Perché questo articolo potrebbe interessarti? Giuseppe Conte emerge come figura orientata sempre più a sinistra, con il Pd che potrebbe fare a gara per contendersi l’elettorato e la leadership dell’opposizione: non è quindi impossibile immaginare un ruolo dell’ex premier quale leader di una sinistra italiana in cerca di autore
In vista delle europee della prossima primavera, paradossalmente la vera sfida sembra riguardare quella tutta interna alle opposizioni. Da un lato il Partito Democratico di Elly Schlein, dall’altra il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte. Colui cioè che nella passata legislatura ha guidato due esecutivi quasi agli antipodi: prima il governo con la Lega e poi proprio con il Pd, il tutto prima dell’avvento di Mario Draghi a Palazzo Chigi.
L’ultima esperienza al governo di Conte ha senza dubbio orientato i grillini più a sinistra. Del resto, è stato lo stesso Conte a provare alleanze locali con il Pd in alcune passate amministrative e in alcune regioni. Alleanza non decollata e definitivamente svanita alla vigilia del voto legislativo del 2022, quando il Movimento Cinque Stelle ha scelto di correre da solo. E in questa corsa senza dubbio sembra aver limitato i danni: dato per spacciata, la lista grillina ha comunque preso un 15% che l’ha tenuta a galla. Anzi, la sfida al Pd sembra essere solo all’inizio. In ballo, come sussurrato in alcuni ambienti vicini al Movimento, la leadership dell’opposizione.
“È Conte a essere inseguito dal Pd”
“Siete proprio sicuri che Conte insegua il Pd?”: la domanda è arrivata nel corso di una conversazione con un deputato grillino, raggiunto da TrueNews. Dentro il Movimento si respira aria da giornate decisive. Giuseppe Conte sembra avere in mano la linea politica. Da mesi non si registrano grossi scontri interni alla galassia grillina, il ruolo di secondo partito di opposizione sembra in qualche modo aver fatto calmare le acque e normalizzare i rapporti tra base e dirigenza.
Diversi deputati del Movimento sembrano concordi nel ritenere concreta la possibilità di poter trainare l’opposizione. Se non dal punto di vista numerico, almeno da quello politico. Ed è in questa ottica che può essere vista la domanda posta da un esponente grillino: forse non è Conte che insegue il Pd, ma l’esatto contrario. Le proposte dem sulla redistribuzione degli extra profitti provenienti dal caro carburanti, sul sostegno alle famiglie più povere e sul sostegno alle classi meno abbienti, sembrerebbero indicare una rincorsa del Pd sui temi più cari al Cinque Stelle.
Ossia il contrasto alla povertà, argomento considerato molto delicato specialmente dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza. “Sono loro che sembrano impauriti – ha dichiarato un altro esponente grillino – hanno capito che su certi temi la gente sembra ascoltare noi”. Nessuno però vuol sentir parlare di lotta al Pd: tutti sembrano infatti concordi nel vedere soltanto in Meloni e nel suo governo la vera forza da sfidare. Al contrario, in tanti pensano che sono i dem a voler sfidare i grillini. E che quindi sono stati loro ad aprire il derby tutto interno all’opposizione. Derby che, se proclamato ufficialmente, Conte certamente vorrà vincere.
Reddito di cittadinanza e salario minimo: due lotte di sinistra
La suggestione, emersa anche a livello mediatico negli ultimi giorni, di un Giuseppe Conte leader a sinistra non è però completamente campata in aria. L’ex presidente del consiglio, prima e dopo l’ultima campagna elettorale, ha insistito su temi considerati in gran parte di sinistra. Reddito di cittadinanza e salario minimo, caposaldo dell’attuale narrazione grillina, sono tematiche un tempo roccaforte della sinistra cosiddetta “radicale”, oggi quasi sparita dal parlamento.
È per questo che Giuseppe Conte viene considerato sempre più a sinistra e, soprattutto, come potenziale leader della sinistra. La sua agenda potrebbe coincidere così tanto con quella potenzialmente in mano al Pd, da renderla quasi affine. Ma con in più la possibilità di presentarsi all’elettorato come l’uomo del reddito di cittadinanza, nonché un leader che si è sempre schierato a favore senza sé e senza ma con il via libera al salario minimo.
Non solo, ma a entrare in scena in tal senso potrebbe essere anche la politica estera. Qui le posizioni tra Pd e M5S divergono e di parecchio. I dem anche all’opposizione non hanno abbandonato una linea più atlantista, di contro Conte ha più volte chiesto lo stop all’invio di armi all’Ucraina e la promozione di una trattativa politica. Una posizione quindi giudicata da molti politologi come “più a sinistra” dello stesso Pd. In grado di proiettare l’ex presidente del consiglio come riferimento di una parte dell’elettorato dem.
Il leader grillino e il rapporto con l’elettorato cattolico
C’è però, tra i corridoi della politica, chi mette in dubbio l’ambizione di Conte quale futuro trascinatore della sinistra. Sono gli stessi grillini, ad esempio, a far notare come l’ex capo del governo è secondo solo alla Meloni come leader politico popolare all’interno dell’elettorato cattolico. Il 20% dei cattolici, si legge infatti in un recente sondaggio di YouTrend, voterebbe per Conte.
Forse il vero obiettivo dell’avvocato è quello di navigare tra il centro e la sinistra. Proponendosi quale figura di collante tra le varie parti, partendo dalle sue esperienze di governo avute sia con partiti di destra che con quelli di sinistra. Ambizioni a parte, è indubbio comunque che l’azione di Conte al momento influenzi anche indirettamente il Pd, timoroso di perdere pezzi a favore dei grillini. Questo basta al momento nel posizionare il leader del Movimento più a sinistra che al centro o a destra.