Indimenticabile Raffaella Carrà. La soubrette, conduttrice, cantante, ballerina e attrice italiana ci ha lasciato il 5 luglio 2021 ma il suo ricordo è ancora indelebile. Il tempo sta anzi rafforzando la sua fama di “regina della televisione italiana”. Gli ultimi decenni della sua carriera sul piccolo schermo l’hanno vista condurre programmi di culto come “Pronto, Raffaella” e “Carramba! Che sorpresa”, oltre al Festival di Sanremo.
Ma Raffaella Carrà ha conquistato un posto centrale nell’immaginario collettivo soprattutto negli anni della sua gioventù. Andiamo a ripercorrere nel dettaglio la prima parte della sua carriera e della sua biografia.
Carrà: vero nome e l’origine dello pseudonimo
Nata il 18 giugno del 1943, il vero nome di Raffaella Carrà è Raffaella Maria Roberta Pelloni. L’introduzione dello pseudonimo risale a metà anni Sessanta, quando il regista Dante Guardamagna, appassionato di pittura, associa il suo nome Raffaella al cognome del pittore Carlo Carrà. Sono gli anni in cui Raffaella tenta di sfondare nel cinema, sua prima passione assieme alla danza alla quale si dedica sin da bambina.
Raffaella Carrà attrice: una carriera iniziata… da bambina
Le prime esperienze davanti alla cinepresa di Raffaella Carrà sono addirittura quando è ancora bambina, come nel film Tormento del passato di Mario Bonnard, del 1952. Seguono altri film ed anche ruoli a teatro. Poi, il passaggio in Radio per condurre la rubrica Raffaella col microfono a tracolla. Nel 1962 l’approdo in televisione: è la valletta di Lelio Luttazzi nel programma “Il Paroliere questo sconosciuto”. Ma Raffaella insiste con il cinema: sostiene un provino per il ruolo di Rosetta ne La Ciociara di Vittorio De Sica, poi compare nella commedia 5 marines per 100 ragazze a fianco di Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Little Tony e Virna Lisi, ma recita anche per Monicelli ne I Compagni (1963). Parallelamente iniziano gli sceneggiati tv: La figlia dell’oca bianca, Scaramouche (con Modugno), Processo in famiglia sono alcuni titoli.
Raffaella Carrà e Canzonissima 1970: il balletto con l’ombelico scoperto
L’avvicinamento all’intrattenimento tv più puro conosce una accelerazione nel 1967, quando presenta sul secondo programma lo speciale Tempo di Samba. Il primo vero successo è con Io, Agata e tu, nella stagione 1969-70. Ma la svolta che la consacra definitivamente è nel 1970 con Canzonissima: in quella edizione, condotta da Corrado, Raffaella Carrà diede scandalo intepretando la sigla d’apertura Ma che musica maestro! con l’ombelico scoperto. La canzone vendette 200mila copie e Raffaella Carrà divenne una star dello spettacolo italiano. Seguirono altri successi musicali, sempre legati a Canzonissima: Chissà se va, Maga Maghella e il celeberrimo Tuca Tuca, il cui balletto fu anche censurato dalla Rai per una coreografia giudicata troppo spinta. Servirà una esibizione assieme ad Alberto Sordi per vincere la censura e le polemiche…
Raffaella Carrà, una hit dietro l’altra: Felicità tà tà, Rumore, Tanti auguri, Pedro…
Il resto, come si dice, è storia: nel 1974 è a fianco di Mina in Milleluci, l’ultimo varietà della cantante prima del ritiro dalle scene. Seguono altri successi tra musica e tv: Strapazzami di coccole con Topo Gigio, Felicità tà tà, Rumore, che la lancia anche sul mercato internazionale ed in particolare in Spagna, dove si afferma anche come conduttrice. Tra le tante altre hit ancora oggi conosciutissime e ballatissime che la consacrano diva mondiale, Tanti auguri, Pedro, Fiesta, A far l’amore comincia tu.