Home Future AI, non c’è solo Elon Musk: tenete d’occhio questi 100 (due sono italiani)

AI, non c’è solo Elon Musk: tenete d’occhio questi 100 (due sono italiani)

Lista TIME100 AI

Parlando di AI, vengono subito in mente personaggi molto in vista come Elon Musk di xAI oppure Sam Altman di OpenAI, ma il panorama dei leader, pionieri, innovatori e pensatori che stanno plasmando il panorama attuale dell’intelligenza artificiale è in realtà molto più vasto. A disegnarne la mappa completa è il prestigioso settimanale inglese TIME, che ha pubblicato la prima edizione della nuova lista TIME100 AI. In copertina, con illustrazioni di Neil Jamieson, ci sono 28 nominati, tra cui gli italo-americani Dario e Daniela Amodei di Anthropic e Demis Hassabis di Google DeepMind. 

Perché la lista TIME100 AI è importante 

Per compilare la lista (elenco completo), gli editori e i reporter di TIME hanno raccolto nomi e raccomandazioni da decine di leader dell’industria ed esperti. “Vogliamo mettere in evidenza le persone e le idee che stanno rendendo il mondo un luogo migliore e più equo”, ha dichiarato la ceo della rivista, Jessica Sibley. “Questo gruppo di 100 individui è in molti modi una mappa delle relazioni e dei centri di potere che guidano lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale”, ha aggiunto l’editor-in-chief di TIME, Sam Jacobs. “Sono rivali e regolatori, scienziati ed artisti, sostenitori ed esecutivi: esseri umani che competono e collaborano, le cui intuizioni, desideri e difetti plasmeranno la direzione di una tecnologia sempre più influente”.

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Lista TIME100 AI: i nomi

La lista TIME100 AI del 2023 presenta 43 CEO, fondatori e co-fondatori, tra cui Elon Musk di xAI, Sam Altman di OpenAI, Andrew Hopkins di Exscientia, Nancy Xu di Moonhub, Kate Kallot di Amini, Pelonomi Moiloa di Lelapa AI, Jack Clark di Anthropic, Raquel Urtasan di Waabi ed Aidan Gomez di Cohere.

L’elenco include 41 donne e individui non binari, tra cui la CEO e co-fondatrice di Humane Intelligence Rumman Chowdhury, la scienziata cognitiva Abeba Birhane, il COO di Google DeepMind Lila Ibrahim, la General Manager del Data Center and AI Group di Intel Sandra Rivera, la chief AI ethics scientist di Hugging Face Margaret Mitchell, il professor Fei-Fei Li di Stanford, l’artista Linda Dounia Rebeiz e l’artista Kelly McKernan.

Chi sono il più giovane e il più anziano

Il più giovane individuo inserito nella lista TIME100 AI è Sneha Revanur, 18 anni, che recentemente ha incontrato l’amministrazione Biden nell’ambito del suo lavoro alla guida di Encode Justice, un movimento guidato dai giovani per l’organizzazione di un’IA etica. All’estremità opposta c’è Geoffrey Hinton, 76 anni, il più anziano, che ha lasciato la sua posizione in Google questa primavera per parlare liberamente dei pericoli della tecnologia che ha contribuito a far nascere.

Tra i policymaker e gli ufficiali governativi presenti nella lista ci sono i rappresentanti degli Stati Uniti Anna Eshoo e Ted Lieu, il presidente della taskforce sull’AI della Fondazione del Regno Unito Ian Hogarth, la ministra degli affari digitali di Taiwan Audrey Tang e il ministro per l’IA degli Emirati Arabi Uniti Omar Al Olama.

