(Adnkronos) – Un lungo, lunghissimo, quasi interminabile applauso ha salutato oggi Michela Murgia dopo la celebrazione dei funerali che si sono svolti a Roma nella Chiesa degli Artisti. Il feretro è stato accolto da un lungo applauso anche all’arrivo, la scalinata gremita da una folla silenziosa a rendere l’ultimo omaggio alla scrittrice morta a 51 anni dopo una lunga malattia. Famiglie arcobaleno, giornalisti, rappresentanti del mondo della cultura, gente comune e politici. Tra i primi ad arrivare, la segretaria del Pd Elly Schlein.
Al termine delle esequie la folla fuori dalla chiesa, in attesa dell’uscita del feretro, oltre un migliaio di persone, ha intonato ‘Bella ciao’ (VIDEO). I funerali, celebrati da don Walter Insero, hanno visto la partecipazione e gli interventi di diversi personaggi che hanno ricordato Michela Murgia, da Roberto Saviano alla scrittrice Chiara Valerio.
“Michela è nell’oltre, la sua anima è in questo viaggio verso il Padre non verso il nulla”, ha detto don Walter Insero, rettore della Basilica Santa Maria in Montesanto, durante l’omelia. “Michela ha fatto tante battaglie, lo sappiamo. Vi invito ad accogliere la testimonianza di fede che ha rappresentato nel momento della prova, nella malattia, nella sofferenza dura che ha vissuto. Michela ha portato avanti la buona battaglia, ha conservato la fede, direbbe San Paolo. Lei ci ha lasciato questa testimonianza: è possibile amare nel dolore, è possibile salutare tutti e riconciliarsi con tutti. Chi ha avuto il regalo dalla Provvidenza di poter condividere gli ultimi momenti ha visto una donna affidarsi a Dio, una donna che non ha mai avuto timore di manifestare la sua fede”.
“I canti che ascoltiamo oggi, con i quali preghiamo – ha sottolineato don Insero – sono quelli della sua giovinezza quando impegnata nell’Azione Cattolica, come referente regionale, si è messa al servizio degli altri, cosa che ha fatto da subito”. Un impegno che si è concretizzato anche con “l’amore per la Scrittura e la teologia, che è proprio lo studio e il commento della Scrittura, e con l’insegnamento della religione. Oggi preghiamo per lei con affetto e gratitudine, affidandola alla misericordia del Signore. Vi invito – ha concluso – ad accogliere la sua testimonianza, a lasciarci provocare dalla sua fede intelligente, anche dalle sue provocazioni perché la fede chiede sempre di essere non solo pensata ma anche accolta”.
Queste “sono le parole più difficili della mia vita”. E’ così che Roberto Saviano ha iniziato il suo intervento alla fine dei funerali ricordando che Michela Murgia “voleva che questa fosse una giornata per tutti, per lei la condivisione era tutto”.
Secondo l’autore di ‘Gomorra’ ad aver “fatto del male a Michela Murgia non sono stati gli squadristi dell’informazione. Quelli che hanno davvero fatto del male a Michela – ha precisato – sono coloro che avevano un piede qui e un piede lì, quelli che non hanno preso posizione perché spaventati, quelli che stavano a metà per convenienza con il loro opportunismo. Sono loro, con la loro mancanza di orizzonti, ad aver reso difficilissima la vita di Michi”. Saviano ha trasportato in spalla la bara fuori dalla chiesa, assieme ad alcuni componenti della famiglia della scrittrice.
Sotto le arcate della chiesa hanno trovato riparo alcuni rappresentanti dell’Anpi, con foulard e bandiere tricolori. “Siamo qui per salutare Michela Murgia e testimoniare l’impegno che ha avuto: è stata una partigiana, sempre e comunque libera”, hanno detto all’Adnkronos i membri della delegazione dell’Associazione partigiani d’Italia che hanno voluto mettere sul feretro il tradizionale fazzoletto triangolare. “Anche l’ultimo periodo più doloroso lo ha reso politico, condividendo con la comunità e lottando, fino all’ultimo”.
“Michela era una cara amica. Perdiamo una donna libera, un’intelligenza acutissima, una persona straordinaria, perdiamo parole, idee, cultura e una militante originale e curiosa, consapevole che essere partigiana è la condizione per garantire la qualità della democrazia. Ma soprattutto perdo una persona a cui ho voluto molto bene”, ha detto all’Adnkronos Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana, anche lui al funerale.
Palloncini raffiguranti coloratissimi cavallucci marini si sono elevati nell’aria, mentre un signore orgoglioso sfoggiava un cartoncino con la scritta ‘Grazie Michela’. Tra i volti noti, Concita De Gregorio, Ritanna Armeni, Francesca Pascale e Paola Turci, il regista Paolo Virzì. Una lettrice di Michela Murgia, Roberta, commossa ha confidato all’Adnkronos: “Da oggi ci sentiamo tutti un po’ soli, un po’ orfani. Ci ha insegnato a leggere la vita, a combattere le discriminazioni, ci ha indicato la rotta da seguire. La sua è stata una vera rivoluzione umana e culturale”.
Piazza del Popolo era gremita per l’ultimo saluto a Michela Murgia tanto che si sono registrati alcuni malori e svenimenti per il caldo. Impossibile entrare all’interno della Chiesa degli Artisti strapiena. Il ‘Popolo’ di Michela Murgia, quelle che si autodefiniscono ‘sorelle di cuore e di spirito’, giunte da tutta Italia, sfinite dal viaggio e dall’ondata di calore che non dà tregua, hanno criticato dalla piazza l’organizzazione dei funerali della scrittrice scomparsa. “Le istituzioni – ha detto la giovane G. G. giunta questa mattina da Napoli con la madre – non hanno voluto omaggiarla. Ma nessuno di noi si è lasciato scoraggiare. E siamo qui a Roma”. Arrivata da Bologna una giovane studentessa M. P. è stata molto critica sull’organizzazione: “Mancano le forze dell’ordine, la sicurezza, un presidio medico, è dovuta svenire una persona per avere un’autoambulanza. Che per fortuna è rimasta. Le occupazioni nelle scuole e nelle università a Bologna sono organizzate meglio”, ha concluso.