In uno dei mille replay della finale tra Italia e Inghilterra è stato rivelato il labiale del capitano Giorgio Chiellini indirizzato all’avversario Bukayo Saka, autore del rigore decisivo che ha consegnato all’Italia il titolo europeo. La parola, apparentemente senza senso, era un anatema di magia nera.
L’urlo di Chiellini all’ultimo rigore dell’Inghilterra
Sul momento nessuno se n’era accorto, ma un’attenta analisi dei replay nell’attimo decisivo in cui l’Italia ha vinto gli Europei, ha rivelato il labiale del capitano livornese Giorgio Chiellini prima del rigore decisivo tirato da Bukayo Saka.
Il difensore centrale dell’Italia sembra aver attinto a forze soprannaturali per far sbagliare l’avversario inglese che ha tirato l’ultimo rigore, poi parato da Donnarumma, consegnando la vittoria all’Italia.
Attenti osservatori sudamericani sono riusciti a decifrare il labiale di Chiellini negli istanti precedenti il momento in cui il piede di Saka ha calciato l’ultimo rigore, sbagliandolo. Il difensore livornese, abbracciato ai compagni a centrocampo, stava gridando con tutta la sua voce: “Kiricocho!“
“Kiricocho”: il significato oscuro della parola urlata da Chiellini
Una parola apparentemente senza senso ma che nasconde in realtà un significato arcaico e oscuro, che Chiellini ben conosceva. Il suo potere è riuscito a fare spegnere i sogni inglesi nella notte della finale degli Europei e ha consegnato la vittoria all’Italia.
L’origine di questo nome si trova in Argentina, e il primo ad utilizzarlo è stato Carlos Bilardo, allora CT della nazionale argentina. Secondo la leggenda, Kiricocho è stato un tifoso iettatore dell’Estudiantes: ogni volta che assisteva agli allenamenti della squadra, qualcuno si infortunava. Allora Bilardo (che nell’86 vinse i Mondiali con Maradona) ebbe un’idea grandiosa: indirizzare il potere nefasto di Kiricocho contro gli avversari.
Ebbene, nell’anno 1982, l’Estudiantes vinse il Campionato Metropolitano argentino, dopo aver perso una sola partita contro il Boca: era l’unica squadra che Kiricocho non aveva visitato.
Negli anni il potere di Kiricocho si è diffuso in tutto il mondo, rispuntando periodicamente nelle partite che hanno segnato la storia del calcio, come è accaduto nel 2010, quando la Spagna vinse i Mondiali in Sudafrica battendo l’Olanda.
L’urlo lanciato alle spalle dell’olandese Robben, che fallì un gol all’apparenza molto semplice, fu proprio: “Kiricocho“.