Numerosi gli scienziati, i professori, i ricercatori e gli attivisti inseriti nella lista, come  coloro che si concentrano sull’etica, il bias e la sicurezza dell’IA: il presidente del Future of Life Institute Max Tegmark, la professoressa Emily M. Bender, il professore Yoshua Bengio, la professoressa e ricercatrice Kate Crawford, il ricercatore Yi Zeng, il computer scientist ed artista Joy Buolamwini, l’organizzatore sindacale Richard Mathenge e le ricercatrici Inioluwa Deborah Raji e Timnit Gebru.

Qualche altro nome? Nel gruppo dei creativi, che si interrogano sull’influenza dell’IA sulla società o sperimentano con la tecnologia, ci sono Rootport, l’autore anonimo del manga giapponese, che ha utilizzato il programma Midjourney per produrre il primo fumetto giapponese completamente illustrato dall’IA, la musicista Grimes, lo scrittore di fantascienza Ted Chiang, il creatore di Black Mirror Charlie Brooker, la regista Lilly Wachowski, la musicista Holly Herndon e le artiste Linda Dounia Rebeiz e Sougwen Chung.

 

Lista TIME100 AI: chi sono gli italo-americani Dario e Daniela Amodei

Tra i nomi di spicco, in particolare nella categoria “Leader”, ci sono Dario (40 anni) e Daniela (36) Amodei, fratelli italo-americani di San Francisco, noti per il loro impegno nella ricerca e nello sviluppo di modelli di AI avanzati, con un’attenzione particolare alla sicurezza e alla responsabilità. Sono co-fondatori di Anthropic, azienda focalizzata sulla creazione di IA in grado di comprendere e apprendere in modo più simile all’intelligenza umana. Entrambi in precedenza hanno lavorato per la più conosciuta OpenAI, che hanno lasciato durante la pandemia per dare vita nel 2021 alla loro nuova società. Ceo lui e presidente lei, conducono ricerche pionieristiche sulla “interpretabilità meccanicistica”: l’obiettivo è consentire agli sviluppatori di eseguire qualcosa di analogo a una scansione cerebrale per vedere cosa sta realmente accadendo all’interno di un sistema di IA, anziché basarsi solo sulle sue uscite di testo, che non forniscono una rappresentazione vera del suo funzionamento interno. 

Anthropic ha inoltre sviluppato l’AI costituzionale, un nuovo metodo rivoluzionario per l’allineamento dei sistemi di Intelligenza Artificiale, incorporando questo approccio nel suo ultimo chatbot, Claude 2, un concorrente diretto di GPT-4, il modello più potente di OpenAI.

Differenza tra chatbot: Claude 2 vs GPT-4

Qual è la particolarità di questa invenzione? L’IA costituzionale consente agli sviluppatori di specificare esplicitamente i valori ai quali i loro sistemi dovrebbero conformarsi, tramite la creazione di una “costituzione”, separando la questione se l’AI può fare qualcosa dalla questione più politicamente delicata se debba farlo.

“L’altro metodo principale per l’allineamento dell’AI è chiamato apprendimento per rinforzo da feedback umano (RLHF, ovvero reinforcement learning from human feedback) e può spesso portare a mescolare insieme queste due domande”, spiega Dario Amodei a Time. Ricerche recenti della Carnegie Mellon mostrano che i chatbot addestrati con più RLHF tendono a fornire risposte più socialmente ed economicamente liberali rispetto a quelli che non lo sono. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che il processo di addestramento premia i modelli inclusivi e non offensivi. L’AI costituzionale consente però agli sviluppatori di impartire un insieme codificato di valori a un’AI anziché lasciare che vengano impostati implicitamente e imperfettamente tramite RLHF.

Che cosa ha spinto Dario e Daniela a lasciare OpenAI? I due fratelli fanno capire di avere avuto una visione diversa per costruire la sicurezza nei loro modelli fin dall’inizio. “Penso e spero che la nostra attuale esistenza nell’ecosistema possa portare altre organizzazioni a diventare più simili a noi”, conclude Dario. “Questo è stato il nostro obiettivo generale nel mondo e fa parte della nostra teoria del cambiamento”.