(Adnkronos) – I vegetariani salveranno il mondo? Secondo i promotori del World Vegetarian Day, giornata mondiale che si è celebrata ieri, domenica 1 ottobre, potrebbero contribuire in modo significativo alla causa. Anche se, a onor del vero, in Italia i seguaci della tavola ‘green’ sono in calo, dicono le statistiche, in controtendenza con quanto accade in diversi altri Paesi. Perché essere ‘veg’ è una scelta da considerare lo spiega la North American Vegetarian Society, che nel 1977 ha ideato la giornata (poi supportata dall’International Vegetarian Union nel 1978), e nella presentazione della ricorrenza elenca una sfilza di buone ragioni, a suo avviso, per sposare l’approccio alimentare ‘verde’.
Le diete vegetariane, si legge, fanno bene a chi le fa perché “riducono il rischio di patologie mortali come malattie cardiache, ictus e cancro, e anche l’esposizione ad agenti patogeni di origine alimentare”, ma allo stesso tempo “forniscono una via praticabile per nutrire le persone che soffrono di fame nel mondo attraverso un uso più efficiente di cereali e altre colture; salvano gli animali dalla sofferenza degli allevamenti intensivi e dal dolore e dal terrore della macellazione”. E ancora: “Conservano l’acqua dolce, vitale ma limitata, il terriccio fertile e altre risorse preziose; preservano ecosistemi insostituibili come le foreste pluviali e altri habitat naturali; riducono i gas serra che stanno accelerando il riscaldamento globale e mitigano l’inquinamento ambientale in continua espansione causato dall’agricoltura animale”.
Alla lista delle buone azioni collegate al ‘vegetarianesimo’, l’organizzazione che ha promosso la giornata ne abbina anche un’altra sulle azioni concrete da mettere in campo per cominciare un percorso verde. Alcune di queste: portare cibo vegetariano da condividere con i colleghi sul posto di lavoro; indossare magliette informative con messaggi vegetariani per tutto ottobre; esporre poster della giornata e del Mese della consapevolezza vegetariana (che si apre con il World Vegetarian Day) in biblioteche, supermercati, negozi, chiese, centri artistici e aree pubbliche trafficate; invitare amici e parenti a casa per un pasto ‘celebrativo’, pubblicare annunci sui giornali, scrivere lettere, andare fin nelle scuole per promuovere lo stile veg a tavola. “Fai la differenza questo ottobre, informando gli altri sul vegetarianismo. Aiuterai a creare un mondo migliore, perché la dieta vegetariana ha dimostrato benefici per la salute, salva la vita degli animali e aiuta a preservare la Terra”, è dunque l’appello diffuso online nello spazio dedicato alle celebrazioni ‘in verde’.
In Italia qual è la situazione? Secondo l’Eurispes, sono quasi 2 milioni e mezzo i connazionali che seguono una dieta vegetariana e quasi un milione e mezzo quelli che hanno scelto un’alimentazione totalmente vegetale: un trend in lieve calo nella popolazione tricolore, mentre è in forte crescita a livello globale. Nel 2023, secondo quanto riporta l’istituto di ricerche nel 35esimo ‘Rapporto Italia’, il 4,2% del campione indagato ha intrapreso la scelta vegetariana, mentre è vegano il 2,4%: in totale dunque il 6,6%, contro l’8,2% del 2021. Considerando i vegetariani e i vegani insieme, la serie storica degli ultimi 10 anni mostra un andamento stabile negli ultimi 2 anni considerati (6,7% nel 2022 e 6,6% nel 2023), leggermente in calo rispetto alla media dell’intero periodo che si attesta a 7,3%. Nell’insieme, il trend appare altalenante, con picchi positivi negli anni 2016 (8%) e 2020 (8,9%), e negativi nel 2015 (5,9%).
Sono soprattutto i giovanissimi, tra i 18 e i 24 anni, a scegliere una dieta vegetariana in Italia (8,3%). La maggior adesione all’alimentazione vegana è riscontrabile invece nella fascia di età che racchiude i 25-34enni (3%). Tra coloro che hanno dai 35 ai 64 anni, è più alta la percentuale di quelli che hanno tentato di avvicinarsi alla pratica vegetariana per poi rinunciarvi (il 7,4%).