(Adnkronos) – Si è chiuso con un nulla di fatto il vertice tra governo e opposizioni sul salario minimo durato circa due ore a Palazzo Chigi. “Sostanzialmente – sintetizzano le opposizioni – ognuno resta sulle proprie posizioni. Palla al centro”. Ma ora la via del dialogo è aperta.
All’incontro, presieduto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni hanno preso parte per il governo i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il ministro del Lavoro e le politiche sociali, Maria Elvira Calderone. Solo Matteo Salvini, vicepremier e responsabile dei Trasporti è da remoto, in collegamento video e tutti i leder dei partiti di opposizione tranne Matteo Renzi.
Nella sua introduzione Meloni ha ribadito le obiezioni alla proposta delle opposizioni e i leader della minoranza, in seguito, hanno replicato punto per punto alle osservazione della premier quindi la premier ha concluso l’incontro proponendo un percorso condiviso per arrivare a una proposta entro 60 giorni.
”Questo dei salari è un tema che mi sta a cuore”, assicura la presidente del Consiglio parlando con la stampa fuori palazzo Chigi. ”Siamo aperti al confronto sul lavoro povero e i salari adeguati. Io sono stata all’opposizione e so cosa vuol dire”. Abbiamo incontrato le opposizioni per dare ”un segnale di rispetto e attenzione”, spiega. ”Abbiamo proposto un lavoro da fare insieme, da completare nei prossimi 60 giorni sul quale io ho già la disponibilità del Cnel e del suo presidente per capire se c’è un margine per condividere tra le forze politiche e con le parti sociali soluzioni che possono essere efficaci per favorire il lavoro, il lavoro giusto e pagato adeguatamente, come questo governo ha dimostrato”, dice Meloni riferendo di aver fissato un termine di 60 giorni ”in tempo per le coperture nella legge di bilancio” agli eventuali provvedimenti da varare.
”Punto ad arrivare a una proposta in tempo per la legge di bilancio – spiega – ma non vorrei solo che fosse semplicemente una proposta della maggioranza contrapposta a quella delle opposizioni. Ci sono delle proposte della maggioranza su questa materia, una l’ha proposta Fi, che è un partito della maggioranza. Ma non sarebbe stato un buon metodo di dialogo dire ‘sostituite la vostra proposta con la nostra…’. Un buon metodo di dialogo è formulare una proposta che affronti complessivamente la materia”.
”Questo governo – sottolinea – ha concentrato gran parte delle energie sul tema dei salari, sul tema di aiutare le famiglie, ovviamente sul piano economico. Per questo ho scelto di incontrare le opposizioni partendo dalla proposta specifica del salario minimo. E’ una materia estremamente ampia e va affrontata nella sua complessità. Ci sono delle divergenze su quali siano gli strumenti per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie, per rafforzare i salari. E io ho proposto un confronto che coinvolga anche chi costituzionalmente è più attrezzato a fare questo lavoro, ovvero il Cnel, per terminare prima dell’avvio della legge di bilancio, in tempo per avere le coperture necessarie per adottare eventuali provvedimenti. Il presidente Brunetta è pronto al confronto subito, anche domani”.
”Abbiamo ribadito la proposta di Forza Italia per un salario minimo da non fissare per legge ma frutto di una contrattazione collettiva – fa sapere il segretario nazionale di Fi, Antonio Tajani – . Siamo per il rafforzamento della contrattazione collettiva. Noi lavoriamo per dare agli italiani stipendi più ricchi”.
Spiace constatare la posizione ideologica dell’opposizione che parla di salario minimo e di reddito di cittadinanza per spirito di contestazione e fingendo di ignorare – per esempio – le troppe storture del sussidio. Attacca invece la Lega, in una nota al termine del confronto.
“Innanzitutto possiamo dire che la battaglia fatta dalle opposizioni unite sul tema del lavoro povero ha prodotto un fatto politico, ha fermato la maggioranza che voleva inizialmente votare un emendamento soppressivo su questa proposta, ovvero questo incontro di oggi”, rivendica al termine del vertice la segretaria dem Elly Schlein.
