Perché leggere questo articolo? L’Italia, al contrario di quanti possono essere portati a pensare, ha una grande industria bellica. Il nostro Paese fornisce armi anche alle parti in causa nel riacceso conflitto in Medio oriente. Ed è curioso notare come l’Italia vende molte più armi agli Stati arabi che a Israele.
L’Italia è il sesto venditore mondiale di armi. Dietro gli inarrivabili Stati uniti (che contribuiscono al 40% del mercato mondiale), a Russia (16%), Francia (11%), Cina (5,2%) e Germania (4,2%), ci siamo noi. Il 3,1% della quota mondiale delle armi è in mano all’Italia, si parla di oltre 5 miliardi e 300 milioni di commesse. Un dato in crescita dal 15% rispetto agli anni della pandemia, anche se in calo rispetto al recordo del decennio scorso, quando l’Italia vendeva armi per oltre 14 miliardi. Rimane comunque una fetta rilevante del mercato, davanti a paesi dal passato (o presente) militare decisamente più attivo del nostro, come Inghilterra, Sud Corea e proprio Israele. Rispetto alle parti in causa nelle nuove tensioni in Medio oriente, come si relaziona l’Italia delle armi?
Il nostro import-export con Israele
L’Italia vende molte più armi ai paesi arabi
Le maggiori nazioni interessate
L’anno scorso il principale acquirente delle aziende italiane è stata la Turchia: 598 milioni di euro, a seguire gli Stati Uniti (533 milioni), e la Germania (407 milioni). Da notare Paesi anche non europei e non Nato come Qatar (256 milioni) e Singapore (177 milioni). In generale il 61,5% delle vendite riguarda paesi Nato e dell’Unione Europea. Le maggiori aziende produttrici sono ovviamente in prima posizione la Leonardo (1802 milioni di euro), Iveco (539 milioni di euro), MDBA Italia, consorzio europeo di proprietà della Leonardo per il 25%, (304 milioni di euro). In particolare le armi che esportiamo sono gli aeromobili (991 milioni di euro), bombe, razzi, missili e siluri (558 milioni di euro), veicoli terrestri (546 milioni di euro), sistemi d’arma ad energia cinetica (350 milioni di euro), munizioni (250 milioni di euro) e molto altro. Nella lista anche navi da guerra (85 milioni di euro).