Lo chiamano “Eurodrone” anche se il suo nome intero è European Medium Altitude Long Endurance Remotely Piloted Aircraft System (MALE RPAS). Si tratta di un progetto che include Germania, Francia, Italia e Spagna e mira alla creazione del primo programma di droni militari del Continente.
Leonardo e il drone militare europeo: 7 miliardi di euro
Lo scorso giovedì c’è stata la firma della Commissione europea per il finanziamento dei primi cento milioni di euro. In totale, però, il programma costerà 7 miliardi di euro e rappresenta un grande passo per una visione comunitaria del settore militare. Al centro dell’operazione ci sono tre giganti dell’aeronautica e dell’industria bellica. La Airbus Defence and Space, in rappresentanza della Germania (e della Spagna, in cui hanno sede parte delle sue operazioni), la Dassalut francese e Leonardo per l’Italia.
Le polemiche politiche in tutta Europa
Il drone avrà funzioni che rientrano nel settore ISR, ovvero “Intelligenze, Surveillance and Reconnaissance”. Monitorerà i Paesi dall’alto raccogliendo informazioni, il genere di dati che possono essere estrapolati anche dai satelliti. A differenza di questi, però, viaggerà ad altezze ben diverse e sarà più facilmente comandabile. Oltre che essere armato, ovviamente. Il mezzo sarà dotato di doppio motore su richiesta della Germania, che teme che un sistema a motore unico sia poco sicuro per un velivolo pensato per sorvolare anche aree abitate e residenziali.
Ma a proposito di sicurezza: come accennato, alla fine questi droni saranno armati di missili d’ultima generazione. Diciamo “alla fine” perché si tratta di un punto che aveva scatenato un dibattito politico, specie in Germania, dove alcuni partiti erano contrari all’idea di usarli. La linea franco-italiana – Paesi che da tempo utilizzano mezzi simili nei loro eserciti – è però prevalsa, e il drone europeo sarà armato.
Drone militare europeo: il ruolo di Leonardo, ex-Finmeccanica
Leonardo avrà una quota pari al 25% della missione. Non è tutto, perché l’italiana si aggiudicata anche una parte del programma ESSOR (European Secure Software-defined Radio), a cui sono andati 37 milioni di euro. Si tratta di un progetto per dotare i Paesi dell’Unione di un’architettura software comune per le comunicazioni radio. L’ex Finmeccanica, quindi, si conferma player di riferimento per il settore, specie in un momento in cui l’Unione sembra disposta a investirci.
Tra USA e Cina, i droni dell’Ue
È da qualche anno, infatti, che il governo tedesco spinge per una maggior coesione militare tra i Paesi Ue. Secondo la Germania, infatti, l’Europa sarebbe troppo legata agli Stati Uniti, alleanza storica che si è però dimostrata scomoda durante l’Amministrazione Trump. E poi c’è la Cina, superpotenza in ascesa che sta aumentando la sua sfera d’influenza al di là dell’Asia.
E l’Europa? Rischia di finire stritolata tra i due giganti, senza una presenza militare comune e solida. Finora il progetto dell’esercito europeo voluto da Berlino non si è attuato, ma il programma MALE RPAS è sicuramente un segnale forte in questa direzione. Ora anche l’Ue avrà i suoi droni militari, frutto proprio di un’alleanza strategica tra i suoi principali paesi.