Scoppia la polemica sulla sfilata dell’Italia, campione d’Europa, tra le strade di Roma. Secondo il prefetto di Roma Matteo Piantedosi, non era stata autorizzata. «Avevamo negato il permesso a festeggiare la vittoria dell’Italia agli Europei, sull’autobus scoperto ma i patti non sono stati rispettati», spiega in un’intervista al Corriere della Sera. Il giorno dopo la sfilata degli Azzurri a Roma è rimbalzata sui social la foto di Chiellini e Bonucci a colloquio con le forze dell’ordine. La pressione da parte dei giocatori per festeggiare su un autobus scoperto c’è stata, secondo quanto ha dichiarato lo stesso prefetto di Roma.
Sfilata Azzurri a Roma: quali erano gli accordi
La pandemia c’è ancora, non si ferma. Gli assembramenti non possono ancora essere autorizzati. Queste linee perché non sono valse anche per la Nazionale?, si chiedono in molti. Il fiume di gente, moltissimi se non quasi tutti senza mascherina, ha fatto piacere per la gioia di un ritorno alla normalità, ma allo stesso tempo ha fatto paura per la possibilità di un aumento dei contagi e nuove restrizioni in vista dell’estate.
Il prefetto Piantedosi spiega, sempre al Corriere della Sera, che gli accordi con la FIGC fossero ben diversi per una questione di ordine pubblico e per la pandemia. «Io avevo concordato la linea con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e con il capo della polizia Lamberto Giannini. Abbiamo coinvolto direttamente anche la Figc». La soluzione era stata individuata in una pedana installata a Piazza del Popolo a Roma, sulla quale i giocatori potessero sfilare e festeggiare con le persone in piazza. Una soluzione per tenere i tifosi più sotto controllo per ordine pubblico e per evitare fiumi di gente senza un controllo adeguato.
“Erano determinati”: Chiellini, Bonucci e la sfilata degli Azzurri a Roma
‘Questa sfilata s’ha fare‘: questo potrebbe essere il titolo del faccia a faccia tra Bonucci e le forze dell’ordine ma anche le discussioni che ci sono state tra Chiellini e il ministro Roberto Speranza.
«Mi risulta che Chiellini e Bonucci hanno rappresentato con determinazione il loro intendimento al personale in servizio d’ordine – continua il prefetto – a quel punto non si è potuto far altro che prendere atto della situazione e gestirla nel miglior modo possibile. La complessità e la delicatezza è testimoniata dalle immagini da cui si può vedere che praticamente solo le forze di polizia indossavano la mascherina»
Un ‘colpo di stato’ degli azzurri e della FIGC che non ha lasciato spazio e modo per evitare quegli assembramenti?
Sfilata Azzurri Roma: ecco la replica della FIGC
Dopo l’intervista al Corriere della Sera del prefetto di Roma, arriva subito la replica della FIGC. Il presidente Gabriele Gravina dichiara: “Non è nostra intenzione alimentare ulteriori polemiche, perché non vogliamo trasformare un momento di gioia nazionale in un argomento di divisione. Abbiamo sempre lavorato per l’unità e continueremo a farlo, sottolineando però come la Federazione sia sempre stata responsabile, ma soprattutto rispettosa delle istituzioni e dei tifosi italiani”.
Il presidente Gravina continua elencando passi e responsabilità nel comunicato pubblicato sul sito della FIGC. “All’arrivo davanti Palazzo Chigi”, si spiega, la Figc ha reiterato “la richiesta, a questo punto condivisa dalle istituzioni, per un breve tragitto con il bus scoperto”. “Per come sono stati gestiti quei momenti concitati di grande partecipazione popolare, la Figc ringrazia i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, che hanno accompagnato la Nazionale con grande spirito di servizio ed encomiabile professionalità”, conclude la nota.
Sfilata Azzurri Roma, resta l’amarezza
Comunque siano andate le cose, ci sta l’euforia, la gioia, il desiderio di festeggiare con i tifosi, ma non si può ignorare la realtà. Resta l’amarezza, come ha sottolineato Piantedosi. Si poteva e doveva festeggiare con più accortezza ed attenzione, evitando capricci e vanagloria che potrebbero costare carissimi agli italiani, anche a quelli che non erano tra le strade di Roma.
Si poteva cercare un modo per essere dei “campioni” anche fuori dal campo. Una brutta immagine e un messaggio negativo dopo l’orgoglio e la gioia che l’Italia di Roberto Mancini aveva riportato nelle case degli italiani.