(Adnkronos) – “Il 2 e 3 ottobre prossimi celebreremo a Rimini il decennale della Uiltec che a nostro giudizio ha tutte le potenzialità per essere una delle categorie propulsive del sindacato, in una fase come quella attuale di transizione energetica e di passaggio ad un’economia effettivamente sostenibile”. Lo ha detto Daniela Piras, segretaria generale della Uiltec, che oggi ha concluso i lavori del Consiglio regionale della Lombardia del sindacato che guida da circa un anno.
Il 2 ottobre l’apertura dei lavori alle 15 vedrà i saluti della stessa Piras, seguiti dalla celebrazione del decennale con le testimonianze moderate da Antonello Di Mario. Il giorno successivo la relazione di Daniela Piras, a seguire il dibattito e le conclusioni del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
“In questi dieci anni – ha sottolineato la leader sindacale- abbiamo tenuto alto l’orgoglio di appartenenza ad una grande organizzazione sindacale ed abbiamo tutelato diritti ed interessi dei lavoratori iscritti ed operanti nei settori di nostra competenza. Lo abbiamo fatto in un periodo che ha scontato un biennio di crisi pandemica e le conseguenze di una crisi di guerra alle porte dell’Europa tra Russia ed Ucraina. Abbiamo dato il nostro meglio per quanto concerne l’agire sindacale e la rappresentanza dei lavoratori”.
“La Uiltec con determinazione e tenacia -ha continuato- ha proseguito con le sue numerose e diverse attività, sia in materia contrattuale, sia nelle relazioni industriali che hanno dimostrato di essere molto coerenti e funzionali con la situazione attuale economica e sociale: una stagione che ha visto la presentazione di numerose piattaforme contrattuali significative, e la firma di tutti i contratti di nostra pertinenza, a partire dai rinnovi economici e quelli normativi”.
Per Piras “in questo senso la Uiltec presenta tutte le potenzialità per crescere ulteriormente come consistenza organizzativa e come qualità politica, un trend rappresentato dai risultati dei rinnovi Rsu nelle aziende in tutto il territorio nazionale. Ma per farlo è necessario un dialogo costante ed un serio confronto con aziende ed istituzioni. E’ il rapporto col governo a preoccuparci particolarmente”, ha continuato.
E Piras ha spiegato perchè: “siamo giunti alla prova della verità ed il governo ha scoperto le carte. Mantenere tutte le promesse della campagna elettorale risulta troppo costoso. Per accogliere le richieste dei ministeri, messe per iscritto nei giorni scorsi, il dicastero dell’Economia e Finanza dovrebbe trovare almeno quaranta miliardi di euro. La coperta è corta, si rischiano tagli non solo all’industria, ma alle politiche culturale e dell’istruzione”.
Per la dirigente sindacale “così il Paese rischia una futura classe dirigente impreparata, inadeguata, incapace di utilizzare al meglio le risorse comunitarie. Per quanto ci riguarda continueremo a sostenere la necessità di aumentare i salari perché la ripresa passa anche attraverso l’aumento dei consumi: si darà così anche alle imprese che producono per il nostro territorio la possibilità di riprendersi. In questo senso è fondamentale il confronto con il Governo che misureremo proprio sui fatti concreti”, ha rimarcato.
“Ad oggi, ci sono alcuni punti -ha continuato- su cui ci sono grandi distanze: il lavoro, la riforma fiscale e quella delle pensioni sono tutti temi su cui si era avviata una discussione, che non ci ha trovati soddisfatti. Il confronto tra le parti sulla manovra è di vitale importanza, dato che bisognerà valutare gli aggiornamenti degli obiettivi programmatici di finanza pubblica. Il limite invalicabile è a breve: entro il 20 ottobre conosceremo i dettagli del Bilancio dello Stato. Ecco perché bisogna continuare a far sentire la propria voce a chi governa”, ha sottolineato ancora.
“Siamo profondamente interessati a tutto ciò che riguarda le scelte di politica industriale concernenti i settori di nostra competenza come quelli energetici, del tessile e della moda, del chimico e farmaceutico, del manifatturiero. Soprattutto la fase di transizione energetica deve basarsi su passaggi che favoriscano una produzione industriale sostenibile, ma soprattutto una tutela sociale comune e condivisa. E’ bene discutere nella logica del ‘Green deal’ ma e’ necessario farlo partendo dalle fondamenta di un ‘Social deal’ adeguato”, ha proseguito.
“Il sindacato da sempre, e mai come ora, risulta impegnato a valutare, monitorare, approfondire le tecnologie e normative, nazionali e comunitarie, connesse al Piano Industriale Verde dell’Unione Europea. In tale prospettiva risulta fondamentale il contributo della parte sociale che rappresentiamo, da esprimere nelle indicazioni riguardanti gli aggiornamenti del Pniec e del Pnrr. Ci siamo dotati di un apposito comitato di esperti ed economisti per svolgere al meglio questa funzione”, ha spiegato Piras.
Per la dirigente sindacale “la nostra idea di transizione energetica continua ad essere quella che passa attraverso l’utilizzo del gas. Ci vuole la costruzione di nuovi rigassificatori in ambito nazionale che costituiscono le giuste infrastrutture dove utilizzare il gas liquefatto che dobbiamo far arrivare dall’estero prima possibile Ci vogliono carburanti a basso impatto ambientale ed occorre valorizzare il contributo energetico delle fonti fossili. Infine, bisogna ampliare la platea delle energie rinnovabili per la generazione elettrica, dato che l’attuale modello tiene conto quasi esclusivamente della produzione di energie solare ed eolica. Insomma, tutto possiamo fare, ma non stare a guardare”.
Il sindacato della Uiltec si candida ad avere un ruolo fondamentale del percorso di transizione energetica. “Siamo pronti –ha concluso Piras- a sostenere questa transizione, dal passaggio dell’uso del carbone fossile a quello dell’idrogeno verde, ma non si va da alcuna parte se non si ricorre all’uso del gas. Ravenna è destinata a diventare il principale hub tra Europa e mediterraneo della cattura e dello stoccaggio del carbonio, ma manca un quadro normativo che garantisca, dopo la raccolta, la reimmissione nei giacimenti esausti utili allo stoccaggio. Un altro esempio è la costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle, in Sicilia, ma non basta l’inserimento dell’opera nel Pniec da parte del ministero dell’Ambiente. Si tratta di una struttura che va sostenuta adeguatamente nel corso della intera realizzazione. In questo senso il governo deve fare la sua parte, affinchè la transizione energetica possa basarsi sul sostegno ad infrastrutture materiali ed immateriali, in modo da garantire le produzioni industriali che servono all’economia nazionale”, ha concluso Piras.