Caffè in polvere, acqua e gas. Il caffè fatto con la moka è senz’altro tra i più sostenibili e meno inquinanti. Poca plastica e zero cianfrusaglie.
Addio moka, ora ci sono le cialde da caffè
Peccato che negli ultimi anni il settore del caffè casalingo sia stato sconvolto dall’arrivo delle cialde. Secondo una ricerca risalente allo scorso marzo, ad esempio, la percentuale di italiani che preferisce la moka è crollata dal 53,3% al 37,2%. Parallelamente, dal 2014 a oggi, la macchina a cialde ha invaso il mercato, passando dal 28,8% al 39,5% di preferenze.
Cialde da caffè, sprechi e veleni
Attorno alla novità rimangono ancora grandi interrogativi. Che sia comoda ed economica è ovvio, ma la produzione, il trasporto e la confezione di cialde da caffè rappresentano un grosso buco nero etico e ambientale. Partiamo dalle nostre case. Prendiamo una cialda e facciamoci un caffè, poi che succede? Nel caso delle cialde di alluminio, le più diffuse nel mercato, sappiamo che il materiale in questione è tra i più riciclabili. A patto però che venga separato dal resto dei componenti – e poi pulito. Ogni volta che non lo facciamo e gettiamo il tutto nel bidone del rifiuto indifferenziato, stiamo creando un rifiuto che non sarà riciclabile.
Il caso Nespresso
La Nespresso, ad esempio, complice forse il testimonial ambientalista George Clooney, ha investito molto nel settore. Le sue iconiche cialde sono di alluminio e i consumatori possono appoggiarsi su un network di riciclo finanziato dal brand, di cui fanno parte le “Boutique”, ovvero i negozi monomarca Nespresso. Nella provincia di Lecco, poi, e nei comuni gestiti dalla municipalizzata CEM ambiente della provincia di Monza Brianza, Milano e Lodi è “avviato un sistema di riciclo che consente di differenziare le capsule usate nel sacco multimateriale leggero insieme ad altri prodotti in alluminio”.
Nespresso è la più attenta a promuovere la propria responsabilità ambientale, cosa che forse l’ha aiutata a conquistare il 70% del mercato nazionale (dati: 2018).
Cialde da caffè in alluminio, plastica o compostabili?
Maggiore attenzione va fatta con le cialde in plastica, che rimangono le più problematiche. In questi casi è sempre importante separare la linguetta d’alluminio, pulendo il piccolo contenitore dai residui di caffè. Così facendo, si crea un rifiuto per il secchio della plastica che risulta riciclabile. Altrimenti, buttandolo nel secco, il discorso è sempre lo stesso: non si ricicla nulla.
Ma un’alternativa c’è. Ed è così semplice. La cialda biodegradabile, una sorta di bustina piatta da inserire nella macchinetta, e poi gettare nell’umido. In questo caso, i residui di caffè vengono gestiti assieme all’involucro stesso, che è compostabile. Una soluzione perfetta? Parrebbe di sì. Ma bisogna comunque usare la cautela.
Gli studi sulle cialde compostabili: cosa contengono?
Nel 2019 la rivista Il Salvagente ha fatto analizzare diverse cialde da tre diversi laboratori, cercando di scoprire i rischi legati alla salute del consumatore. Tra questi, quello che i materiali di cui è fatta la cialda possano “cedere” e arrivare nella tazzina, per via del calore. (Senza poi contare i rischi legati a pesticidi e micotossine contenenti dal caffè stesso, ovviamente).
Ebbene, i risultati sono stati positivi e piuttosto rassicuranti. Per quanto riguarda i contenitori, non si sono trovate tracce né di ftalati, né di bisfenolo, composti chimici legati ai materiali plastici.
Dati poco preoccupanti (ma occhio agli sprechi)
Il dato più preoccupante poteva forse essere quello legato a acrilammide e furani, “due sostanze legate da un’unica causa, la torrefazione ad alta temperatura dei chicchi”. Sono sostanze che hanno effetti tossici nel lungo termine, e che sono legati alla tostatura. Un fenomeno comune a qualsiasi tipo di caffè, a dire il vero, ma che in questo caso non sembra destare timori, con risultati inferiori alla media di quanto raccomandato dall’Autorità per la sicurezza alimentare europea.
Le cialde, quindi, non sono pericolose per la nostra salute. Ma rappresentano una montagna di rifiuti solo potenzialmente riciclabili. Occorre quindi scegliere la marca giusta e stare attenti a cosa si fa, dopo aver assaporato un caffè a casa.
(Foto: Envato)