“Nel 2019 aprendo Instagram continuavo a imbattermi in foto che davano una rappresentazione della città che non era veritiera. Da quelle immagini sembrava che tutto fosse bellissimo. Non c’era nessuno che sembrava raccontare l’altra parte di Milano. L’ho fatto io“. La contro-narrazione sulla Milano “place to be” da parte di Giovanni Santarelli è iniziata così. E dopo quattro anni MilanoBelladaDio è divenuta una delle voci principali nel racconto della città sui social. Con oltre 300mila followers su Instagram e 73,5 mila su TikTok. Oltre al canale Telegram, quello più incentrato sul “lato oscuro” del capoluogo milanese.
Ma Milano è “bella da dio” oppure no?
Il modello è quanto fatto già dal 2013 da Welcome to Favelas su Roma. Ma con alcune differenze sostanziali. Se nei contenuti di Welcome to Favelas sembra dominare uno sguardo ferocemente ironico e nichilista sulla Capitale, MilanoBelladaDio non fa sconti alla realtà, ma con una prospettiva di denuncia sociale che apre alla possibilità (o quantomeno al desiderio) di un miglioramento: “Se di fronte a determinati eventi chiamare i vigili o scrivere al Comune non serve a niente, almeno c’è la possibilità di inviare tutto a MilanoBelladaDio”. E creare consapevolezza. Naturalmente, modi, ritmi e linguaggi sono quelli di Millenials e Generazione Z. Lo stesso Santarelli aveva 23 anni quandò aprì la pagina e la reference da cui il progetto prende il nome è da ricercare nell’epica deposizione di Andrea Alongi al tribunale di Parma, ripresa da “Un giorno in Pretura” e poi divenuta meme. L’ambiguità di fondo resta ed è parte del successo del profilo: Milano è davvero, in fondo e nonostante tutto, bella da dio oppure è esattamente il suo contrario? “Ho sempre avuto un interesse a confrontarmi con tematiche e situazioni controverse. Vogliamo mantenere un tono leggero ma parlare di problemi reali. A Milano ci sono situazioni inaccettabili. La violenza, gli scippi impuniti in metropolitana, le baby gang davanti alle discoteche in corso Como, le zone off-limits”, prosegue Santarelli.
MilanoBelladaDio: un progetto che vuole crescere
Come è strutturato il progetto? “Ad oggi faccio ancora tutto io da solo, ma ho avviato una collaborazione con una agenzia di marketing per la gestione della pagina Instagram e per un sostegno a cercare possibili sponsorizzazioni”. Come spiega il sito ufficiale, MilanoBelladaDio è anche eventi e partnership: “Ma il fine ultimo a cui vorrei arrivare è divenire una testata giornalistica riconosciuta, libera, con un organico strutturato”. Nel frattempo, assieme ad altre pagine come Welcome to Favelas, MilanoBelladaDio ha costretto i media tradizionali a cambiare e a sporcarsi le mani: “Oggi le testate pubblicano video che non avrebbero mai avuto il coraggio di pubblicare prima di noi”.
MilanoBelladaDio e la politica: “Il tempo dimostrerà che non siamo di destra”
E a riconoscere il potenziale dei contenuti di MilanoBelladaDio sono anche i politici. Soprattutto quelli del centrodestra milanese, che spesso ne riprendono i contenuti per attaccare la Giunta Sala. Ma su questo la posizione di Santarelli è molto chiara: “Quello che spero è che MilanoBelladaDio continui ad esistere sino a quando non ci sarà un governo di centrodestra in città. Solo allora chi pensa che noi siamo di destra capirà che siamo apolitici, perchè i nostri contenuti non cambieranno. E allora saranno magari i politici di centrosinistra a riprendere le nostre denunce”. E l’idea di mettersi in proprio, invece? “Non è questo il momento per entrare in politica. Ma mai dire mai”.
MilanoBelladaDio ed il sostegno ai senzatetto
Nel frattempo, Santarelli coltiva il progetto di MilanoBelladaDio. Creando anche occasioni di riscatto sociale: “Il nostro impegno è anche rivolto ad aiutare chi vive condizioni di difficoltà. Lo facciamo ad esempio raccontando le iniziative della onlus ProTetto e dei City Angels a favore dei senzatetto. E noi stessi ci siamo fatti promotori di una doppia raccolta fondi che ha consentito di mettere insieme 30mila euro che hanno cambiato la vita di due senzatetto”. Almeno per loro, Milano è ora davvero BelladaDio.