(di Fabio Massa)
Che brutta fine, Tommaso Cerno. Beh, in effetti è tornato all’inizio. Ma ci arriveremo. L’ultima del Tommaso ex giornalista, poi politico, poi di nuovo giornalista, è una polemica legata alla vicenda raccontata dal premier albanese a Giorgia Meloni. Degli italiani sarebbero scappati senza pagare il conto al ristorante. Lei si infuria, manda l’ambasciatore a pagare perché non possiamo fare figure del genere nel mondo.
Cerno, l’Albania e la linea governista
Cerno twitta: “Se l’ambasciata albanese risarcisse l’Italia per i furti perpetrati negli ultimi 20 anni da cittadini albanesi andrebbe in bancarotta”. Cerno, nell’ultimo periodo, pare proprio aver preso una linea governista. Non è l’unica volta. Forse non sarà neanche l’ultima. Indipendentemente da chi c’è al governo. Sul web c’è ancora un articolo di Pino Nicotri su Italia Oggi, di qualche anno fa. Racconta di come Cerno avesse esordito a 20 anni come candidato di Alleanza Nazionale. Poi passa per l’Udeur e arriva al Pds. Viene candidato senatore dal Pd, che pensa bene di paracadutarlo a Milano in un collegio sicuro. Nel quale insulta la segretaria metropolitana che ha messo il partito pancia a terra per lui, Silvia Roggiani, definendola “una portaborse”. Poi si ri-avvicina nel 2020 a Renzi, con il quale aveva già avuto una liason ai tempi della direzione di Repubblica (vedasi sotto). E infine decide di andare nel gruppo misto.
Il Cerno giornalista che si avvicina a Fratelli d’Italia
Intanto, il giornalismo. Messaggero Veneto, poi l’Espresso, poi ancora al Messaggero Veneto come direttore, e poi ancora all’Espresso da direttore. Infine, condirettore di Repubblica. Poi come detto il Senato, poi l’uscita dal Senato e la direzione del giornale “l’Identità”. Su posizioni filo-governiste, pare. Sicuramente benevole con Giorgia Meloni. Da An a Fdi, e in mezzo tanti passettini lungo l’orbe terraqueo?