresentarsi più volte, anche in modo ravvicinato, se non la si affronta correttamente. La malattia, quindi, ha un impatto non di poco conto sulla vita quotidiana delle persone, così risulta fondamentale individuare la terapia più adatta per affrontare e gestire la problematica.
In questo senso è fondamentale il contributo dell’ossigeno e ozono terapia, riconosciuta ufficialmente dall’Istituto superiore di sanità come procedura alternativa all’intervento. “L’efficacia del trattamento è ormai appurata e ampliamente riconosciuta anche nella letteratura scientifica” spiega il professor Mariano Franzini, presidente internazionale della Società scientifica ossigeno ozono terapia (Sioot), che rileva come “sempre più persone scelgano di affidarsi a una procedura decisamente meno invasiva dell’intervento chirurgico e capace di produrre ottimi risultati”.
Il punto di partenza è sempre la risonanza, dalla quale il medico è in grado di capire quale sia la problematica e di decidere la terapia più adatta a cui sottoporre il paziente. “Per curare una protrusione, per esempio, sono necessarie un paio di sedute a settimana per circa un mese. E si tratta a tutti gli effetti di un’azione di prevenzione, perché si evita che la criticità peggiori portando alla comparsa di un’ernia, per curare la quale servirebbe un’azione più incisiva e prolungata – aggiunge il professor Franzini – Per una lombosciatalgia, invece, servono tra le 8 e le 12 sedute”. Estremamente importante è che il medico segua perfettamente il Protocollo Sioot/Multiossigen che garantisce sicurezza ed efficacia.
Le sedute consistono in una serie di microiniezioni sottocutanee di una soluzione di ossigeno e ozono che ha effetti antinfiammatori e antidolorifici. “In questo modo – prosegue il medico – si va ad agire sul dolore, migliorando di fatto la qualità di vita del paziente, ma anche sulla causa che lo provoca. Nel caso delle ernie, per esempio, si assiste prima alla riduzione della criticità e poi al suo progressivo riassorbimento”.
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