“Abbiamo registrato che il governo non ha una sua proposta – ha continuato la leader Pd -. Non ha le idee chiare sul salario minimo. Non ci sottrarremo, ma ci aspettiamo delle proposte, delle novità, mentre il governo è rimasto sulle sue posizioni”.
“Noi abbiamo spiegato con esempi concreti e argomentazioni molto solide la nostra proposta unitaria sul salario minimo che si basa su due capisaldi irrinunciabili: il rafforzamento della contrattazione nazionale collettiva estendendone l’effetto a tutte le lavoratrici e i lavoratori di un settore attraverso la valenza della retribuzione collettiva e una soglia legale minima di 9 euro l’ora sotto la quale la contrattazione collettiva non possa scendere. Abbiamo spiegato e ribadito con forza le nostre ragioni- riferisce Schlein – purtroppo dal governo non sono arrivate risposte”.
“La maggioranza ha tutti gli strumenti per fare gli approfondimenti che vorrà fare ed eventualmente presentare una sua proposta, aspetteremo di confrontarci su questa. Noi intanto andiamo avanti con la nostra proposta perché c’è un forte consenso popolare ed è il motivo per cui da ora possiamo lanciare la raccolta firme che avevamo annunciato”, ha concluso.
“Siamo venuti con spirito costruttivo a incontrare il governo, siamo riusciti a far convergere tutte le opposizioni su una proposta unitaria, per noi questo è un risultato importante. La presidente Meloni aveva chiesto questo confronto, noi ci siamo solo che oggi non c’è stata nessuna controproposta”. Così il presidente del M5S Giuseppe Conte al termine del tavolo a Palazzo Chigi. “Il governo ha proposto di coinvolgere il Cnel di Brunetta, a noi sembra una palla buttata in tribuna però se vogliono ben venga”. E rispedisce al mittente le accuse della Lega. I”deologici? Assolutamente no. Non so come si possa dire che la nostra è una posizione ideologica. Ci sono stati chiesti chiarimenti e li abbiamo forniti puntualmente. Il mio intervento – sottolinea Conte – e quello degli altri colleghi dell’opposizione sono stati tutti nel merito, abbiamo spiegato punto per punto quelli che sono i passaggi significativi di un testo che secondo noi il governo non ha ancora approfondito puntualmente”.
Intanto, annuncia il leader pentastellato, “coinvolgeremo i cittadini, perché ci è stato richiesto. Partirà una raccolta firme che promuoverà una petizione ai sensi dell’articolo 50 della costituzione. Quando ci ritroveremo alla ripresa dei lavori parlamentari ci sarà sul tavolo anche la posizione dei cittadini. Continueremo il confronto. Il nostro obiettivo è risolvere questo problema concretamente, non sventolare una bandiera ideologica”.
“Giorgia Meloni ci ha detto che il tema è importante, che il Governo vuole confrontarsi con le opposizioni sulla materia complessiva, naturalmente – dice il segretario di Sinistra Italiana e deputato di Avs Nicola Fratoianni – noi siamo disponibili al confronto anzi consideriamo questa disponibilità della presidente del Consiglio un primo risultato dell’iniziativa convergente delle opposizioni, un successo, ed è il motivo per cui continueremo la nostra battaglia politica sulla nostra proposta di legge che è efficace, solida e utile. Chiederemo il sostegno dei cittadini e – conclude – continueremo a confrontarci alla ripresa dei lavori in parlamento”.
Di un “primo passo nella giusta direzione” parla anche il leader di Azione Carlo Calenda. “Tutti sono disponibili ad andare avanti, sulle proprie posizioni, con un dialogo complessivo. E siccome questo è la prima volta che accade, non solo con questo governo ma da molto tempo a questa parte, diciamo che è un primo passo nella direzione giusta”, sottolinea. “Io sono disponibile ad andare avanti”, continua Calenda, “mai ci sottrarremo al dialogo quando l’approccio non è ideologico ma di merito”.