L’occasione è di quelle importanti per tirare le somme. Letizia Moratti annuncia l’arrivo del testo di riforma della sanità lombarda. Il Presidente della Commissione Sanità e Politiche sociali di Regione Lombardia, Emanuele Monti, ringrazia gli oltre 150 stakeholder della sanità che in questi mesi hanno portato alla politica il loro contributo, con audizioni, documenti e memorie depositate. “Siamo nel mondo in cui ogni singolo cittadino e la comunità devono concorrere responsabilmente al raggiungimento della salute”.
Sintetizza così Adele Petrini durante la serata del 14 luglio ad Albizzate intitolata “La riforma socio-sanitaria lombarda” organizzata da C.A.O.S (Centro Ascolto Operate al Seno), evento conclusivo (in presenza) di un ciclo di webinar realizzati con True-News sulla sanità in Regione Lombardia. La Presidente della onlus, che lei stessa ha fondato dopo aver scoperto di avere il cancro nel 1997, è la padrona di casa qui in provincia di Varese.
Il tavolo di discussione sulla riforma 23 che attende l’arrivo dell’assessore Moratti è ricco di spunti: dalla cardiologia interventistica con la dottoressa Battistina Castiglioni dell’Ospedale di Tradate a Davide Croce del Centro sull’Economia e il Management in Sanità e nel Sociale della LIUC. Passando per la Vicepresidente di Cooperativi Medici Insubria, Giovanna Scienza, il Presidente dell’Ordine degli Infermieri di Varese, Aurelio Filippini. E ancora: il professor Giulio Carcano che presso l’Università degli Studi dell’Insubria, guida la Scuola di Medicina fino alla dottoressa Francesca Rovera, responsabile della Breast Unit all’Asst Settelaghi e Direttore del Centro Ricerche in Senologia del medesimo ateneo varesotto.
Ognuno mette sul piatto un tema, una parola chiave, che deve rappresentare un pilastro su cui ricostruire la sanità lombarda anche alla luce dell’esperienza pandemica: c’è chi dice formazione; chi territorio; chi capitale umano.
La sorpresa? Arriva proprio dall’esponente del Terzo Settore. La sue parole d’ordine? “Informazione e comunicazione” dice Adele Patrini a True Pharma a margine dell’evento. Perché? “Sono il presupposto dell’evoluzione che stiamo vivendo da welfare state a welfare community: rendere partecipi i cittadini e la vera sfida di quest’epoca”.
È quella che la presidente e fondatrice di C.A.O.S. chiama “la voce del paziente“. Che “esce dalla cartella clinica ed acquista potere terapeutico e istituzionale“. Perché è solo partendo dalle “straordinarie storie che contengono i principi ispiratori” che è poi possibile “organizzare protocolli di cura e prendere le scelte di politica sanitaria”.
In questo Adele Patrini vede un ruolo futuro del Terzo Settore, del volontariato, di onlus e associazioni dentro il quadro nuovo della sanità. Essere i messaggeri di “queste voci dei pazienti” che “si mettono a sistema e partecipano al progetto di riforma socio sanitaria che va in mezzo alla gente proprio per la costruzione di welfare community”. Ciò in cui bisogna credere? “La medicina del dialogo“