La digitalizzazione come fulcro dei processi di innovazione del sistema Sanitario Nazionale con impatti positivi sui livelli assistenziali. E anche sulla prevenzione e la diagnosi di un malattia diffusa come il cancro al seno. Ne ha parlato con True-News.it Giuseppe Petrella, presidente Commissione per l‘innovazione e la digitalizzazione dei servizi sanitari del Ministero della Salute, a margine della presentazione della campagna Nastro Rosa della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) dal titolo eloquente “La prevenzione è sempre la risposta giusta”.
Professore, come la digitalizzazione può offrire strumenti per superare il problema delle liste d’attesa, in particolare nell’ambito del cancro al seno?
Durante le successive ondate pandemiche, il SSN ha garantito l’attività sanitaria adeguando i livelli assistenziali a diversi e nuovi standard necessari a rispondere ai bisogni di salute dei cittadini e contestualmente a garantire la sicurezza di pazienti ed operatori sanitari, riorganizzando il suo assetto nello spazio, nel tempo e nelle risorse, ma nonostante l’impegno del SSN l’attuale emergenza da virus SARS-CoV-2 lascerà in eredità la necessità di modificare le modalità organizzative e di offerta di prestazioni sanitarie, con particolare riferimento alle prestazioni chirurgiche programmate a fronte di un allungamento dei tempi di attesa.
Quindi si è reso necessario sviluppare progetti dedicati a riequilibrare l’organizzazione con decisione e tempestività attraverso la definizione dei nuovi modelli organizzativi costruiti in funzione della domanda della popolazione, nonché della capacità produttiva del sistema, al fine di confermare i principi ispiratori del SSN e recuperare i ritardi accumulati sui tempi di attesa per prestazioni chirurgiche.
Attraverso la informatizzazione della gestione delle liste anche su base regionale e non solo aziendale sarà possibile eliminare ritardi e sarà possibile anche individuare in tempo reale le strutture di breast unit disponibili ad evadere le richieste nel più breve tempo possibile, anche incrociando i dati con i risultati del pne, fornendo così risposte di qualità misurabile oltre che maggiormente tempestive.
È inoltre necessario supportare i processi di riorganizzazione con i necessari indirizzi in termini di governo delle competenze, in materia di requisiti tecnologici e strutturali e non da ultimo con la definizione di percorsi diagnostico terapeutici condivisi e strutturati.
Sta per entrare nel vivo la telemedicina. Un altro strumento a supporto dei pazienti e del SSN?
Attraverso una rete territoriale capillare strutturalmente ben organizzata e con un adeguato personale sanitario sarà possibile, con il supporto della telemedicina e delle tecnologie avanzate, raggiungere facilmente anche gli angoli più remoti del territorio. Il problema orogeografico non rappresenterà più un ostacolo o un impedimento per fornire un servizio sanitario in ogni dove.
Abbiamo diversi strumenti a disposizione e sicuramente la telemedicina è il più moderno e potente. Pensiamo alla possibilità di raggiungere tutte le case con la visita specialistica a distanza ma anche con un monitoraggio continuo, senza contare la possibilità di referto medico e radiologico a distanza in corso di screening mammografico ad esempio.
Ma ciò che più conta è il presidio del territorio e la presa in carico della singola persona e delle comunità, compresi anche i gruppi “difficili da raggiungere” (hard-to-reach) e “invisibili” (hidden population) per ragioni legate il più delle volte alla situazione sociale ed economica in cui si trovano a vivere.
Come organizzare e rafforzare comunicazione e sensibilizzazione? Come arrivare alle giovani generazioni?
Bisogna recuperare innanzi tutto i rapporti con le famiglie ma anche con la scuola, educando fin dalla prima infanzia a corretti stili di vita alimentari, di attività sportiva e di prevenzione rispetto ad ogni tipo di dipendenza e fattore di rischio.
I giovani sono anche molto sensibili alla emulazione di testimonial virtuosi a loro vicini per mentalità e cultura ma sono anche assai disponibili a responsabilizzarsi loro stessi nei confronti dei più deboli e fragili, anche attraverso le organizzazioni di volontariato.
L’Osservatorio Nazionale Screening (ONS) ha effettuato il monitoraggio dell’andamento dei programmi di screening durante l’epidemia da Coronavirus. La sospensione delle prestazioni di screening si è verificata nei mesi di marzo e aprile 2020, ancorché in modo non omogeneo su tutto il territorio nazionale. A partire da maggio i programmi di screening risulterebbero riattivati, anche in questo caso con tempistiche, intensità e modalità diverse fra le varie Regioni e all’interno della stessa Regione.
Per quanto riguarda lo screening mammografico, in base ai dati analizzati dall’ONS, nel 2020 si è registrata una riduzione di oltre 900.000 inviti rispetto al 2019, pari al 26,6%, mentre il numero di persone esaminate in meno è risultato di 751.879, con una flessione del 37,6% rispetto all’anno precedente.
Le mancate diagnosi di tumore mammario dovute al ritardo accumulato sono state stimate pari a 3.324. Il 17 settembre 2021 è stato istituito, con decreto del Capo di Gabinetto, presso il Ministero della salute il “Gruppo di lavoro per l’analisi delle problematiche connesse al recupero delle prestazioni non erogate a causa della pandemia da SARS-CoV-2”, con il compito di valutare le prestazioni sanitarie non erogate a causa dell’emergenza pandemica, ma potenzialmente recuperabili, di esaminare i Piani Operativi Regionali per il recupero delle liste di attesa e di effettuare un monitoraggio trimestrale per la verifica dei risultati regionali.
L’analisi dei volumi nel periodo 2019 -2020 e delle classi di priorità utilizzate per gli interventi chirurgici per tumore maligno mostra una riduzione media dei volumi intorno al 11% .
Grazie alla attività della commissione ed al monitoraggio svolto dal Ministero e da Agenas con le Regioni, si sta fortemente recuperando tutta questa attività. Inoltre la implementazione degli screening sarà fortemente agevolata dalle tecnologie e dalla implementazione della rete territoriale così come prevista dal dm 77.