Dopo la scelta del Governo di aprire nuovi centri di permanenza per i rimpatri con l’aiuto del ministero della difesa, le Regioni hanno iniziato a posizionarsi in merito alla possibilità di avere un nuovo centro nella propria regione.
Migranti e Cpr, i governatori si schierano
Sull’emergenza migranti aumentano i no delle Regioni sulla possibilità di avere un nuovo Cpr per migranti (o Centro di permanenza e rimpatrio). Una posizione, quella dei governatori, che potrebbe essere ostica per il Governo di Giorgia Meloni. Ad avere bocciato un nuovo centro sul proprio territorio, in promo luogo, è stato il presidente della Toscana Eugenio Giani così come ha espresso delle perplessità anche Luca Zaia: “”Nessuno mi ha detto nulla su questa iniziativa” ha infatti rimarcato il governatore del Veneto, che poi ha sottolineato come il suo allarme estivo di una crescita degli arrivi si sia rivelato veritiero.
La cautela dell’Emilia Romagna
Cauto sul nuovo Cpr per migranti è anche il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. “Noi non ci rendiamo disponibili a nulla – ha spiegato a Radio 24 Stefano Bonaccini – stiamo parlando di parole al vento: io sono abituato ad amministrare e a discutere di cose, che vuol dire mettersi a sedere e discutere di cosa si vuol fare“. Poi la stoccata al Governo: “Questo è il governo che parla di autonomia ed è il governo che sta centralizzando tutte le decisioni a Roma, scavalcando gli enti locali, quindi il Cpr in Emilia Romagna è, per me, parole vuote e al vento; se vogliono discutere di qualsiasi cosa ci chiamano e discutiamo insieme”.
Il sì della Liguria al nuovo Cpr per migranti
A dare l’assenso per fare un nuovo centro rimpatri è stata invece la regione Liguria, presieduta da Giovanni Toti. Il luogo in cui questo potrebbe essere proprio Ventimiglia, città di frontiera con la Francia.