Luca e Paolo, i veri eroi della satira politica. Pilastri di DiMartedì, il talk condotto da Giovanni Floris nel prime time di La7 che si riconferma il più seguito in assoluto, nel suo genere. Non che gli ascolti siano da vertigine, l’ultima puntata dello scorso 4 ottobre, ha racimolato un milioncino di spettatori. Ma resta il programma di approfondimento che meglio riesce, in prima serata, a farsi seguire dal pubblico nostrano. E gliene va dato, naturalmente, atto. In qualità di addetti alla copertina dello show, ritroviamo Luca e Paolo, il duo comico fa la storia della nostra tv. Senza che, però, gliene sia riconosciuto il merito, fin troppo spesso e malvolentieri. Nati televisivamente tra Mtv e Le Iene, oggi i loro monologhi del secondo giorno della settimana restano deflagranti.
I veri eroi della satira
Anche per questo, rimbalzano su Twitter tanto quanto le sparate del Salvini o del Vannacci di turno. Ripulendo un po’ i social dall’horror del celodurismo fascio di ritorno. Nel contempo, Maurizio Crozza resta il primo nome, e forse pure l’unico, che la maggioranza degli italiani indicherebbe come Neo l’Eletto della satira politica, l’unico a essere in grado di cantarle ai potenti, travestendosi da loro, tipo mutaforma.
E se non fosse, almeno non del tutto, vero? Ciò che più apprezziamo di Luca e Paolo è il modo in cui, a partire dallo sfottò a insulsi politicanti e Ministri, finiscano quasi puntualmente per sbertucciare il Paese reale. Paese Reale che si indigna per lo spot Esselunga con la famigerata pesca, omettendo dal dibattito sociale migranti, salari minimi e questioni decisamente più dirimenti di una fittizia coppia di genitori che forse tornerà insieme oppure no. Luca e Paolo da DiMartedì ce le cantano e ce le suonano. E sì, a giudicare dall’andazzo, ne abbiamo un gran bisogno.
Luca e Paolo: “Se a governarci ci sono cialtroni è perché li meritiamo”
Luca e Paolo a DiMartedì hanno affrontato, anche, la questione più urgente sull’agenda della pubblica opinione la settimana passata. Ovvero lo spot Esselunga con la coppia di genitori separati e la loro piccola Emma, così desiderosa di reunion della parentela, da rubare una pesca per papà “da parte di mamma”. Ci siamo tutti scannati, dal fruttivendolo sotto casa alle più alte cariche governative, sull’opportunità di quei pochi secondi “che servivano a venderci zucchini”, come ben dice Bizzarri, mentre al di fuori dei nostri piccoli schermi accadeva la qualunque. Qualche esempio, sempre citando il duo: è saltato fuori che il debito pubblico italiano probabilmente non diminuirà mai. Mentre le borse (non quelle della spesa, anche se “ogni spesa è importante”) sono cadute in picchiata.
Infine, in Europa si è aperto un altro fronte di guerra con Putin che è tornato a parlare di nucleare. Nel brutto mezzo di tutto ciò, abbiamo passato sette giorni ad accapigliarci per… una pesca. Domandandoci se e, nel caso, quanto difendesse la famiglia tradizionale a discapito di quella arcobaleno, di quella allargata e felice. “Sui giornali si parlava più dello spot Esselunga che del fatto che non abbiamo una lira”, arringano Luca e Paolo, mostrando i dati analizzati da YouTrend. E se i giornali ne hanno scritto, è perché noi ne stavamo parlando a raffica sui social. “E questo vuol dire che dobbiamo smetterla di lamentarci se da anni a governarci ci sono degli inadeguati cialtroni. Perché sono esattamente ciò che ci meritiamo noi”. Standing ovation.
Luca e Paolo: perché sono in tv solo 15 minuti a settimana?
Mentre l’Italia intera si accapiglia, stavolta addirittura da mesi, sull’opportunità di affidare un quiz show a Pino Insegno, supposto “raccomandato” di Giorgia Meloni, ancora una volta vola su Marte rispetto al punto. Ribaltiamo la questione: lasciamo floppare in santa pace l’ex Premiato Teleditto al Mercante in Fiera e chiediamoci, invece, come mai Luca e Paolo abbiamo 15 minuti, massimo 20, di esposizione televisiva a settimana. Sarà un po’ poco? Addirittura meno del Generale Vannacci (che, però, in quanto a satira politica non scherza, per quanto inconsapevolmente). Due che dicono che Salvini, oramai, abbia a livello (inter)nazionale la medesima credibilità “di Cavallo Pazzo a Sanremo”, che squarciano il velo di Maya asserendo che il VicePremier oramai apra bocca, o comunque cinguetti, sono per dare fastidio a Giorgia Meloni, meriterebbero di stare in onda sempre.
Nei medio-piccoli spazi che pur riescono a ritagliarsi, sono sempre eccellenti: perfino nel compassato varietà Benedetta Primavera, Rai 1, il one man show di Loretta Goggi. Lì fecero da spalla della conduttrice, diventando per sketch alfieri e censori del politicamente corretto. Facile essere re con un programma ad hoc studiato e scritto per uscirne con la corona. Decisamente più difficoltoso, ottenere lo stesso risultato rimanendo più defilati. Tipo nella Bat-Caverna dell’intrattenimento tv. Staniamo Luca e Paolo, allora. Perché meglio Cugini Merda che Fratelli d’Italia (o, perfino, di Crozza).