Perché leggere questo articolo? Il derby della Madonnina è alle porte. I tifosi di Inter e Milan fremono alla ricerca dei biglietti. Tutti, tranne una categoria: i vip. Ecco come fanno a entrare gratis a San Siro.
“Ma come fanno le segretarie con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati?“. C’è un grande interrogativo Notte prima degli esami, in questi giorni di vigilia del Derby di Milano. Chissà come fanno i vip ad avere i biglietti per lo stadio? Lo stadio sarà gremito per l’ennesimo tutto esaurito degli ultimi anni, i tifosi stipati come sardine tra curva e seggiolini, e loro belli belli a farsi fotografare in tribuna. Dove, magari, sono anche entrati gratis.
Quanto costerebbe fare il vip al derby
Per entrare gratis allo stadio, che giochi in casa il Milan o l’Inter, i nostri scrocconi hanno due possibilità: una privata e una pubblica. Tutto perfettamente legale. Ma prima, largo a qualche teoria del complotto che ho raccolto tra gruppi WhatsApp e gruppi social. “Già lo sai. Le solite tarantelle“. Per i non affini con lo slang maranza, per “tarantella” non s’intende la tipica danza dell’Italia meridionale, ma uno sgamuffo, un sotterfugio, un espediente. Sui forum del tifo milanista e interista non è complicato trovare chi lancia accuse di “mafietta“. Tra i vari spergiuri degli arrabbiati per non aver trovato posto al derby, qualcuno prova a indicare i responsabili dei biglietti omaggio: società, sponsor e Comune.
La “via privata” per entrare gratis allo stadio è entrare nelle grazie dei player che ruotano intorno all’evento. Una supercazzola per dire che i nostri scrocconi famosi si fanno dare i biglietti gratis dagli sponsor o dalle due società. Inter Premium Hospitality o Milan Authority Lounge. Questi i nomi altisonanti delle tribune vip al primo anello rosso di San Siro. Un’esperienza premium con pacchetti diversificati che includono parcheggio, cocktail bar e ristorante. Che arrivano a costare la modica cifra di 899 euro per una singola partita; che diventano 5000 per un abbonamento stagionale.
Come entrare gratis al derby
Cifre folli, ma di cui i vip non devono preoccuparsi. Basta trovare uno sponsor. Inter e Milan mettono a disposizione di aziende e privati degli Sky Box. Si legge sul sito del Milan: “una elegante suite nel primo anello rosso con comode sedute adiacenti all’insegna della privacy e dell’esclusività. La suite accoglie 10 ospiti ed è dotata di tutti gli strumenti necessari per effettuare presentazioni, rendendola uno spazio ideale per incontri e riunioni”. Un servizio d’eccellenza che costa 70mila euro all’anno. Gli Sky Box sono 30, per un totale di 300 ospiti esclusivi. E’ abbastanza normale che le aziende – solitamente sponsor delle due squadre – invitino qualche vip nei loro salottini.
Se non lo fanno loro, provvedono le società che accreditano gli ospiti a cui concedono un biglietto omaggio. “Solitamente mi trovavo a gestire un centinaio di biglietti omaggi. In partite come il derby o di Champions i numeri schizzavano: avevamo anche 800, 1000 richieste“. Giamma è stato uno degli addetti stampa dell’Inter. Ricorda l’inferno di provare a soddisfare le richieste per i biglietti omaggio. “La società mette solitamente a disposizione due biglietti a giocatore. Poi però ci sono gli ospiti fissi: il cantante, il presentatore, la modella che fanno presenza fissa”. A scrocco? “Non proprio. C’è quello che ha fatto l’inno; l’altro che ha realizzato uno spot; chi presenzia all’evento. E’ più un do ut des“.
I benefit del Comune
Onori e favori. Poi ci sono anche i privilegi. E qui veniamo alla “via pubblica” per entrare a scrocco al derby. Tra i benefit di cui godono consiglieri e assessori del Comune di Milano, c’è anche il biglietto omaggio a San Siro. Parliamo di più di 5mila biglietti regalati ai politici milanesi ogni stagione, per le 49 partite di San Siro tra Inter e Milan e per i 12 concerti della stagione estiva. Ogni rappresentante istituzionale ha diritto a non più di due tagliandi per evento. Quelli non ritirati vengono invece girati a ad associazioni e onlus. In un’intervista al Corriere, Lamberto Bertolé, ex presidente del Consiglio comunale e ora Assessore al Welfare, aveva dichiarato: “Siamo riusciti ad ampliare la platea delle associazioni a cui girare i biglietti non ritirati, da 40 a 71. In ogni caso sia chiaro: i consiglieri comunali non sono certo la casta“. Quello che è sicuro è che non vogliono rinunciare a questo benefit. La mozione del M5s del settembre 2017 per la modifica dei criteri di assegnazione del ticket fu bocciata in maniera bipartisan, con 25 contrari e solo 3 favorevoli.